300 giorni di guerra in Ucraina e la situazione è sempre più incandescente. L’esplosione di un gasdotto in Russia avrebbe provocato morti e feriti, mentre Kiev è senza corrente elettrica e acqua e giungono notizie allarmanti da Kherson: due reporter italiani sarebbero rimasti feriti in un attacco definito “intenzionale” e condotto dal fronte russo oltre il Nipro.
La guerra tra Mosca e Kiev si consuma da 300 giorni sul suolo ucraino e le tensioni non accennano ad allentarsi dopo la recente visita di Vladimir Putin al presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. L’incontro di Minsk tra i due vertici potrebbe celare un appoggio offensivo della Bielorussia al Cremlino, timore da mesi nella testa dell’Occidente e finora fortunatamente scongiurato.
Nel gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod, che dalla Russia attraversa l’Ucraina, si sarebbe registrata una esplosione che, questa mattina, avrebbe causato un bilancio di almeno 3 morti e alcuni feriti.
A riferirlo è l’agenzia russa Tass, secondo cui sarebbero in corso indagini sull’accaduto e al momento le informazioni sono ancora frammentarie. L’area del gasdotto esploso si troverebbe nel distretto russo di Vurnarsky, nella Repubblica di Chuvash, circa 700 chilometri a est di Mosca.
Nelle ultime ore, la capitale ucraina Kiev sarebbe quasi completamente senza luce e acqua. L’interruzione della fornitura di energia elettrica riguarderebbe l’80% della regione e la situazione è di massima emergenza.
Secondo le autorità locali, occorreranno diverse ore prima del ripristino dell’approvvigionamento idrico, ma gli occhi sono puntati ai fronti caldi della guerra che starebbero restituendo cronache allarmanti.
Poche ore fa, infatti, a Minsk, Putin ha incontrato il suo omologo bielorusso sottolineando l’asse che lega i due Paesi anche sulla linea dell’offensiva del Cremlino sull’Ucraina.
Aumentano così i timori, mai sopiti, di una alleanza militare sul campo tra Bielorussia e Russia, evento che aprirebbe a un allargamento del conflitto finora non escluso dall’alveo delle peggiori ipotesi sull’andamento della guerra.
Stando alle voci più pessimiste sul faccia a faccia Putin-Lukashenko, l’incontro non sarebbe altro che la prova di un pressing di Mosca per un coinvolgimento diretto della Bielorussia sul campo, con il governo bielorusso deciso a contrattare condizioni più favorevoli sulle forniture di gas in cambio di un impegno bellico immediato.
Di questa mattina un altro aggiornamento preoccupante da Kherson, dove due reporter italiani, Claudio Locatelli e Niccolò Celesti, sono rimasti coinvolti in un attacco russo dal fronte oltre la sponda di Nipro riportando fortunatamente ferite lievi.
A riportare la notizia è proprio il freelance Locatelli, che sui social ha documentato le fasi concitate dell’accaduto mostrando al pubblico il suo collo sanguinante a seguito dei colpi esplosi all’indirizzo della loro auto.
Secondo quanto ricostruito dai reporter italiani feriti a Kherson, si sarebbe trattato di un “attacco intenzionale” visti luogo e dinamica dell’accaduto.
Da mesi, Claudio Locatelli e i suoi colleghi sono impegnati in Ucraina sui fronti più roventi della guerra per documentare cosa sta accadendo dopo l’invasione ordinata da Putin.
Locatelli ha spiegato di essere rimasto bloccato sotto tiro con i colleghi prima di riuscire a guadagnare una via di fuga e mettersi in salvo.
L’auto era “ben segnalata” e non ci sarebbero state altre persone durante l’azione russa, motivo per cui il reporter ritiene l’attacco un “volontario” gesto per attentare alla stampa impegnata sui luoghi del conflitto.
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