In Italia circolerebbero dei sacchetti ecologici finti, una questione davvero importante, sulla quale è stata aperta un’indagine giudiziaria, svolta grazie alla collaborazione dei carabinieri del Nas. L’allarme è stato lanciato dall’associazione Assobioplastiche, che ha avuto occasione di sottolineare come il 60% delle buste in circolazione non rispetti i parametri di legge relativi alla biodegradabilità. Alla fine tutto si sta risolvendo in una vera e propria truffa, ai danni dei consumatori.
I responsabili dell’indagine stanno cercando di identificare le aziende produttrici e i distributori che propongono l’uso delle false borse ecologiche. Dalle prime indagini si è visto che ad essere maggiormente coinvolti non sono i grandi supermercati, ma i piccoli negozi. Tutto ciò, tuttavia, non cambia le dimensioni del problema, considerato che in Italia ogni anno si usano miliardi di buste non ecologiche. La questione rischia di essere davvero significativa per la sostenibilità ambientale. Molti consumatori non si ritengono soddisfatti dall’uso delle borse bio, soprattutto perché la loro resistenza non è molto elevata. Molti sono coloro che si affidano alle borse riutilizzabili, anche perché si è insistito molto sul diffondere la consapevolezza del rispetto dell’ambiente.
Ci sono alcune norme in particolare che stabiliscono il divieto di commercializzare le buste non biodegradabili. In particolare la questione è regolata dalla legge di conversione 116 del 2014 e dal decreto legge competitività del 21 agosto 2014. Proprio quest’ultimo provvedimento ha permesso di definire alcune sanzioni, che vengono applicate nel caso ci si trovi di fronte al commercio di sacchetti non a norma. Sono previste multe da 2.500 a 25.000 euro. Le sanzioni possono arrivare anche a 100.000 euro, se la violazione è piuttosto consistente e riguarda una quantità enorme di sacchetti. Comunque i consumatori possono difendersi, in modo da evitare di essere truffati, cercando sul sacchetto la dicitura “prodotto biodegradabile conforme alle normative comunitarie EN 13432”. I sacchetti bio riportano anche una specifica certificazione, indicata dalle espressioni “OK compost” e “compostabile”. Queste sigle sono accompagnate anche da un codice, che permette di assicurare la tracciabilità del prodotto. Il riconoscimento di questi indizi è fondamentale.