Grazie agli scavi archeologici effettuati sulle coste settentrionali del Perù ci si è imbattuti in un ritrovamento fuori dal normale che gli esperti pensano possa essere la testimonianza del più grande sacrificio umano al mondo avvenuto tra il 1400 e il 1450. In una fossa comune sono stati trovati i resti del sacrificio rituale risalente a circa 550 anni fa, in cui furono uccisi almeno 140 bambini di età compresa fra i 5 e i 14 anni. All’interno della fossa sono stati rinvenuti anche i resti di almeno 200 lama. Tutti i corpi, sia umani che animali, avevano costole rotte, il che testimonierebbe la prassi di prelevare il cuore dal petto delle vittime.
Il sacrificio sarebbe stato compiuto dalla civiltà Chimú (contemporanea alle civiltà Inca, Maya e Azteca sviluppate in America latina), poco prima della scoperta delle Americhe. Civiltà che fu poi sconfitta dagli Inca prima che in Sudamerica arrivassero gli europei.
I sacrifici rituali erano comuni in molte civiltà del passato, in particolare in quelle sudamericane. C’è però da precisare che i sacrifici rituali di bambini erano però meno praticati, rispetto a quelli di adulti, o comunque ne abbiamo rinvenuto meno prove.
L’ipotesi degli esperti, basata sulla presenza di molti strati di fango nell’area degli scavi, è quella che i sacrifici dei bambini possano essere stati messi in atto dopo un’alluvione violentissima che distrusse i raccolti causando problemi di carestia per la popolazione. Per ingraziarsi l’indulgenza delle divinità, si era quindi reso ‘necessario’ sacrificare agli dei qualcosa di più prezioso degli uomini, ossia i bambini.
Lo ribadisce il professor Haagen Klaus, tra gli studiosi coinvolti nel ritrovamento, che ha sostenuto che per capire perché si ricorresse in qualche caso ai bambini bisogna comprendere che ”le persone sacrificano quello che considerano il bene più prezioso. È possibile che in questo caso il sacrificio degli adulti non fosse stato ritenuto sufficiente per ingraziarsi gli Dei”. Gli scienziati del progetto dovranno ora analizzare il DNA dei resti dei bambini trovati, soprattutto per capire se fossero imparentati tra loro.
Le ricerche sono state finanziate dalla National Geographic Society per far luce sul passato di un tempio di 3500 anni fa. Gli scavi iniziarono nel 2011 e sono stati svolti da un gruppo internazionale e interdisciplinare. Nessuno però immaginava una scoperta simile, ammette uno degli antropologi del team che ha lavorato al progetto, messo in pratica dall’Università statunitense di Tulane, da quella peruviana di Trujillo e dall’esploratore Gabriel Prieto.
Il luogo degli scavi è noto come Las Llamas e si trova vicino a Trujillo, una città circa 800 chilometri a nord di Lima, la capitale del Perù. La regione dove gli scavi sono stati effettuati, il distretto di Huanchaco, era già famosa proprio per l’antico sito sacrificale di Huanchaquito-Las Llamas, non lontano da Chan Chan, già patrimonio mondiale dell’Unesco nonché antico centro amministrativo della civiltà Chimú.