Il presidente della Russia Vladimir Putin ha firmato il documento ufficiale che prevede lo stop alle forniture di gas russo per chi ha scelto di utilizzare e applicare il price cap o tetto al prezzo del gas russo.
La notizia era al quanto prevedibile ma, nonostante ciò, ha comunque colpito nel segno le nazioni occidentali che, nonostante non siano tutte allo stesso livello di dipendenza rispetto alle forniture di gas russo, sanno che questo provocherà ulteriori cambiamenti nelle dinamiche internazionali e anche nei rapporti commerciali esistenti. In price cap è stato discusso a lungo dall’Unione Europea, che ha poi raggiunto un accordo, anche se non tutte le parti avevano inizialmente concordato sulla manovra adottata.
Questa mossa di Putin porterà una frattura interna tra le nazioni occidentali e sicuramente avverranno scontri politici, che si andranno ad aggiungere alla difficoltà effettiva per la mancanza di gas. Un piano studiato e ben attuato, da parte del capo di Stato russo, che da un lato si dice pronto a voler negoziare ma dall’altro continua a bombardare il territorio ucraino senza la minima pietà. Emergono anche numerose crudeltà effettuate dal gruppo di mercenari assoldato da Putin, ovvero il gruppo Wagner, che è ritenuto il responsabile di aver massacrato una famiglia e di aver ucciso anche quattro bambini. In tutto questo si aggiunge anche Orban che, nonostante si proclami neutro è chiaramente schierato dalla parte di Putin e afferma che l’Ucraina potrà resistere soltanto finché ci sarà l’aiuto degli Stati Uniti, altrimenti verrebbe schiacciata sotto la potenza russa.
Il conflitto Russia e Ucraina procede e non sembra ancora pronto ad arrestarsi. Putin dà segnali positivi per poi contraddirsi con le azioni, in quanto continua a bombardare copiosamente l’Ucraina e a privarla di strutture strategiche ed energetiche, lasciando così la popolazione al gelo e senza elettricità. La strategia di Putin, emersa negli ultimi tempi, aveva già rivelato quello che è poi accaduto ovvero la decisione di stoppare le forniture di gas all’Occidente.
Da settimane il presidente russo sta cercando di potenziare la sua rete commerciale cercando di isolare la Russia e le regioni dell’Asia Centrale e del Medio Oriente il più possibile dalle Nazioni Europee. Nonostante qualche piccolo intoppo, causato dalle posizioni di Kazakistan e Uzbekistan, che hanno storto il naso, non tanto per il guadagno economico che proviene dall’accordo che sicuramente è indiscutibile, ma riguardo al fatto che il piano di fornitura congiunta non debba assolutamente rientrare all’interno dell’ambito politico e soprattutto di scelte politiche. Il perseverare di Putin lo ha allontanato dalle dinamiche commerciali ma soltanto per la sua ideologia politica però è doveroso affermare che la Russia è un punto focale economico per l’Asia ed è riuscita a rafforzare notevolmente la rete di distribuzione energetica con la Cina. Questo passando attraverso le nazioni dell’Asia Centrale riuscendo ad avere un sistema che esclude l’Occidente.
L’arma energetica usata da Putin ha preso un’altra strada che è quella di isolare il più possibile l’Oriente dall’Occidente e, ovviamente, quello di rendere la vita difficile alle nazioni europee. Il governo di Mosca si oppone fortemente all’appoggio degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina e crede che gli Usa utilizzino un popolo in difficoltà per i propri scopi politici e per poter avere una scusa per lanciare all’attacco le truppe nato.
Un intreccio di interessi globali e di relazioni geopolitiche che contrastano con le posizioni politiche, ma non possono fare a meno del lato economico e questo pregiudica determinate prese di posizione, che sarebbero state invece scelte se non vi fosse stato un reale bisogno che lega gli Stati.
Gli Stati Uniti continuano a supportare militarmente ed economicamente l’Ucraina per poter contrastare la minaccia russa e disapprovano il comportamento di Putin, definendolo un terrorista e non nascondono di certo la loro opinione all’opinione pubblica. Tanta irriverenza ha infastidito il capo di Stato russo che, mentre Zelensky ha incontrato Biden, la Russia ha deciso nello stesso giorno di stringere rapporti ancora più stretti con la Cina. Questo per far comprendere l’appoggio di cui ancora gode e sul quale dimostra effettivamente di poter ancora contare.
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato ufficialmente il documento che sospende da Febbraio le esportazioni di gas russo verso quelle nazioni che hanno deciso di aderire al price cap. Il discusso tetto sul prezzo del gas russo, che ha tenuto le nazioni europee per mesi in discussione fino alla recente approvazione con un tetto pari a 180 euro. Come precedentemente spiegato, la notizia ha dapprima mosso il presidente putin verso la realizzazione di una rete commerciale energetica e di distribuzione, che escludesse il più possibile l’Occidente e dall’altro lato ha portato alla sospensione decisa oggi.
Il decreto firmato preoccuperà in particolar modo le nazioni più dipendenti dalle forniture russe e, dato che la discussione inerente il price cap aveva già generato malcontento e astio all’interno dei membri Ue, potrebbe essere motivo di collisione interna.
Il cambio di rotta in merito alla guerra in Ucraina e verso la Russia si evince anche dallo stop momentaneo che ha causato Orban, con il voto contro dell’Ungheria, che ha poi ritrattato in cambio di aiuti UE bloccati al governo ungherese.
Germania e Olanda non erano d’accordo con il price cap perché preoccupati dei risvolti che avrebbe potuto avere la vicenda, sia sui fornitori esistenti che rispetto alle forniture russe. La reazione di Putin al price cap solleverà una questione importante da gestire nei prossimi giorni.
Un gioco che sembra girare, per ora, a favore di Putin, ma che si tramuta nella concretezza e nella realtà in primis di un popolo che fatica a sopravvivere ovvero quello ucraino e una crisi economica ed energetica che va a invece a toccare ogni parte del globo. La guerra al fronte continua e le autorità ucraine temono attacchi a cavallo di Capodanno.
Zelensky ha ringraziato la premier Meloni per aver dato supporto e soprattutto per i nuovi aiuti all’Ucraina. Anche il funzionario Usa Blinken ha confermato il suo impegno nei confronti dell’Ucraina e affermato che, nonostante il duro inverno alle porte, il sostegno all’esercito ucraino non mancherà mai. Finché ce ne sarà bisogno gli Usa saranno al loro fianco. Nel mentre si apprende anche che dalla Bielorussia si sono messi in movimento molti aerei da combattimento russi.
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