Si può dire ciò che si vuole ma in qualsiasi salone automobilistico, di ogni luogo e in ogni epoca, chi attira maggiormente l’occhio del visitatore è la supercar. Il salone di Ginevra 2016 non è un’eccezione. La supercar è vistosa, bella, irraggiungibile, esclusiva, potentissima, lussuosa, corsaiola, inaccessibile ai comuni mortali: le ha tutte.
Per cui, anche durante la manifestazione svizzera di quest’anno, grandi case e piccole realtà specializzate hanno fatto la corsa a chi infilava più cavalli sotto il cofano, a chi spuntava un decimo in meno nell’accelerazione, a chi usava più carbonio, a chi s’inventava la stranezza più esoterica per aumentare la velocità in curva, a chi creava la combinazione di colori più accecante, a chi infilava la pelle più ricercata, a chi toglieva più cose per contenere il peso, e via elencando.
Non c’è dubbio che il premio per la supercar (in realtà parliamo di hypercar) più attesa vada attribuito alla Bugatti Chiron. Andare oltre la Veyron non era proprio facile. Con le Bugatti entriamo nel regno della lucida follia. L’obiettivo era aumentare del 25% la performance della Veyron. Gli ingegneri dello storico marchio francese appartenente alla galassia Volkswagen hanno quindi ampiamente riprogettato il colossale motore W16 8.0 quadriturbo. Sono così riusciti a spremere numeri da capogiro: potenza massima di 1.500 cavalli, coppia massima di 1.600 Newton metri tra 2.000 e 6.000 giri; meno di 2.5 secondi per accelerare da 0 a 100; l’estremo si raggiunge con la velocità massima limitata a 420 Km/h per uso stradale. Viene da chiedersi su quale strada pubblica si riesca mai a viaggiare a tale velocità.
E sorvoliamo sul numero di altri organi che il costruttore ha dovuto iperdimensionare per sopportare tali velocità e potenze: freni, trasmissione, gomme, scarichi, e via dicendo. Tutto sommato i 2.4 milioni di euro (tasse escluse) di prezzo non sembrano nemmeno troppi; infatti un terzo della prevista produzione di 500 esemplari è stato già venduto prima ancora della presentazione.
Sembra quindi di tornare da un altro pianeta quando parliamo della Lamborghini Centenario. Versione speciale della Aventador, è stata concepita per celebrare i 100 anni dalla nascita del fondatore Ferruccio Lamborghini, che avvenne appunto nel 1916. Questa vettura è tutta in fibra di carbonio, sotto, dentro e fuori. Nell’abitacolo troviamo anche un po’ di Alcantara: tutto necessario per contenere il peso complessivo in 1.520 Kg. Cuore pulsante di questo mostro è il consueto V12 6.5 aspirato della Aventador, ma rivisto: gli ingegneri di Sant’Agata Bolognese lo hanno spremuto fino a tirargli fuori ben 770 cavalli (e coppia di 690 Nm). Aerodinamica ancora più spinta, 2.8 secondi da 0 a 100 e 350 Km/h di velocità massima. Da panico, vero?
E stai a vedere che l’unica supercar guidabile su strada l’ha costruita la Ferrari. Perché la GTC4Lusso, l’erede della FF, è una vera gran turismo, pensata per le strade ordinarie, non per la pista. Motore anteriore, sublime raffinatezza interna e tecnologia sempre di prim’ordine. Basta ricordare le 4 ruote motrici e sterzanti, per raggiungere in scioltezza l’esclusiva località di villeggiatura in montagna. Con un V12 6.3 aspirato da 690 cavalli che non scherza per niente.
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