La compagnia aerea Ryanair ha negato l’imbarco a un passeggero che per motivi di salute, aveva la necessità di usare il respiratore.
È scoppiata la polemica, intanto l’azienda si difende dicendo che il dispositivo poteva essere trasportato a bordo ma non utilizzato. Protagonista della vicenda è l’ingegnere Daniele Rinaldo, che si è occupato delle barriere a difesa della Basilica di San Marco e doveva volare proprio a Venezia.
Per problemi di salute Daniele Rinaldo, ingegnere che lavora nel porto di Venezia come consulente fisso, deve usare il respiratore ma la compagnia Ryanair si è rifiutata di farlo imbarcare sul volo che lo avrebbe portato da Cagliari a Venezia.
Rinaldo, ideatore delle barriere a difesa della Basilica di San Marco, è affetto da Sla e quindi è costretto a spostarsi in carrozzina e per quasi tutto l’arco della giornata deve respirare con il supporto di un macchinario. Nonostante questi problemi ha sempre viaggiato in aereo e non solo, spostandosi in tutta Italia e visitando anche luoghi stranieri, questo rende ancora più incredibile la storia che raccontiamo oggi.
Al giorno d’oggi non dovrebbero verificarsi episodi simili eppure ancora c’è chi non accetta l’utilizzo di questi macchinari sui propri mezzi di trasporto. Ad esempio appunto al compagnia aerea Ryanair. Pochi giorni fa l’ingegnere doveva prendere il volo che regolarmente aveva prenotato e pagato, però quando il personale ha visto che aveva con sé il respiratore non lo ha fatto salire.
L’uomo si è rivolto all’Enac, ente che regola l’aviazione civile, denunciando il fatto. Poi la sua testimonianza è stata raccolta dal Corriere della Sera.
“Sono stato il protagonista di una discriminazione in piena regola, solo perché sono disabile. Sono malato di Sla ma continuo a lavorare e a cercare di vivere normalmente, fra l’altro viaggio spesso e non ho mai incontrato questi contrattempi” ha detto al quotidiano.
Il passeggero ha dichiarato di aver mostrato la certificazione medica del suo specialista per dimostrare la necessità del macchinario per la respirazione, ma l’imbarco è stato comunque rifiutato. “Dopo ore di attesa, non ho ricevuto assistenza né un volo sostitutivo. Sono stato discriminato e abbandonato dal personale di Ryanair”.
La compagnia irlandese è intervenuta cercando di spegnere la polemica e affermando che non è stato negato l’imbarco al passeggero ma questo poteva portare con sé il dispositivo solo senza metterlo in funzione.
“I nostri Termini e Condizioni consentono il trasporto dei respiratori a bordo dei velivoli ma non possono essere usati. Poiché il passeggero aveva tale necessità non ha potuto viaggiare ed è stata offerta una riprotezione gratuita sul primo volto disponibile per la medesima tratta il giorno successivo. Lui ha rifiutato” questa la spiegazione dell’azienda.
Stando a quanto appreso, il giorno seguente l’ingegnere avrebbe preso un aereo con un’altra compagnia, la Ita, il quale è costato 600 euro con scalo a Roma. “Non posso passare sopra a questi episodi, fra l’altro mi sono informato e sempre Ryanair ha negato il volo a un altro passeggero lo scorso anno per lo stesso motivo. Mi auguro che l’Enac faccia luce sulla questione e sanzioni la compagnia. Io non verrò risarcito per l’umiliazione e il disagio mio e di chi mi accompagnava. Lo trovo inaccettabile e vergognoso” ha detto Rinaldo, visibilmente arrabbiato per l’inconveniente.
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