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Rosatellum bis, cos’è e come funziona la nuova legge elettorale

Il Rosatellum bis, la nuova legge elettorale proposta dal piddino Ettore Rosato, passa alla Camera grazie al voto segreto. 375 i voti favorevoli e 215 quelli contrari. Si attende ora l’esame del Senato. La fiducia sul Rosatellum era stata chiesta al governo dal Partito Democratico, per questo qualcuno l’ha ribattezzato Blindatellum: nessuna forza politica (a parte i grillini) aveva reale intenzione di far cadere il governo in un periodo in cui le coalizioni di destra non trovano accordo sul candidato premier e a sinistra si cerca un dialogo con i fuoriusciti dal Pd. Per questi motivi l’approvazione di oggi era quasi scontata. Le opposizioni, in particolare il M5S, hanno protestato dentro e fuori dall’Aula, mentre la maggioranza, con Forza Italia, Lega Nord e Ap di Angelino Alfano hanno dato il loro consenso: contrari anche MdP e Fratelli d’Italia. Il nuovo testo del Rosatellum bis o Rosatellum 2.0 è arrivato al termine di un giro di consultazioni tra i partiti e cerca di coniugare le diversi voci che compongono la legge elettorale: si tratta di un sistema elettorale proporzionale con un correttivo maggioritario dato dal 64% di seggi assegnati con il proporzionale (386) e il 36% di collegi uninominali (231): vediamo cos’è il Rosatellum bis e come funziona la nuova legge elettorale.

Il Rosatellum bis prende le mosse da quanto già si era tentato di fare con la prima versione della proposta dem, poi affossata alla prima prova dell’Aula, tra caos e accuse reciproche tra PD e M5S. Il testo della nuova legge elettorale è stato blindato dalla maggioranza grazie alla fiducia sul Rosatellum bis: lo scopo dell’esecutivo è accelerare i tempi e avere una nuova legge elettorale con cui andare a votare a fine legislatura (febbraio 2018) o prima.

Rosatellum bis, il testo: cosa dice la nuova proposta di legge elettorale

[didascalia fornitore=”ansa”]Come funziona il Rosatellum bis[/didascalia]

Il Rosatellum bis di base è un sistema elettorale proporzionale con un correttivo maggioritario visto che prevede il 64% dei seggi assegnati con sistema proporzionale e il 36% con sistema maggioritario.

Alla Camera dei 630 seggi totali 231 sarebbero assegnati in collegi uninominali, di cui sei uninominali e 5 proporzionali per il Trentino Alto Adige, 2 per il Molise e 1 per la Valle d’Aosta (uninominali);

386 in collegi plurinominali di piccole dimensioni (65 collegi elettorali, da definire con legge delega) formati da liste bloccate di 2-4 candidati;

12 nella Circoscrizione Estero.

Al Senato i 315 seggi sarebbero divisi tra i 231 collegi uninominali (con sistema maggioritario);

65 plurinominali (con listini bloccati di 2-4 candidati);

1 il collegio per la Valle d’Aosta e 6 nella Circoscrizione Estero.

La soglia di sbarramento – per la parte proporzionale – è stata fissata al 3% per i singoli partiti.

Le circoscrizioni sono 20.

Non è previsto il voto disgiunto. Ci sarà un’unica scheda elettorale con i nomi dei singoli candidati associati ai partiti che li sostengono, e accanto i nomi del listino della circoscrizione relativa. Si potrà sbarrare il nome del candidato, e in questo caso il voto andrà ai partiti con sistema proporzionale, oppure il simbolo del partito, dando così il voto al partito e al candidato uninominale.

Rosatellum bis, favorevoli e contrari
Come anticipato, il nuovo testo vede una nuova alleanza istituzionale tra PD, Forza Italia, Lega Nord e Ap, come confermato dal capogruppo alla Camera, Maurizio Lupi.

“Noi siamo pronti al dialogo tra maggioranza e opposizione e diamo la nostra piena disponibilità a collaborare sulla base della proposta prospettata dal Partito democratico”, ha dichiarato. Per gli alfaniani la condizione sine qua non era la soglia di sbarramento al 3%, come confermato nel testo depositato.

Forza Italia ha dato il suo sì, come la Lega che ha già espresso il voto favorevole per una legge che, alla fine, premierebbe il Carroccio.

Qualche perplessità è arrivata dalla minoranza PD. Andrea Orlando, in un’intervista a Corriere TV, ha detto di non essere del tutto soddisfatto del testo. “Non è questa la legge che vorrei e spero in un aumento della quota maggioritaria. Ma meglio della legge attuale è meglio quasi tutto”, ha dichiarato.

Contrari invece il M5S, con Luigi Di Maio che definisce il Rosatellum “un inciucio tra PD e FI per far fuori il M5S”, e che ha chiamato i suoi alla protesta di piazza, parlando di “emergenza democratica”, ma anche Fratelli d’Italia. “Mi fa schifo”, ha dichiarato la leader Giorgia Meloni. Il testo non piace neanche a sinistra, sia al MdP che al fronte di Campo Progressista: Giuliano Pisapia lo ha definito un testo “peggiorativo della prima versione”.

Lorena Cacace

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