Secondo un nuovo Rapporto Consob sulla Corporate Governance, sono aumentate le donne nei CdA: poche, però, in ruoli ai vertici, ossia il 2%. Il ruolo maggiormente ricoperto dalle lavoratrici è quello di consigliere indipendente.
È incrementato il numero di donne all’interno dei consigli di amministrazione delle aziende italiane quotate. Un dato molto importante, che – nel nostro paese – rappresenta un vero record. Una situazione ulteriormente migliorabile, in quanto poche riesco a raggiungere posizioni ai vertici aziendali.
Più donne nei CdA, anche se poche riescono a occupare ruoli apicali: questo è quanto emerge da un nuovo Raporto Consob sulla Corporate Governance, presentato nel corso di un convegno da Consob, il Comitato Italiano per la Corporate Governance e Assonime. Poche, infatti, diventano amministratrici delegate (circa il 2% sul mercato totale).
Per quanto riguarda le società quotate, secondo i dati diramati, entro la fine del 2021 si è registrato un 41% di donne che hanno ricoperto ruoli di amministrazione. Un record storico, per quel che concerne il mercato del nostro paese, anche se la strada da percorrere è ancora lunga, affinché le donne ricoprano luoghi dirigenziali e ai vertici delle società quotate.
Le quote di genere hanno assunto un ruolo molto importante per l’aumento del numero delle donne all’interno dei consigli d’amministrazioni e in posizioni rivelanti all’interno delle aziende, nelle quali – stando ai dati Consob – ottengono ruoli per specifiche mansioni.
Nel dettaglio, la gran parte ha il ruolo di consigliere indipendente: nel 30% dei casi, inoltre, svolgono più incarichi amministrativi, rispetto agli uomini. Il dato, dunque, è incrementato – rispetto al 2019 – per quel che concerne le donne che svolgono due ruoli – definite interlockers: ammonta, infatti, 34,9%.
Con una maggiore presenza delle donne, all’interno dei consigli di amministrazione, si è andata a diversificare la struttura azienda sotto diversi punti di vista. Si è registrata, infatti, una maggiore diversificazione dei profili, nonché una più elevata presenza di laureati con competenze specifiche in diversi settori d’applicazione.
La condizione delle donne, per quel che concerne i ruoli di alto profilo, deve – però – migliorare visto che solo il 2% di esse, ossia in sedici società in totale, occupa il ruolo di amministratore delegato. Infine, si è abbassata anche l’età dei componenti dei vari consigli di amministrazione delle quotate, che registrano membri più giovani, comparando tale cambiamento ai dati tradizionalmente registrati in questo ambito.
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