E’ giallo sull’intercettazione telefonica del Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. Se da un lato il settimanale L’espresso continua a sostenere che esista un’intercettazione in cui il Governatore siciliano rimarrebbe zitto quando il suo medio, Matteo Tutino, gli dice, a proposito di Lucia Borsellino: “Va fermata, fa fatta fuori come suo padre“, dall’altro il Procuratore di Palermo, Franco Lo Voi, ha chiarito che non risulta trascritta alcuna telefonata di questo tenore.
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Lo Voi ha riferito: “Con riferimento a notizie giornalistiche diffuse nella giornata di oggi secondo le quali nel corso di una telefonata intercettata tra il presidente della regione Rosario Crocetta ed il dottore Matteo Tutino quest’ultimo avrebbe affermato che la dottoressa Lucia Borsellino ‘va fatta fuori. Come suo padre’, ritengo necessario precisare che agli atti di questo ufficio – ed in particolare nell’ambito del procedimento n* 7399/2013/21 non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato. Analogamente i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino“.
Secondo la redazione de L’espresso, che in seguito al comunicato della Procura ha nuovamente voluto prendere parola sulla vicenda, si tratterebbe però di un’intercettazione secreta e quindi per questo non agli atti della Procura.
Il testo dell’intercettazione
Nell’intercettazione (o presunta tale) che L’Espresso dice di aver ascoltato viene fatto riferimento a Lucia Borsellino e si può ascoltare la frase, che sarebbe stata pronunciata dal primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, “Va fatta fuori. Come suo padre“. Il riferimento è stato a Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, che è stato ucciso dalla mafia. Il 9 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie e i figli, il magistrato si è recato con la sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre. Proprio lì fu fatta detonare al passaggio del giudice una Fiat 126 imbottita di tritolo, che era parcheggiata proprio in via D’Amelio. Insieme a Borsellino morirono anche i 5 agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
La reazione di Crocetta
Il governatore della Sicilia si difende, dicendo che non avrebbe sentito la frase su Lucia Borsellino. Crocetta ha affermato in maniera significativa e forte che, se avesse sentito quell’affermazione, avrebbe fatto subito qualcosa, si sarebbe rivolto subito ai magistrati. Poi ha detto: “Provo un orrore profondo”. Prova a spiegare che il destino della Sicilia è legato a quella frase, che pure lui non ha sentito. “E’ vero che la Procura smentisce? Oggi mi hanno ammazzato…“, ha detto Crocetta in lacrime. “Perché… perché” – ha continuato. “Ma quanto è potente questa mafia che mi vuole fare fuori? […] Avrei potuto anche farla finita oggi…“. Poi ha aggiunto “Metodo Boffo? Peggio, d’ora in poi si può parlare di ‘metodo Crocetta’. Volevano farmi fuori“.
In un’intervista a Repubblica, il presidente ha detto: “Non c’è dubbio. C’è stata un’azione di dossieraggio contro di me. Mi hanno distrutto, ucciso, perché è questo che volevano: farmi fuori, eliminarmi. Ci stavano riuscendo, ma tutto sta diventato chiaro e lo diventerà ancora di più. Palermo è un tritacarne, lo sapevo e ne ho la conferma“. Poi ha continuato: “Io non ho mai sentito questa frase di Tutino. Non ricordo assolutamente nulla del genere. Forse in quel momento non prendeva bene il telefono, ma io no so di cosa si stia parlando. Non escludo che lui l’abbia detta, aveva un rapporto molto conflittuale con la Borsellino, ma di questa storia io non so nulla. Se avessi sentito quella frase non so… avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so, sono sconvolto. Provo un orrore profondo. Spero che la Procura accerti i fatti“.
Il commento di Lucia Borsellino
(nella foto, Lucia Borsellino, figlia di Paolo, magistrato assassinato dalla mafia nella strage di via D’Amelio)
La stessa Lucia Borsellino ha detto di sentirsi intimamente offesa e di provare un senso di vergogna: “Non spetta a me fare commenti al riguardo. Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro“. Riguardo alla giustificazione di Crocetta, la Borsellino ha risposto che non spetta a lei fare commenti.
Il sostegno di Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato a Lucia Borsellino per esprimerle la sua solidarietà e la sua vicinanza, in seguito alla diffusione della notizia riguardante la presunta intercettazione.