Una nuova ricerca sul principio allucinogeno di alcuni funghi mostra come questo curi la depressione severa per un breve periodo.
Preoccupano però gli effetti collaterali. L’obiettivo è che il farmaco nuovo sostituisca gli antidepressivi. Almeno tre anni per scoprire se sarà commercializzato.
Una medicina che si basa sul principio allucinogeno di alcuni funghi può migliorare i sintomi di una depressione severa fino a 12 settimane. Non è uno scherzo di cattivo gusto, bensì il risultato di uno studio pubblicato sull’autorevole rivista medica specializzata the New England Journal of Medicine.
Una quantità pari a 25mg di psilocibina, questo il termine scientifico della sostanza, induce nei pazienti uno stato simile a quello onirico e ciò consente alla terapia psicologica di essere più efficace.
I ricercatori, tuttavia, evidenziano come gli effetti avversi di breve periodo potrebbero essere molto negativi quindi i dottori suggeriscono cautela nell’utilizzo di questa terapia che comunque non potrebbe essere prescritta senza il controllo e la supervisione del medico. I primi esiti sono incoraggianti ma c’è ancora molto da fare e studi su più larga scala e con monitoraggi di più lungo periodo devono ancora essere fatti dagli esperti prima di poter pensare di introdurre il farmaco in commercio. Si parla di almeno tre anni.
Nel mondo si stima che ci siano circa 100 milioni di persone che versano in una condizione clinica di profonda depressione che non risponde ad alcun tipo di cura attualmente disponibile sul mercato. Inoltre il 30% di essi ha tentato il suicidio. La depressione è quindi una piaga sociale estremamente diffusa ma difficile da combattere con gli strumenti al momento utilizzabili.
Gli studi sulla psilocibina non sono nuovi. I ricercatori è da anni che svolgono test per capirne gli effetti sulla salute mentale e i disturbi connessi. Ci sono stati promettenti passi avanti ma i risultati sono ancora su scala troppo piccola per pensare di uscire dal campo della ricerca. Basti pensare che nella ricerca pubblicata più di recente il campione era di 233 pazienti provenienti da dieci Paesi in Europa e America del Nord.
Ad ogni modo, tornando ai pazienti oggetto della sperimentazione, molti di loro hanno sofferto di depressione in forma grave per più di un anno e avevano intorno ai 40 anni, secondo i dati resi noti dagli Istituti di ricerca collegati allo studio: King’s College di Londra e la Fondazione SLaM NHS Trust.
Dopo una dose del composto, unita alla psicoterapia, i risultati hanno mostrato che un paziente su tre non era più così depresso a distanza di tre settimane mentre uno su cinque ha mostrato significativi segni di miglioramento dopo 12 settimane. L’autore dello studio, lo psichiatra James Rucker, ha affermato alla BBC che si pensa che il farmaco abbia “una azione diretta sul cervello, inducendolo in uno stato di maggior flessibilità che fornisce l’opportunità di una terapia efficace”.
Al contempo in ogni gruppo di pazienti ce ne sono stati alcuni che hanno manifestato effetti collaterali come mal di testa, nausea, affaticamento estremo e anche pensieri suicidi. Da qui le preoccupazioni sulla sicurezza di questo trattamento da parte di alcuni esperti. In più non ci sono garanzie sul fatto che si tratti di una cura duratura nel tempo e risolutiva.
L’obiettivo finale degli scienziati sarebbe quello di far diventare la sostanza derivante da questi funghi una valida alternativa agli antidepressivi. Prima però occorrerà scoprire anche quante dosi servirebbero per prevenire il ritorno della condizione.
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