Il Rugby fa male e non dev’essere praticato nelle scuole. Questo è ciò che traspare dalla lettera scritta da oltre 70 medici britannici che accusano lo sport della palla ovale troppo violente e colpevole di essere una delle principali motivazioni degli infortuni dei giovani inglesi ed irlandesi.
I medici britannici hanno accusato lo sport dalla palla ovale di essere troppo violento e, per colpa di questa caratteristica, chi lo pratica a livello giovanile soprattutto si infortuna per via dei contatti troppo irruenti: “Due terzi degli infortunati nel rugby giovanile sono generati da contatti violenti”. D’altro canto le istituzioni rugbistiche rispondono: “la sfida del contatto è una tappa verso lo sviluppo mentale, caratteriale e fisico”.
La proposta sarebbe quella di trovare una via di mezzo tra continuare di praticare il rugby e bandirlo dalle scuole, questa via di mezzo sarebbe il “rugby touch“. In sostanza sarebbe lo sport del rugby ma senza un vero e proprio contatto fisico o per lo meno è molto limitato. Di certo però questo non è rugby, è un altro sport.
Nella lettera inviata dai medici viene esplicitamente detto che il rugby fa male ai ragazzi e che possono avere conseguenze gravi se dovessero avere infortuni o traumi praticando questo sport. Secondo i medici in questione più di due terzi degli infortuni nel rugby giovanile sono la conseguenza di interventi violenti e di contatti al limite del possibile.
La World Rugby non è di certo rimasta zitta e ha spiegato di come questo sport sia “violento” nella media degli altri sport e anzi che nel rugby, la sicurezza è al primo posto nella lista delle priorità. Non ci può essere rugby senza contatto. In sintesi, l’istituzione di rugby più importante al mondo a risposto a tono alla lettera dei medici, affermando che chi fa rugby è consapevole dei contatti che ci sono ma è anche consapevole dei benefici, mentali e caratteriali (oltre che fisici), che porta questo sport.
Il progetto Rugby Football Union è un programma creato per introdurre nelle scuole questa disciplina nelle scuole, per migliorare e sviluppare il carattere dei ragazzi e, in qualche modo, forgiarli. E’ evidente che il contatto fisico ha la sua influenza in questo processo di crescita. Un portavoce della Federazione di Rugby ha dichiarato: “Il rugby è uno sport fantastico per i bambini con molti benefici fisici e sociali, l’autostima e la disciplina, l’essere parte di un gruppo. E gli insegnanti riscontrano spesso notevoli miglioramenti, anche fuori dal campo”.
La BBC ha voluto sapere cosa pensavano alcuni docenti delle scuole dove viene praticato il rugby rispetto alla lettera inviata dai medici per limitare o addirittura evitare il contatto fisico in questo sport: “E’ importante che i ragazzi si assumano la sfida del contatto e dello scontro come tappa per lo sviluppo mentale, caratteriale e fisico. Per farlo serve disciplina mentale, capacità di usare il corpo e volontà”.
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