Fino a quindici anni se accade durante la mobilitazione. Putin inasprisce le pene per chi diserta o si arrende in guerra: firmata la nuova legge.
Cittadinanza immediata per i militari, stranieri, che firmano contratto con le forze armate almeno per un anno, punizioni più dure per chi diserta e chi si arrende. La mossa di Putin sull’esercito dopo la mobilitazione dei riservisti.
C’è chi ha letto nelle parole e nell’ultimo discorso di Putin gran confusione, per l’andamento della guerra, e frustrazione, di non essere ancora riuscito a sfondare. L’ultima mossa di Vladimir Putin, che sembra non avere più l’esercito sotto controllo, potrebbe rafforzare tali tesi.
Che la popolazione, dopo la mobilitazione dei riservisti, si sia schierata contro il conflitto in maniera più decisa, è un dato di fatto. Sono iniziate infatti in questi giorni diverse contestazioni e manifestazioni per le strade della Russia, al grido di “stop alla guerra“, mentre l’aria che si respira in Russia è quella del fuggi fuggi, con il timore di essere chiamato alle armi.
Adesso, le nuove leggi riguardanti le milizie arrivate dalla Duma non mirano certo a rassicurare un popolo già piuttosto distaccato dal proprio capo di stato. A poche ore dal discorso di Putin, le ricerche più cliccate su google erano state “Come lasciare il Paese“, mentre diversi voli verso le nazioni vicine erano stati cancellati dai siti delle compagnie aeree.
Si sono registrati inoltre alcuni episodi di guardie di frontiera riluttanti nel far uscire uomini dal paese in età militare, anche se i trasporti russi rassicurano di non aver avuto “ancora” nessun ordine di non fare uscire dalla Russia uomini dai 18 ai 50 anni.
La camera del parlamento russo ha di recente può approvato una legge che prevede appunto il rafforzamento di alcune delle pene per la leva, in caso di mobilitazione in tempo di guerra. Pene già presenti, rafforzate e inasprite proprio in queste cruciali settimane.
Fino a questo momento le pene detentive potevano arrivare fino a dieci anni di reclusione. Adesso, dopo che gli emendamenti sono stati approvati dalla camera e promulgati da Putin, si sono raddoppiati gli anni per chi diserta e si arrende in tempo di guerra.
Olga Kovitidi, senatrice russa, ha parlato ai media degli emendamenti, specificando che le nuove leggi non sono state fatte in previsione di eventuali mobilitazioni militare. Sta di fatto che nel Paese – e la puntualizzazione ne è sicuramente degno indizio – la paura cresce in relazione a questo possibile scenario.
L’inasprimento sembra inoltre mirato al sollecitare un esercito che sta avendo, in terra ucraina, non poche difficoltà. L’esercito di Kiev ha conquistato e liberato un’altra regione, quella di Kharkiv, insieme a un sobborgo di Lugansk che era stato in questi mesi sotto il controllo russo.
Nel dettaglio del nuovo emendamento, i militari che non prenderanno parte allo ostilità verranno puniti con 15 anni di reclusione. Per chi si consegna al nemico volontariamente, ossia chi si arrende, la pena è di 10 anni.
Il raddoppio della pena riguarda i disertori, che passa da 5 a 10 anni. Putin ha nella giornata di oggi inoltre approvato una legge che prevede la cittadinanza immediata per i cittadini stranieri che hanno firmato almeno un anno di contratto con l’esercito russo.
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