La Russia sta proseguendo il suo attacco contro l’Ucraina e smentisce la notizia di una possibile liberazione di Zaporizhzhia. Emerge però la possibilità che impieghi truppe bielorusse già poste al confine con l’Ucraina. In tutto questo astio il Vaticano si offre come mediatore tra Russia e Ucraina.
In Ucraina sono momenti difficilissimi e la situazione meteorologica in peggioramento rende ancora più precaria la situazione nel Paese. Kherson è stata attaccata ripetutamente da missili che hanno reso necessario il trasferimento di civili e anche Zaporizhzhia ha subito attacchi importanti negli ultimi giorni. Sembrava esserci uno spiraglio per un’ipotetica liberazione della centrale nucleare e l’annuncio è stato dalla stessa Energoatom che oggi ha smentito. Nel mentre il Vaticano ha fatto sapere che si rende disponibile ad una mediazione tra Russia e Ucraina.
Gli ultimi aggiornamenti sul conflitto
La Russia sta continuando la sua operazione militare in Ucraina e gli attacchi proseguono senza sosta. Dopo aver liberato Kherson Putin ha però iniziato ormai da giorni un attacco fatto di lanci missilistici ripetuti che hanno devastato ciò che era rimasto intatto sul territorio. Tutte le infrastrutture strategiche sono state distrutte ma questo è uno scenario comune all’interna Nazione.
Nell’ultima settimana la Russia ha lanciato ben 400 attacchi soltanto verso Zaporizhzhia e la situazione è tragica. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia Oleksandr Starukh ha dichiarato: “Nell’ultima settimana, sono stati lanciati più di 400 attacchi), e più della metà di essi hanno preso di mira le infrastrutture civili”. Soltanto nella giornata di ieri sono state attaccate 17 comunità con 88 attacchi.
Il ministro degli interni ucraino Yevhen Yenin ha riferito che la Russia dall’inizio del conflitto ha colpito 32.000 obbiettivi civili e 700 infrastrutture critiche. Ieri era stata lanciata la notizia di un possibile abbandono delle truppe russe da Zaporizhzhia ma la stessa Energoatom, che ha diffuso la notizia ha poi smentito oggi, ha ribadito l’occupazione russa della centrale nucleare.
La preoccupazione di Kiev si sposta anche lungo il confine bielorusso dato che emerge la possibilità che truppe bielorusse possano inserirsi nel conflitto al fianco delle truppe russe e ciò ha comportato un dispiegamento ulteriore di soldati al confine con la Bielorussia che rimane un osservato speciale.
La scomparsa improvvisa del ministro degli Esteri bielorusso ha riacceso le discussioni in merito al fatto che Putin faccia pressione alla Bielorussia per entrare concretamente in guerra Al fianco dell’esercito russo. Non appena si è diffusa la notizia della morte di Makei ha immediatamente lanciato l’ipotesi che si potesse trattare di un’azione voluta e non di una morte accidentale. Se è subito parlato di un possibile avvelenamento da parte Della Russia in quanto la posizione della Bielorussia nel conflitto in Ucraina è estremamente importante e le pressioni di Putin sono state numerose nei confronti di Lukashenko che ha però deciso di non impiegare il proprio esercito in prima linea. Almeno fino ad ora
Il Vaticano offre la sua mediazione per sedare il conflitto Russia Ucraina
Il Vaticano si è offerto di essere mediatore all’interno di questo conflitto Russia Ucraina che sta portando troppi morti e necessità di una conclusione che arrivi in breve tempo.
Papa Francesco ha dichiarato: “La posizione della Santa Sede è cercare la pace e cercare una comprensione, la diplomazia della Santa Sede si sta muovendo in questa direzione e, ovviamente, è sempre disposta a mediare”.
Il Pontefice ha inoltre spiegato alla rivista dei gesuiti America: “Ho anche pensato di fare un viaggio, ma ho preso la decisione: se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto”. “Perché non nomino Putin? Perché non è necessario, a volte le persone si attaccano a un dettaglio. Tutti conoscono la mia posizione”.
Papa Francesco ha anche spiegato alla rivista che “Lavoro in generale con la ricezione di elenchi di prigionieri, sia prigionieri civili che prigionieri militari, e li faccio inviare al governo russo, e la risposta è sempre stata molto positiva”.
Mosca apprende positivamente la notizia di una mediazione proposta dal Vaticano e prima persona da Papa Francesco nonostante il portavoce del Cremlino Peskov abbia sottolineato che la difficoltà dei negoziati e ora una colpa di Kiev. Poi cambia linea, perché da America, la rivista dei gesuiti, si denuncia che i più crudeli nell’esercito russo sono “i ceceni, i buriati e così via“.
“Non si tratta neppure più di russofobia, ma di perversione della verità di non so neppure quale livello“, ha tuonato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, come riporta l’agenzia Tass. “Negli Anni ’90 e primi 2000 ci è stato detto esattamente il contrario – ha ricordato Zakharova -, che erano i russi, gli slavi a torturare i popoli del Caucaso e ora ci dicono che è la gente del Caucaso a torturare gli slavi. Deve trattarsi di perversione della verità“.
Nel frattempo si apprende che la NATO ritiene improbabili colloqui di pace tra chi e Mosca e anzi dichiara: “Lasciamo tutto nelle mani del presidente Volodymyr Zelensky, sta a lui decidere come e quando aprire a possibili negoziati con la Russia, che al momento vediamo improbabili, e nel mentre il nostro obiettivo è di rafforzare la posizione dell’Ucraina, anche in vista di trattative che potranno avvenire più avanti”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto oggi un’altra riunione del Comando supremo delle forze armate. Ha dichiarato, come riporta Ukrinform, che alla riunione: “Abbiamo analizzato i danni causati dai recenti attacchi missilistici russi e abbiamo considerato le conseguenze di questi attacchi terroristici, ma anche come rafforzare la protezione delle infrastrutture critiche e aumentare l’efficacia delle difese dell’aviazione ucraina”.