Un vero scempio al corpo del marito reso irriconoscibile dopo l’espianto degli organi a seguito della morte avvenuta lo scorso 25 novembre. Questo quanto denunciato dalla ancora scioccata dolce metà. Lo sfortunato protagonista di questa vicenda è tale Marco Mazzi, un commerciante ambulante che il 24 novembre scorso – a soli 49 anni – ha avuto un malore durante il lavoro. La moglie e i figli hanno contattato i servizi sanitari che hanno portato l’uomo al pronto soccorso dove purtroppo è morto il giorno dopo. I medici hanno chiesto l’espianto degli organi la famiglia ha consentito, ma poi ha trovato la spiacevole sorpresa.
E dire che la vedova aveva si acconsentito l’espianto degli organi, ma aveva chiesto il massimo rispetto del corpo del compagno appena deceduto. Invece, non senza qualche difficoltà dopo aver finalmente ritrovato il corpo del proprio amato, si è trovata davanti una scena raccapricciante quasi da film horror.
L’appello della moglie
Siamo a Lugagnano di Sona, non lotano dall’Ospedale di Borgo Trento. Il 49enne Marco Mazzi stava tornando a casa, quando ha purtroppo perso la vita 25 novembre dopo un ricovero lampo di solamente un giorno a seguito di un malore.
La moglie di Mazzi ha chiesto di vedere il marito dopo il decesso, ma il personale sanitario ha affermato che non fosse disponibile visto il weekend e la folla. Così, ha sfruttato la mattina e la sua confusione e ha dovuto attendere fino a lunedì 27 novembre successivo. Ma si è trovata davanti una scena agghiacciante con la salma ormai in stato di decomposizione, tutta gonfia e non più riconoscibile, visto che non è stata osservata nelle celle frigorifere.
“Mio marito era un uomo meraviglioso – ha dichiarato la moglie – e lo dimostrano i 300 amici che sono sopraggiunti per il funerale. Lui non meritava questo trattamento da morto”. Ora la signora grida giustizia saremo facili profeti a immaginare una battaglia giudiziaria.