Oggi si celebra il Natale ortodosso e il presidente Putin ha proposto una tregua bilaterale in occasione delle festività. Un cessate il fuoco, che ha sollevato numerosi dubbi e insinuazioni esi è rivelato fasullo. Ora Ucraina e Russia si accusano a vicenda di aver violato la tregua.
Nessuno aveva dato credibilità alla proposta di un armistizio temporaneo, per poter permettere ai fedeli ortodossi, sia ucraini che russi, di festeggiare il Natale in maniera più serena possibile. Il primo a non credere nella benevolenza del Cremlino è stato Zelensky, ma a ruota anche molte autorità internazionali hanno espresso il loro pensiero in merito.
Le notizie che emergono in queste due giornate importanti non preannunciano nulla di buono ma anzi fanno chiaramente capire, se confermate, che la guerra non è in procinto di giungere a una conclusione.
La guerra tra Russia e Ucraina, come svelano le autorità statunitensi, è ora in una fase di stallo. Ciò non significa però che il conflitto sta per giungere al termine, anche perché la realtà rivela tutto un tro scenario. La realtà è che le due nazioni in guerra stanno continuando a combattere e non è, attualmente, previsto un piano di trattative che possa far pensare a un epilogo.
Dopo dieci mesi di attacchi russi in Ucraina, la Nazione si presenta devastata e la sofferenza del popolo è palpabile ma, ciò nonostante, gli ucraini dimostrano la loro estrema resilienza cercando di continuare a fare la loro vita usuale. Un’esistenza che dallo scorso febbraio ha subito un cambiamento repentino e se si da oggi uno sguardo al Paese è subito chiaro quanto coraggio è necessario ogni giorno per rimanere nella propria terra.
Zelensky ha proposto un piano di pace strutturato in diversi punti che ha, però, sollevato indignazione al Cremlino, in quanto le richieste avanzate per trattare comprendono la restituzione dei territori ucraini annessi illegalmente dalla Russia.
Putin ha subito un isolamento che, però, non lo ha abbattuto ma ha generato in lui la volontà di perseguire un piano commerciale e di distribuzione energetica, che punta a escludere la dipendenza delle nazioni asiatiche dall’Occidente. Questo perché le nazioni europee e gli Stati Uniti hanno intrapreso un percorso che punta al fornire aiuti all’Ucraina ma soprattutto hanno provato a colpire Putin escludendolo da rapporti commerciali e economici.
Nonostante le nazioni occidentali si siano unite isolando il leader russo, lui ha stretto rapporti ancora più profondi con la Cina e di recente ha avuto un video colloquio con il capo di stato cinese Xi Jinping.
Emerge una chiara spaccatura tra Occidente e Oriente che però prende direzioni e dinamiche insolite e inedite. Questo a causa della crisi economica e energetica, che ha messo a dura prova ogni paese e che è scaturita dal conflitto in atto in territorio ucraino. Putin ha utilizzato l’arma energetica per tenere sotto scacco i suoi oppositori e ha continuato imperterrito la sua operazione militare speciale in Ucraina.
Il presidente ucraino ha dimostrato caparbietà e, con l’aiuto dei suoi alleati, ha difeso la sua terra e riconquistato parte dei territori conquistati dai russi. L’impiego dei sistemi di difesa aerea hanno permesso di bloccare molti attacchi e di portare avanti la contro offensiva di Kiev.
Il presidente Putin ha stupito e attirato l’attenzione mediatica con una proposta che ha subito sollevato la diffidenza dell’Ucraina e delle autorità mondiali. Il capo di stato ha chiesto un cessate il fuoco bilaterale da mezzogiorno del 6 gennaio fino alla mezzanotte del 7 gennaio. Questo per permettere ai fedeli di festeggiare il Natale ortodosso.
La proposta non è stata accolta di buon grado da Kiev che ha subito affermato di non farsi ingannare dalle strategie di Putin.
La tregua di Natale tra Russia e Ucraina, proposta da Putin, non è stata rispettata e gli attacchi sono arrivati poco dopo il suo inizio. Kiev e Mosca si accusano a vicenda di aver violato per primi l’armistizio temporaneo. Kherson è stata bombardata moltissime volte dopo l’entrata in vigore della tregua proposta. Un video mostra ciò che resta dell’aeroporto della città ovvero un cumulo di macerie che rispecchiano lo stato attuale dell’Ucraina.
Il patriarca russo Kirill ha dichiarato che russi e ucraini sono fratelli e ha precisato che: “Ovviamente il futuro dipende da quanto successo avranno queste iniziative, ma la Chiesa deve fare tutto il possibile perché in nessun caso russi e ucraini diventino nemici“.
Il portavoce della Difesa russa Igor Konashenkov ha dichiarato: “l’insieme delle truppe russe nell’area dell’operazione speciale dalle 12:00 del 6 gennaio osserva il cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto, mentre il regime di Kiev ha continuato a bombardare gli insediamenti e le posizioni russe il giorno precedente”.
Il metropolita della Chiesa ortodossa ucraina ha invece dichiarato: “Dieci mesi di attacchi su vasta scala, uccisioni e torture di civili, di terribili atrocità e distruzione di intere città, di cinici attacchi terroristici contro infrastrutture critiche da cui dipende la vita della gente comune, di continue bugie e propaganda hanno dimostrato che attualmente non abbiamo il minimo motivo per fidarci delle dichiarazioni della Russia, né dell’esistenza di valori morali tra i suoi leader, compresi quelli ecclesiastici”.
Ciò che però ha sollevato la preoccupazione generale è qualcosa che riguarda proprio il futuro prossimo della guerra tra Russia e Ucraina. L’intelligence ucraina ha rivelato che, secondo le informazioni ottenute fino ad ora, c’è la concreta possibilità di una nuova mobilitazione militare russa voluta da Putin. Secondo le autorità ucraine i soldati che potrebbero essere mobilitati sono 500.000. Notizia che, se confermata, fa chiaramente trasparire la volontà del Cremlino di continuare il conflitto in atto.
Mentre il conflitto prosegue sputano le foto della messa tradizionale natalizia dove Putin è solo ad ascoltare la celebrazione effettuata dal funzionario ecclesiastico. Un’immagine che mostra la solitudine di un uomo che però continua, nonostante tutto, nel suo intento di conquista e nella ricerca di una sovranità russa sul resto del mondo, che a conti fatti sta portando soltanto sofferenza globale.
Mentre invece si apprende che Zelensky ha deciso di togliere la cittadinanza a 13 sacerdoti della chiesa ortodossa Ucraina filorussi. La decisione è stata definita da Mosca come un atto satanico.
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