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Russia, ultime notizie sull’attentato a San Pietroburgo: un’esplosione nella metropolitana della città russa avvenuta intorno all’ora di pranzo del 3 aprile ha causato 11 morti e 45 feriti. L’esplosione della bomba è avvenuta tra le fermate Sennaya Ploshchad e Technology Institute. Cifre ballerine sul numero delle vittime inizialmente, poi il bilancio (gravissimo) si è assestato su 11 morti e 45 feriti, fra cui alcuni bambini.
Dopo l’attentato a San Pietroburgo sono state chiuse per alcune ore tutte le stazioni della metro in via precauzionale, ma oggi la metropolitana ha ripreso a lavorare, come ha reso noto il governatore di San Pietroburgo, Gheorgy Poltavchenko. “La metropolitana da questa mattina ha ripreso pienamente il suo lavoro: su tutte le linee e fermate”, ha detto il rappresentante dell’amministrazione cittadina.
Nervosismo ai massimi livelli perché proprio Vladimir Putin si trovava a San Pietroburgo per un incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
Vi terremo informati sulle ultime notizie con aggiornamenti in diretta sull’attentato alla metro di San Pietroburgo.
(Akbarzhon Jalilov, il presunto attentatore)
Al momento non è giunta alcuna rivendicazione, e mentre la stampa filogovernativa cerca di gettare le responsabilità sui dissidenti (il che darebbe al presidente russo mani libere per mettere in atto una repressione contro ogni forma di dissenso) altra parte della stampa ipotizza un coinvolgimento di estremisti islamici. Se dapprima si era diffusa la notizia da parte di una fonte anonima della sicurezza di San Pietroburgo che fossero due le persone ricercate (una avrebbe piazzato l’ordigno esplosivo in un vagone della metro, mentre l’altra avrebbe lasciato la bomba alla stazione della metro), in realtà un portavoce dei servizi di sicurezza del Kirghizistan Gknb ha identificato l’attentatore nel kirghiso Akbarzhon Jalilov, nato nella città di Osh nel 1995.
L’agenzia aveva già riferito in precedenza che il responsabile era un cittadino russo nato in Kirghizistan. Il Kirghizistan, Paese dell’Asia centrale a maggioranza musulmana, è uno stretto alleato politico della Russia e ospita una base militare aerea russa.
Chi è l’attentatore di San Pietroburgo?
In un primo momento si è detto che gli attentatori fossero almeno due. Alcuni siti russi hanno iniziato a diffondere le immagini riprese da una telecamera di sorveglianza che avrebbero immortalato il volto di un presunto terrorista, ma non ci sono state conferme in tal senso, anzi, l’uomo di mezza età con la barba, dopo aver visto la sua foto rilanciata dai canali tv di tutto il mondo, si è presentato alle autorità dichiarandosi estraneo alla vicenda. Ecco di chi si tratta in un tweet:
Il Kirghizistan, Paese dell’Asia centrale a maggioranza musulmana, è uno stretto alleato politico della Russia e ospita una base militare aerea russa. Il presunto attentatore suicida della metropolitana di San Pietroburgo sarebbe stato legato a gruppi islamisti radicali vietati in Russia. L’agenzia Interfax, citando una fonte delle forze dell’ordine russe che dispone di informazioni preliminari, ha precisato che si tratta di conclusioni ancora provvisorie sulla base dei resti recuperati sulla scena dell’esplosione, ma che informazioni definitive saranno disponibili dopo gli esiti dei test del Dna. Secondo la stessa fonte, il presunto attentatore sarebbe un giovane di 23 anni originario dell’Asia centrale. I filmati sono ancora al vaglio della polizia, ma il responsabile sarebbe invece uno solo, un uomo che Channel 1 israeliano, citando fonti di polizia russe, identifica con un giovane con gli occhiali, un cappello di lana blu e un parka rosso ripreso da altre telecamere. Il “kamikaze sarebbe un 23enne nativo dell’Asia Centrale” che avrebbe celato l’ordigno in uno zaino, spiega Interfax. Questa l’immagine diffusa:
Alcuni media russi ritengono che l’attentato sia ascrivibile a dissidenti contro il governo di Putin, altri invece ritengono si tratti di un attentato di matrice islamica, come se ne sono visti altri anche in Russia.
Russia, attentato a San Pietroburgo: 11 vittime
I telegiornali di tutto il mondo mostrano le immagini del vagone di un treno sventrato e corpi sulla banchina. Il bilancio della bomba nella metro di San Pietroburgo ancora è provvisorio, ma sarebbero almeno 11 i morti e almeno 47 i feriti.
