Il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue e non accenna a fermarsi ma anzi è andato rafforzando sempre più, cosi come le alleanze degli Stati in guerra. La tensione è tuttora alle stelle. Oggi l’attenzione internazionale e rivolta alla battaglia di Soledar, che è l’argomento all’ordine del giorno in quanto la Russia ha affermato di aver conquistato il territorio mentre gli ucraini affermano che la battaglia è ancora in essere.
Qualcosa però ha attirato l’attenzione internazionale e si tratta della disputa pubblica avvenuta tra i mercenari del gruppo Wagner e le forze militari governative di Mosca. Ma non solo dato che le parti russe prese in causa sono diverse. Un battibecco che, secondo gli esperti in ambito politico, ha un significato molto profondo, che potrebbe segnare il declino Di Putin.
Nonostante l’offensiva russa abbia oggi spinto gli ucraini alla difesa e, come sembra trasparire dai media internazionali, in maniera faticosa è riuscita a tenere testa e a resistere. Stando alle dichiarazioni delle autorità di Kiev, la battaglia non è ancora persa e alcune truppe ucraine resistono al nemico senza indietreggiare. La zona intorno alla città è stata martoriata di attacchi perduranti per lunghe ore.
Sembra che Mosca viva un momento complicato ai vertici dato che una crepa, questa volta, si è aperta sotto gli occhi di tutti. Questo perché ci sono state diatribe pubbliche, mostrate nella televisione di Stato russa, che hanno rivelato chiaramente malcontento e nervosismo tra i maggiori esponenti russi.
Uno degli scontri in atto ai vertici è quello tra il mercenario Prigozhin e gli alti funzionari militari inquadrati nei ranghi governativi. Il comandante del gruppo Wagner è stato riconfermato, nei giorni scorsi in quella che si sta consumando proprio in questo momento ovvero la battaglia di Soledar.
Dopo lo scontro in atto fra i mercenari di Evgheny Prigozhin e i militari inquadrati nei ranghi si è accesa una certa tensione in merito all’operazione speciale militare Ucraina. il portavoce della Presidenza russa Dmitry Peskov ha per ben due volte corretto le parole del fondatore della Wagner.
Nelle ultime ore, i vece, il presidente della Duma Volodin aveva avanzato l’idea di introdurre un provvedimento che mira alla confisca dei beni di chi ha lasciato la Russia.
Peskov, però, ha bocciato l’idea di Volodin e ha affermato: “Il tema di restrizioni per coloro che hanno lasciato la Russia è pertinente molto complesso e bisogna fare attenzione a non aprire un vaso di Pandora. I nemici sono nemici, dobbiamo combatterli, ma gli altri sono nostri cittadini e devono rimanere tali”.
Il portavoce del Cremlino ha quindi bocciato e spezzato le gambe all’idea che Volodin aveva già preannunciato e che sembrava già passata anche al vaglio del presidente. Ogni qualvolta che emergeva un messaggio in merito alla proposta di una legge, da lui avanzata, veniva poi di fatto attuata pochissimo tempo dopo.
Un primo scricchiolio interno che non è così leggero come potrebbe sembrare.
Poco prima della dichiarazione ufficiale di Peskov, il presidente della Duma aveva scritto sul suo canale Telegram queste parole: “Alcuni russi considerano possibile insultare la Russia, i suoi abitanti, soldati e burocrati e sostenere apertamente i nazisti e gli assassini allo scopo di mantenere il loro benessere all’estero”
L’esponente di Russia Unita ha affermato in merito alla nuova legge proposta da Volodin che: “Tali dichiarazioni possono essere considerate come incitazioni all’estremismo, alla riabilitazione del nazismo, o al discredito delle forze armate. Come si è dimostrato, le misure esistenti di risposta non sono sufficienti“. Precisando inoltre che tra i russi all’estero: “ce ne sono che vivono confortevolmente grazie al nostro Paese”.
Non è stato soltanto Peskov a sollevare malcontento ma bensì emerge, anche questo pubblicamente, che Vladimir Putin sia contrapposto a Denis Manturov, vice Premier e ministro del Commercio e dell’industria, che si occupa, anche però, dell’industria della difesa e fino ad ora considerato un fedelissimo del presidente. In questo ultimo caso però non è chiaro se si tratti di un reale dissapore o se si tratta della volontà del presidente Putin di elevarsi al di sopra di coloro alle quali vengono attribuite le cause delle problematiche militari in Ucraina.
