Il conflitto tra Russia e Ucraina procede e, ora, l’attesa e l’attenzione sono focalizzate sulle nuove forniture militari, che le nazioni europee invieranno alle truppe ucraine per continuare la difesa del territorio. L’ex presidente russo Medvedev ha precisato che, a questo punto, il conflitto globale non è più un’idea così lontana. Mentre il ministro degli Lavrov amplia la partnership militare e annuncia esercitazioni congiunte con il Sudafrica e la Cina.
L’Ue ha approvato un nuovo piano di aiuti per l’esercito ucraino che ammonta a 500 milioni. L’attenzione è ancora posta sulla questione dei tank e sulla scelta della Germania, che ha avuto una battuta d’arresto che ha destato, a sua volta, malcontento e tensione in merito allo stop momentaneo come per esempio da parte della Polonia, la quale invece sostiene che vadano consegnati senza indugi. Gli attacchi continuano a devastare l’Ucraina e il presidente Zelensky chiede supporto massimo per proseguire nella resistenza alla Russia. Putin ha adottato una strategia differente cambiando i vertici militari e puntando a missioni congiunte e organizzate che vanno a colpire in diverse zone il territorio indebolendolo.
L’Unione Europea ha ribadito, anche oggi, che non verrà mai a mancare il sostegno europeo e che, finché sarà possibile, gli aiuti all’esercito di Kiev non verranno meno. Nella giornata odierna è stata così sbloccata una nuova tranche di aiuti che stanno, però, causando un certo nervosismo tra le autorità di Mosca.
I governi europei hanno scelto di sbloccare una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina per una somma pari a 500 milioni. Il via libera ufficiale da parte dei membri Ue è arrivato oggi, 23 gennaio, dai ministri degli Esteri dei 27 Paesi Ue riuniti a Bruxelles. Il nuovo pacchetto di aiuti transiterà, come è successo anche nei sovvenzionamenti precedenti, tramite lo strumento finanziario della European Peace Facility.
La decisione è presa ma l’adozione formale avverrà nel prossimo incontro degli ambasciatori permanenti Ue. L’accordo politico è stato raggiunto anche grazie al nulla osta dell’Ungheria e questo non era così scontato dato che Orban ha sempre mantenuto una posizione neutra e sicuramente non dura rispetto alle responsabilità di Mosca rispetto al conflitto e stavolta rispetto alle sanzioni sembrava concreta la possibilità del vero.
Ma oggi il ministro degli Esteri ungherese ha annunciato ufficialmente il suo appoggio al pacchetto di aiuti verso l’Ucraina. Peter Szijjarto ha affermato: “Qualsiasi decisione che possa portare al prolungamento della guerra è contraria ai nostri interessi, e quindi non consideriamo giusto o una buona idea aumentare le forniture di armi, ma non blocchiamo l’attuazione della decisione dell’Ue al riguardo”.
Szijjártó ha però ribadito che Budapest è contrario a un nuovo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino, sottolineando anche che alla riunione dei ministri degli Esteri Ue: “regna lo stesso clima bellicoso dell’anno scorso. Stiamo parlando di spedizioni di armi e sanzioni, non di pace”. Ha confermato che le misure adottate non hanno avuto l’effetto sperato e che rappresentano “un esperimento fallito”.
Il Cremlino e sopratutto Medvedev vedeono il salto di qualità nei rifornimenti militari rivolto a Kiev un messaggio politico ben chiaro che è promosso anche dalle nazioni europee, che hanno scelto di schierarsi e prendere così parte al conflitto. Secondo il punto di vista russo questo appoggio equivale a un affronto e sopratutto a una presa di posizione che porta la guerra a un nuovo livello.
Il ministro degli esteri Lavrov ha precisato che: “La guerra tra Russia e l’Occidente non è più ibrida, ma quasi reale”.
L’ ex presidente Medvedev ha invece utilizzato un tono più drammatico e ha riferito: “Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia”.
L’agenzia Tass ha riferito altre parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza ovvero che: “L’operazione speciale che si sta compiendo in Ucraina è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti”. Ha precisato poi che: “è ovvio che il mondo si è di conseguenza avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale”.
Il ministro degli esteri russo Lavrov ha incontrato oggi le autorità del Sudafrica con le quali ha concordato di effettuare esercitazioni militari insieme alla Cina. Nonostante siano pervenute al governo sudafricano molte critiche per il gesto ritenuto inadeguato e fuori luogo data la posizione russa nel conflitto in Ucraina. Effettuare esercitazioni con chi ha causato un conflitto in corso ha generato dissenso internazionale. L’incontro tra Russia e Sudafrica sembra essere stato produttivo e costruttivo, almeno da quanto emerge dai media.
Nel mentre emerge anche che la nave ammiraglio Gorshkov raggiungerà la base navale di Tartus in Siria. Si tratta dell’unico porto navale con sbocco sul Mediterraneo delle forze russe.
L’agenzia Tass ha riferito che: “prenderà parte ad esercitazioni navali congiunte con le marine cinesi e sudafricane”.
La nave è armata con missili Zircon che viaggiano ad una velocità nove volte superiore a quella del suono e hanno una portata di oltre mille chilometri, stando alle informazioni emerse dalla Russia. Questi missili costituiscono il gioiello dell’arsenale ipersonico russo.
La South African National Defense Force ha affermato giovedì scorso che le esercitazioni saranno attuate dal 17 al 27 febbraio.
Ha poi precisato che hanno lo scopo di “rafforzare le già fiorenti relazioni tra Sudafrica, Russia e Cina”. Secondo il governo del Sudafrica non è sbagliato coltivare rapporti già esistenti pur precisando che non si trova d’accordo con l’operazione speciale russa in Ucraina ma che, nonostante ciò, non ha intenzione di prendere le parti ne di una nazione ne dell’altra.
Si tratta della seconda esercitazione tra le tra nazioni e questo avvicina le forze navali russe ad altre zone prima meno sotto controllo. Questo non è ben visto dall’Occidente, che vede Mosca espandere i propri rapporti militari e e cambiare dinamiche e strategia appoggiandosi a nuove rotte che, in realtà, sta coltivando da diverso tempo.
La Russia vuole affermare la propria potenza militare utilizzando nuove rotte, ma restando sempre legata alla solidità della Cina. Un progetto che procede per vie differenti dal consueto, ma che va a dare nuovo slancio e potenza all’esercito russo. Putin non ha intenzione di farsi trovare impreparato nel caso succeda quel tanto temuto errore che può fare scoppiare un conflitto internazionale.
Lavrov ha manifestato chiaramente il suo disappunto contro l’Occidente che, a suo avviso, continua a dare supporto smisurato e continuativo all’Ucraina. Soffermandosi sul fatto che, molte nazioni, sono state portate a questo atteggiamento dai grandi capi occidentali che continuano a minacciare la Russia e a dare un’immagine totalmente sbagliata del Paese.
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