L’attentato nella metropolitana di San Pietroburgo sarebbe stato provocato da una bomba artigianale nascosta in uno dei vagoni in transito, ma non è escluso che l’attentatore possa averla tenuta in mano o in uno zainetto.
Anche riguardo al numero delle esplosioni si sono succedute notizie contrastanti: l’agenzia Tass parlava di una sola esplosione, nella stazione di Sennaya Ploshchad, mentre l’agenzia Ria Novosti parlava di due esplosioni, citandone una anche nella stazione del Tekhnologicheskiy Institut.
In realtà si è trattato di una sola esplosione nella metro di San Pietroburgo su un convoglio che viaggiava tra le stazioni di Tekhnologichesky Institut e di Sennaya Ploshchad, come ha precisato la Commissione Nazionale Antiterrorismo della Russia.
San Pietroburgo, la bomba addosso al kamikaze
L’esplosione avvenuta nella metro di San Pietroburgo è stata provocata da un kamikaze che probabilmente portava con sé una bomba artigianale fatta scoppiare nel vagone di un treno. Un’altra bomba inesplosa è stata ritrovata nella stazione della metro Ploshchad Vosstaniya, all’interno di un estintore. La presunta immagine di questo secondo ordigno sta circolando in queste ore su Twitter:
La bomba che ha causato l’esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo era relativamente poco potente, equivalente alla potenza di 200 o 300 grammi di tritolo. L’ordigno improvvisato esploso nella metropolitana di San Pietroburgo è stato probabilmente riempito di frammenti di proiettili, cioè il cosiddetto shrapnel, in grado di ferire un maggior numero di persone. Lo dimostrano i fori di proiettile sui corpi delle vittime.
Isis dietro la bomba a San Pietroburgo?
C’è l’Isis dietro all’attentato nella metro di San Pietroburgo? Alcuni mesi fa i servizi segreti russi (Fsb, Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa) hanno fermato 10 sospetti jihadisti provenienti dall’Asia centrale e legati all’Isis che progettavano attentati terroristici a Mosca e San Pietroburgo. I sospetti avevano quattro potenti bombe artigianali che sono state loro sequestrati. I jihadisti legati all’Isis, secondo i servizi segreti, progettavano attentati terroristici a Mosca e a San Pietroburgo simili a quelli di Parigi.
Negli ultimi anni la Russia è stata obiettivo di attacchi da parte di militanti ceceni e i leader ribelli ceceni hanno frequentemente minacciato ulteriori attentati in Russia. Nel 2010 due donne kamikaze si fecero esplodere in treni della metropolitana a Mosca, provocando almeno 38 morti. E nel 2004 oltre 330 persone, metà delle quali bambini, morirono nel massacro di Beslan. Nel 2002 la polizia fece irruzione in un teatro di Mosca per porre fine a una presa di ostaggi e il bilancio finale fu di 120 ostaggi uccisi. Putin, allora primo ministro, nel 1999 lanciò una campagna contro il governo separatista nella regione meridionale di Cecenia e da presidente ha proseguito con la linea dura per porre fine alla ribellione.
San Pietroburgo: metro riaperta dopo attentato
E dopo l’attentato a San Pietroburgo oggi tutte le stazioni della metropolitana sono state riaperte.
Mosca ha già dei sospetti sull’autore dell’attentato di oggi nella metro di San Pietroburgo? “La cause non sono chiare, è troppo presto. Analizzeremo tutte le possibili cause, anche il terrorismo e il crimine comune”, ha sostenuto il presidente russo, Vladimir Putin, a proposito delle esplosioni avvenute nella metropolitana di San Pietroburgo. Putin si trovava a San Pietroburgo per un incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, per un forum sui media.
I media russi fanno notare che l’esplosione della bomba nella metro di San Pietroburgo è avvenuta 15 minuti prima della fine del forum a cui stava partecipando il premier.
Italiani a San Pietroburgo
Facebook ha attivato il servizio Safety Check per permettere a chi a San Pietroburgo di rassicurare i propri amici e parenti.
Nel frattempo la Farnesina ha messo in moto i suoi servizi di verifica per verificare l’eventuale presenza di cittadini italiani coinvolti nell’attentato alla metro di San Pietroburgo. Attraverso il sito viaggiaresicuri.it il Ministero degli Esteri italiano raccomanda ai connazionali di:
Il cordoglio della politica
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato ad una nota indirizzata a Valdimir Putin la sua costernazione e il suo dolore:
Sgomento anche da parte del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni:
Anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano affida a Twitter il suo dolore:
Chiudiamo con il tweet di Federica Mogherini, alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza:
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