Il campione Pietro Reale, ex azzurro del rugby, è morto a Rovigo all’età di 59 anni. Con i “Bersaglieri” rossoblù vinse ben due scudetti.
Si è spento ieri a causa di un infarto fulminante che non gli ha lasciato scampo, Molti i messaggi di cordoglio arrivati dal mondo del web da parte di professionisti e fan di ogni parte d’Italia.
Morto Pietro Reale
Non è forse un nome conosciuto dalle nuove generazioni ma Pietro Reale è stato un nome importante nella storia del rugby italiano.
Si è spento nelle scorse ore nella città di Rovigo, dove viveva e dove era nato. Si trovava a lavoro nel suo studio quando il malore lo ha colto all’improvviso.
Subito è scattato l’allarme ai sanitari del 118 ma non c’è stato nulla da fare per salvare l’ex campione, ogni tentativo di rianimazione è stato inutile, dunque è stato caricato in ambulanza e portato in obitorio.
A chiamare i soccorsi è stato suo fratello Paolo, che si trovava nello stesso luogo ed è ancora fortemente scioccato per questa morte terribile.
Attualmente Reale aveva fatto della sua seconda grande passione, l’architettura, la sua professione. Tuttavia aveva un cuore da sportivo, quello che ieri si è fermato in maniera letale ma che nella sua lunga carriera lo ha spinto a imprese che tutti i suoi fan non dimenticheranno mai.
Anche la stessa società Rossoblù ha speso parole commoventi per salutarlo, così come altre nel mondo del rugby e l’ex tecnico del Rovigo, Pippo Frati, il quale ha scritto
“oggi è andato via un pezzo di rovigo, una persona a cui devo tanto e a cui volevo molto bene. ciao pietro, mi mancherai”.
La Federazione italiana Rugby ha appreso con tristezza la notizia e l’ha riportata sul proprio sito ufficiale, ricordando l’amore di Pietro per lo sport a cui aveva dedicato la vita.
Carriera
Da rugbista Pietro Reale è stato un seconda e terza linea, vincendo con il Rovigo due scudetti, rispettivamente nel 1988 e nel 1990. Durante la stagione di quest’ultimo giocava come capitano della squadra.
Il primo scudetto venne conquistato al Flaminio di Roma mentre il secondo a Brescia, entrambi battendo il Benetton Treviso.
In quegli anni, a tenere incollati i tifosi erano le super sfide fra la sua squadra e il Petrarca Padova.
Sono 7 le presenze in nazionale del campione, il quale è anche stato dirigente della Rugby Rovigo e direttore sportivo negli anni della conduzione tecnica di Pippo Frati e Andrea De Rossi.
Con la Nazionale aveva debuttato nel 1987, scendendo in campo contro l’Unione Sovietica e rimanendo nel giro fino al 1992, quando conquistò l’ultimo dei suoi 7 caps, a Melrose, contro la Scozia.
Entrato a far parte dei cosiddetti “Bersaglieri” fin da giovane, è cresciuto molto insieme alla sua squadra, così come il fratello maggiore Paolo. Dopo la carriera agonistica aveva ricoperto il ruolo di direttore sportivo del club per alcuni anni, per poi dedicarsi all’architettura e aprire un suo studio a Rovigo.
Un minuto di silenzio sarà osservato oggi in tutta Italia per commemorare il grande campione.