Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato, nella giornata di ieri, il capo di Stato bielorusso Lukashenko per intensificare i rapporti, a detta loro, strettamente economici ma siamo sicuri che il focus dell’incontro sia stato sicuramente il conflitto in Ucraina. La Bielorussia è al fianco dell’esercito russo nel fornire campi dove addestrarsi e, nonostante non abbia impiegato le proprie truppe nel conflitto non essendo coinvolto direttamente, ha dato il suo massimo appoggio alle truppe russe per utilizzare come base il territorio bielorusso.
Gli ultimi giorni hanno mostrato un progressivo isolamento da parte delle autorità internazionali nei confronti di Putin, che ha così optato per intensificare le relazioni coi storici partner come per esempio Lukashenko e Xi Jinping, leader cinese. La Russia si dice pronta a reagire fortemente all’introduzione del price cap approvato ufficialmente a 180 euro a megawattora, e avvisa le nazioni occidentali che non starà fermo a guardare. Nel mentre il suo fedelissimo generale Kadyrov ha fatto un appello e chiesto così al mondo islamico di unirsi a loro per sconfiggere l’occidente.
Era scontato che il primo a risentire della decisione presa di attaccare l’Ucraina fosse proprio lo stesso capo di Stato russo. Ciò che è cambiato sostanzialmente è la sua posizione internazionale, ora molto debole, dato che tutte, o quasi, le nazioni provano a divenire autonome rispetto alle forniture energetiche e ai rapporti commerciali con la Russia. Questo perché la Russia non è ritenuta in questo momento un partner affidabile dato che ha concentrato energie, ma anche forze e risorse,tutte verso il conflitto in Ucraina, tralasciando anche questioni che hanno innervosito parecchio gli storici alleati.
Dopo che l’Europa che ha cercato di ridurre ai minimi storici sia il fabbisogno energetico che i rapporti commerciali, anche storici alleati si allontanano da Mosca, come per esempio è capitato con Uzbekistan e Kazakistan. Gli Stati confinanti con la Russia hanno motivo di vedere di buon occhio rapporti energetici e commerciali, ma la posizione che Putin si ostina a portare avanti e che sta gettando nel caos tutte le comunità internazionali hanno portato ad un allontanamento anche degli storici partner commerciali.
Se il Kazakistan ha deciso di non ignorare il piano proposto da Putin, ovvero quello di creare una rete commerciale che fosse il più indipendente possibile dalle nazioni occidentali e che riesca a collegare direttamente Russia, Uzbekistan e Kazakistan fino alla Cina. Il governo uzbeco ha avuto invece una reazione differente. La Nazione ha deciso di prendere le distanze dal leader russo in modo fermo e ha precisato che, nel caso in cui venga siglato un accordo commerciale, resterà puramente legato alla sfera della cooperazione economica e commerciale. Ha sottolineato però che non dovrà minimamente sconfinare nell’ambito politico.
Putin però non accenna minimamente a frenare il suo piano militare in Ucraina, questa invece portando avanti continuando con bombardamenti e attacchi, che hanno ormai devastato quasi il 50% delle strutture energetiche ucraine E sta portando enorme sofferenza alla popolazione.
Le nazioni europee hanno preso posizione in merito al leader russo già da tempo e continuano ad elargire sanzioni, con lo scopo di indebolire il più possibile Putin e tentare così di arrestare l’operazione militare russe in Ucraina.
Un dialogo tra Zelensky e la Russia ad oggi sembra impossibile, più che improbabile, dato che le posizioni sono estremamente contrastanti. Putin ha anche affermato che la situazione nelle regioni annesse e requisite all’Ucraina, non è delle migliori ed ha così convocato un Consiglio di Sicurezza con tutti i generali per discutere delle future mosse militari da attuare.
A seguito dell’isolamento, attuato da parte dell’occidente nei confronti della Russia, Mosca rimodellato i propri rapporti commerciali o, perlomeno, ha iniziato a farlo ma l’intenzione è quella di creare una rete energetica, ma anche intensificare esportazioni importazioni che esclusa la parte occidentale del globo.
Mosca ha deciso, dato l’ isolamento sopravvenuto dal momento dell’invasione Ucraina, avendo interrotto i rapporti con le nazioni occidentali di studiare un nuovo piano che riuscisse a soddisfare l’economia. Creando anche un commercio energetico che crei un filo continuo che vada ad unire la Russia, le regioni dell’asia centrale fino ad arrivare alla Cina. Lo scopo del Cremlino è quello di essere indipendente assieme alle altre potenze asiatiche e centro asiatiche il più possibile dall’occidente punto
Creando così una rete che in primis rende autonome e senza dipendere dalle importazioni delle Nazioni occidentali e rendere invece le nazioni asiatiche più legate e collaborative. L’Europa cerca di destabilizzare i rapporti in essere ad esempio tra Russia e Cina. Il governo cinese seppur in contrasto con gli Usa hanno la necessità di cooperare e questa necessità è di natura economica.
Per Putin il rapporto con il leader cinese Xi Jinping è fondamentale e non solo sul lato commerciale ed economico, ma soprattutto per il fatto che per entrambi gli Stati Uniti rimangono ad ogni modo ostili nei confronti di Cina e Russia.
Oltre alla questione di creare una nuova rete commerciale anche un’altra questione va a toccare un ambito completamente differente ovvero l’appello che ha fatto il sanguinario generale Kadyrov. Il leader ceceno ha fatto un appello religioso e si tratta della prima volta in assoluto che la Russia adotta una strategia del genere. Non politica ma bensì una chiamata religiosa simile a quelle della jihad nella guerra Santa è rivolta proprio a tutti i musulmani del mondo. Il generale russo ha chiesto ai musulmani di unirsi ai russi per combattere l’occidente e la NATO in quanto costituiscono un pericolo per loro e hanno intenzione di annientare le loro autorità.
La Russia cerca consensi ed amplia e proprie rapporti in modo da non rimanere completamente isolata dopo che le manifestazioni ricevute negli ultimi giorni non erano state per niente ben visti da Putin.
Uno degli appoggi che il presidente russo non non perderà mai e sicuramente quello di Lukashenko il capo di Stato della Bielorussia. Notoriamente al fianco di Putin e nonostante abbia scelto di non impiegare direttamente le sue truppe nel combattimento contro l’Ucraina, ha però mostrato apertura nel credere il territorio, anche per effettuare bombardamenti.
Il timore dell’Ucraina dopo l’incontro che si è tenuto a Minsk ieri tra Putin e Lukashenko è quello del potenziale contrattacco russo attuato a breve nei confronti del territorio ucraino e le forze dell’ intelligence ucraine sono in allerta massima. La decisione dell’Ue di imporre da febbraio al price cap ovvero il tetto del prezzo massimo al gas russo, ha infastidito Putin che ha affermato che, questa presa di posizione non verra di certo ignorata e riceverà una degna punizione. Ogni dinamica e consuetudine sono state stravolte dal conflitto e da ciò che ne è conseguito. Ogni nazione deve affrontare su un modo una tipologia di crisi differente ma causata dalla Russia e dalla sua invasione in Ucraina. e
L’Occidente e gli Stati Uniti soprattutto fanno leva su questo sentimento di discordia anche negli Stati che non stanno prendendo parte o posizione contro Mosca per poter ampliare la pressione ulteriormente sul Cremlino.
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