Con il film American Pastoral, Ewan McGregor entra di diritto nella lunga lista di grandi attori passati alla regia dei loro stessi film. Non è un passo facile come potrebbe sembrare, anzi: in molti ci hanno provato, ma non tutti sono riusciti a ottenere, come registi, lo stesso successo che ottenevano come attori. Due esempi facili? Robert De Niro e Al Pacino, due attori che non hanno bisogno di mostrare il loro curriculum, hanno diretto un paio di film ciascuno, uno più dimenticabile dell’altro…
Ecco, invece, alcuni grandi attori passati con successo dall’altro lato della macchina da presa.
Charlie Chaplin – Partiamo da lontano, con uno dei pilastri della storia del cinema. Chaplin iniziò come attore, poi divenne talmente celebre da guadagnarsi il diritto di dirigere le comiche in cui appariva. Da lì a dirigere capolavori come Il grande dittatore e Tempi moderni il passo è stato breve.
Vittorio De Sica – Uno dei padri fondatori del neorealismo italiano, iniziò come popolare attore nelle commedie di massa degli anni trenta. Poi, quattro Oscar e una valanga di altri premi vinti come regista, oltre al merito di aver girato Ladri di biciclette, uno dei film italiani più famosi al mondo.
Orson Welles – Gigante del cinema, alternò la carriera da attore a quella di regista. Anzi, arrivò a lavorare come attore per finanziare i suoi film più sperimentali, quelli in cui le grandi produzioni avevano smesso di credere. Il suo Quarto potere resta uno dei film cardine della settima arte.
Clint Eastwood – Clint, l’indistruttibile. Iniziò come attore, anzi, come attore di bassa categoria, prima di riuscire a imporsi come (anti)divo di Hollywood. L’attore Clint recitava nei capolavori di Sergio Leone, il regista Clint ha diretto film come Gli Spietati, Million Dollar Baby e Gran Torino. In uscita il suo prossimo film, Sully, ispirato a fatti realmente accaduti.
Woody Allen – Woody Allen ha iniziato ad avere successo come cabarettista, anzi, come battutista per cabarettisti. Poi alcuni ruoli da comprimario, e quasi subito è passato a dirigere i film in cui recitava, viaggiando al ritmo di quasi uno all’anno dagli anni settanta a oggi. Il suo ultimo film è il recente Café Society.
Robert Redford – Prima, divo di Hollywood. Poi, campione del cinema indipendente: oltre ad aver recitato in decine di film importanti e aver vinto l’Oscar come regista di Gente comune, Redford ha fondato il Sundance Institute per giovani film-maker e ha dato vita al Sundance Film Festival.
Warren Beatty – Redford vinse l’Oscar da regista al primo colpo, Warren Beatty al secondo: Reds, del 1982, è uno dei pochi film diretti da Beatty, che come attore vanta invece una vastissima filmografia.
Ron Howard – Forse è il caso più eclatante… Ron Howard era Ricky Cunningham nella serie cult Happy Days, ma non riusciva a sfondare come attore sul grande schermo. Poi, all’inizio degli anni ottanta, ha trovato la sua strada: ha diretto più di venti film, tra cui A Beautiful Mind e The Missing. Il suo film più recente è Inferno, terzo titolo tratto dai romanzi di Dan Brown.
Carlo Verdone – Tanta gavetta come attore, ma poi subito pronto a firmare regia e sceneggiatura dei suoi film. Dagli anni ottanta a oggi ha sicuramente rallentato l’andatura, ma resta uno dei pochi registi italiani a sfornare quasi un film all’anno.
Kevin Costner – Ha esordito come attore negli anni ottanta, e dieci anni dopo era già dietro la macchina da presa: Oscar per la regia di Balla coi Lupi, che vinse anche come Miglior Film. La sua carriera da regista ha avuto una battuta d’arresto, nonostante Open Range del 2003 avesse fatto sperare in un suo ritorno.
Mel Gibson – Matto per eccellenza negli action-movie d’altri tempi, Mel Gibson è passato alla regia portando con sé una buona dose di follia: Oscar per Braveheart, poi film ai limiti dell’irrealizzabile come The Passion e Apocalypto. Poi lo stop. Poi il ritorno: il suo Hacksaw Ridge ha strappato parecchi applausi alla 73esima edizione del Festival di Venezia.
Roberto Benigni – Artista poliedrico, ha iniziato a recitare sul piccolo e sul grande schermo negli anni settanta. Negli anni ottanta è passato alla regia, e ha vinto un Oscar al Miglior Film Straniero per La vita è bella. In seguito, ha diretto soltanto due film.
Sean Penn – Ribelle per forza, Sean Penn non poteva rimanere a lungo davanti alla macchina da presa senza provare a passare dall’altra parte: come regista, ha riscosso parecchi consensi grazie a Into the Wild e a uno degli episodi del film collettivo 11 settembre 2001.
George Clooney – Il bello per antonomasia, decine di film alle spalle come attore e solo cinque titoli come regista. Tuttavia, Clooney ha dimostrato di saperci fare anche dietro la macchina da presa, dirigendo film interessanti come Good Night and Good Luck e Confessioni di una mente pericolosa. Inoltre, ha vinto un Oscar come produttore per il film Argo, diretto da Ben Affleck.
Ben Affleck – Molti ne sottovalutano le capacità attoriali, e lui si vendica dimostrando di essere un regista di altissimo livello: Ben Affleck, finora, non ha sbagliato un colpo, dirigendo una scia di film uno più bello dell’altro.