Nella mattinata di oggi in Russia si sono svolte le celebrazioni commemorative per Darya Dugina. L’ultimo saluto del padre, filosofo di estrema destra, scampato all’attentato.
Oggi in Russia l’ultimo saluto di Alexander Dugin alla figlia, morta in un attentato lo scorso sabato. Il filosofo e politico di estrema destra ricorda Darya Dugina e commenta: “E’ morta per la Russia”. Intanto Kiev smentisce coinvolgimenti, mentre secondo le ultime ricostruzioni, a Mosca avrebbero già individuato la colpevole.
La morte di Darya Dugina lo scorso sabato, intorno alle ore 21.45. La donna, figlia di Alexander Dugin, viaggiava sulla sua auto quando un’esplosione ha fatto uscire fuori strada il veicolo, che ha immediatamente preso fuoco. Il filosofo, per molti il vero bersaglio dell’attentato, è scampato all’attacco.
Padre e figlia avevano partecipato a una conferenza “Tradizione e storia”, mentre l’esplosione è avvenuta a Velyki Vyazomi. Da quanto si apprende il politico si sarebbe dovuto trovare nella stessa automobile della donna.
I funerali si sono svolti nella mattinata di oggi in Russia nel centro televisivo di Ostankino, mentre Putin ha assegnato per la Dugina l’assegnazione all’Ordine del Coraggio postuma.
Nei giorni successivi sono state diverse le ipotesi infatti riguardo la morte della donna, giornalista per Russia Today – tv gestita dal Cremlino – e redattrice di un sito di disinformazione United world international.
Secondo Mosca infatti sarebbero stato gli ucraini ad attentare alla vita di Alexander Dugin e della figlia, unica vittima dell’esplosione. Lo stesso filosofo, fautore dell’ipernazionalismo e grande sostenitore della guerra, ha dichiarato più volte che l’attentato sarebbe stata opera dei “nazisti ucraini”.
Da Kiev sono subito arrivate le prime smentite. “Non operiamo in questo modo“, sono le dichiarazioni di Oleg Danilo riportate dalle tv ucraine. Il segretario della Difesa ha negato ogni coinvolgimento dell’esercito ucraino nell’attacco alla giornalista, mentre Mosca avrebbe già individuato la colpevole.
Secondo quanto riferito dai Servizi Russi, si tratterebbe di una donna di nazionalità ucraina Natalya Vovk, entrata nel paese con un’auto targata Donetsk insieme alla figlia. Dopo l’attentato la Vovk si sarebbe ritirata in Estonia, sempre secondo la ricostruzione dell’Fsb.
Ma anche i vertiici estoni hanno parlato di tale ipotesi come “provocazione” da parte della Russia. Lo ha dichiarato Urmas Reinsalu, ministro degli esteri dell’Estonia a Etv.
“Un mondo di fiction” quello russo, secondo il Mikhailo Podolyak, che ha rimandato al mittente le accuse di un coinvolgimento di Kiev.
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