Nell’arco di dieci anni rubò oltre otto milioni di euro dalle casse dell’Istituto Case Popolari, quando lavorava come funzionario e poi dirigente dell’Atc, l’istituto che si occupa di gestire circa 2 mila case popolari ad Asti e provincia. L’uomo, un 56ene sposato e con due figli adulti, si è intascato il denaro tra il 2004 ed il 2014, una media di 800mila euro all’anno, ma ora ha pure chiesto e ottenuto una pensione di invalidità giustificata da una improvvisa depressione. Ecco i dettagli.
La vicenda che coinvolge Piero Santoro viene riportata da La Stampa. Dopo gli accertamenti del caso, la situazione dell’uomo è leggermente cambiata. Infatti, del totale sottratto, ovvero degli 8 milioni e mezzo rubati alle casse dell’ATC, ne sono stati restituiti un paio, mentre altri gli sono stati prontamente sequestrati, così come la villa a Mongardino, una residenza sulle colline appena fuori città.
All’appello però mancavano più o meno 3 milioni, a grandi linee spesi tra l’acquisto di vetture di lusso, Rolex e vestiti firmati. Così l’uomo aveva patteggiato 4 anni e 2 mesi, senza però fare un solo giorno di carcere. A giugno 2015 l’uomo invece decide di presentare all’Asl del Comune di residenza (Torino) una domanda per ottenere la pensione di invalidità, a causa della depressione di cui si dichiara sofferente dopo le questioni avute con la giustizia. La commissione medica incaricata gli ha riconosciuto (dopo nemmeno due mesi) una invalidità dell’80%, per cui Santoro ha diritto a incassare un assegno da 280 euro per 13 mensilità e visto che risulta disoccupato, è immediatamente ‘pagabile’.
(foto archivio)
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