Ciò che ha sollevato la polemica è stata la quantità di tempo che sta impiegando Manturov per i contratti nel settore aeronautico. Lui ha provato a spiegare al capo di Stato le motivazioni, che hanno arrecato disagio è portato ai ritardi attuali. Precisando anche che il suo ministero ha dovuto iniziare completamente da zero la produzione di motori per elicotteri VK 2500, dato che in precedenza i velivoli venivano fabbricati in Ucraina.
Putin ha però alzato gli occhi al cielo e risposto duramente che: “troppo, ci sta mettendo troppo. Vi chiedo di accelerare il lavoro“. Manturov ha confermato l’apertura di una linea di credito che permetterà ad Aero tu flot di produrre 63 aerei. Precisato inoltre che un totale di 700 aerei dovranno poi arrivare entro il 2030. Mentre stava spiegando le sue ragioni e stato però interrotto dal presidente che lo ha freddatodicendo: “So che non ci sono contratti per le imprese, mi hanno detto i direttori. Fa finta di non capire? Quando saranno firmati i contratti?”.
Putin ha poi preso nuovamente la parola specificando in maniera decisa che i: “700 aerei ed elicotteri inclusi devono essere resi disponibili con una collaborazione con il ministero della Difesa, in modo che sia chiaro quanti dipartimenti militari faranno ordini e quanti saranno invece gli aerei civili. Le piccole imprese ancora non hanno ricevuto ordini, neanche per il 2023. Tutti capiscono l’urgenza di queste questioni. Tutto deve essere completato entro un mese. Non cerchi di fare il suo meglio. Ci arrivi entro un mese. Non capisce in che situazione ci troviamo? Deve essere completato in un mese, non oltre”,
La situazione è complicata e sembra, perlomeno da quello che traspare dagli ultimi avvenimenti interni al Cremlino, che ci sia agitazione e idee diverse che rendono complicato accordarsi e procedere a significativamente all’unanimità per Mosca.
Nonostante ciò oggi l’esercito russo ha affermato di aver conquistato la tanto discussa città di Soledar, che fa parte della regione del Donetsk.
Quello che è certo è che la città di Soledar è stata completamente distrutta dai numerosissimi attacchi, sia aerei che avvenuti direttamente lungo le strade della città. Le truppe ucraina e truppe russe non hanno mai smesso di lanciare offensive reciproche. Da un lato vediamo le autorità di Mosca che già da ora affermano di avere il pieno possesso della città di Soledar e di averla conquistata completamente, dall’altro lato Kiev riferisce che truppe ucraine stanno ancora resistendo e si oppongono alla totale conquista della città.
Il corrispondente di Sky Alex Rossi, che si trova in una vicino alla città di Soledar, ha spiegato nel pomeriggio che sembra che gli ucraini abbiano lasciato la città e ha anche spiegato che si sono verificati combattimenti con armi d’artiglieria pesante e diretti sul campo che sono stati incessanti e impietosi. A suo avviso ciò che ha captato sono perdite molto potenti di entrambe le truppe in contrasto e perdite estremamente importanti a livello di vite umane da entrambe le fazioni in contrasto.
Ministro della Difesa di Mosca ha riferito, nel tardo pomeriggio, che le truppe russe sono riuscite a compiere l’assalto finale a Soledar. ha precisato che: “L’assalto finale alla città di Soledar è stato compiuto con un successo dai volontari della Wagner”. Ed ha anche reso omaggioalla forza, al temperamento e alla voglia di vincere del gruppo Wagner che è riuscito nell’impresa.
Lo stato maggiore ucraino e riferisce invece queste parole: “In direzione di Bakhmut, il nemico ha bombardato Spirne, Bilogorivka, Rozdolivka, Yakovlivka, Soledar, Krasna Gora, Bakhmut, Klishchiivka, Kurdyumivka, Druzhba e la regione settentrionale di Donetsk. Le battaglie per Soledar continuano”.
Mentre questo accade l’Europa sottolinea, nuovamente, che verranno elargiti nuovi aiuti e che l’Ucraina non verrà mai lasciata sola dagli alleati. Anche gli Stati Uniti mostrano la loro vicinanza, dopo la giornata di dura battaglia che ha dovuto e che sta ancora affrontando l’Ucraina.
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