Morì a soli 28 anni a causa di una leucemia aggressiva e fulminante. Il ricordo di Michele Merlo resterà vivo nel cuore di tutti per sempre, ma qualcuno ha compiuto un gesto ignobile sulla sua tomba.
A denunciare il saccheggio sulla tomba di Michele è stata proprio sua madre e lo ha fatto tramite i social. Ecco cosa è successo.
Una storia che, solo a raccontarla, fa venire i brividi. Come si può pensare di saccheggiare e trafugare una tomba, per giunta quella di un giovane ragazzo strappato alla vita troppo presto? Eppure è successo e, a denunciare l’accaduto è stata proprio la mamma di Michele Merlo.
Michele aveva 28 anni quando una leucemia aggressiva e fulminante, nel giro di pochissimo tempo, l’ha strappato all’affetto dei suoi genitori e dei suoi amici. Era stato concorrente di talent show quali X-Factor e Amici.
A raccontare, sui social, ciò che è successo sulla tomba di Michele è la mamma, Katia. La donna, recandosi in visita alla tomba del figlio, nel cimitero comunale di Rosà, in provincia di Vicenza, si è immediatamente accorta che molte cose mancavano sulla tomba del figlio. Uno sfogo duro, di una mamma arrabbiata con il mondo che si è vista sottratta il figlio, a causa di una malattia, e che ora deve sopportare anche questo, aggiungendo dolore su dolore.
Il suo essere arrabbiata, come scrive sui social. Ma lo è ancora di più “con chi si permette di prendere (rubano) i regali di Michele” – continua nel suo messaggio. Un furto, un gesto ignobile avvenuto sulla tomba del figlio: ma non si è trattato solo di regali e doni sottratti dalla tomba di Michele. “Anche i fiori” – scrive la mamma, e soprattutto un anello con la lettera M.
Sottratti anche altri oggetti, come una tazza con un bassotto. Gesti che sono davvero inqualificabili che no fanno altro che accrescere ancora di più il dolore di questa madre che, dopo la perdita del figlio, vede, pezzo dopo pezzo, sottrarsi anche il suo di ricordo.
Il messaggio lasciato sui social da mamma Katia, termina con delle parole dirette proprio all’autore del gesto, al momento ancora ignoto: “Devi solo vergognarti”.
Un gesto che, come dicevamo, si affianca al già tanto e troppo dolore dei suoi genitori che, nelle aule di tribunale, aiutati dai loro avvocati, stanno cercando di far luce sulla morte del giovane che, se solo la diagnosi fosse stata tempestiva, si sarebbe potuto salvare.
Michele, infatti, aveva dei forti mal di testa e dei lividi su tutto il corpo ma, quando si recò al pronto soccorso, il medico lo rimandò a casa senza dargli una giusta diagnosi. Sarà solo all’ospedale di Bologna, dove Michele si recherà poi, che la diagnosi di leucemia fulminante arrivò. Ma era ormai troppo tardi.
Per questo motivo, i genitori del giovane si sono rivolti a un avvocato ed hanno iniziato una causa per capire proprio perché a Michele non è stata fatta una diagnosi esatta la prima volta che si era recato al pronto soccorso e, di questo, chiedono giustizia.
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