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Salvini contro l’obbligo dei vaccini, il fact checking: ha funzionato?

[didascalia fornitore=”ansa”]La ministra Lorenzin vs Matteo Salvini, chi ha ragione?[/didascalia]

L’obbligo dei vaccini entra nella campagna elettorale dopo la promessa di Matteo Salvini di eliminarlo in caso di vittoria alle elezioni. “Cancelleremo norme Lorenzin. Vaccini sì, obbligo no”, ha twittato il leader della Lega Nord, ribadendo in altre occasioni il suo pensiero. In un’intervista a Luca Bottura su Radio Deejay, Salvini ha spiegato di non essere “contro i vaccini” ma “contro l’obbligatorietà” stabilita dal decreto Lorenzin di giugno 2017, operativo dallo scorso settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico. Contro la proposta si è scagliata gran parte della politica, dalle opposizioni agli stessi alleati del Carroccio, nonché la comunità scientifica. L’obbligatorietà dei vaccini è un tema molto delicato ed è stata la risposta della politica per ovviare al calo della copertura vaccinale: il decreto sta funzionando? Ecco il nostro fact checking.

La prima a scagliarsi contro la proposta di Salvini è stata la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, per cui “l’Italia va vaccinata dagli incompetenti”. Non è stato da meno il PD di Matteo Renzi (“Dire che non si devono obbligatoriamente vaccinare i bambini significa mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri figli”, ha detto a Porta a Porta), ma anche Forza Italia, alleato principe della Lega alle prossime elezioni del 4 marzo, si è detto contrario.

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Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera, ha confermato il “sì all’obbligatorietà”, sottolineando che “non entrerà nel programma condiviso”, concetto ripreso dal capogruppo al Senato, Paolo Romani per il quale l’obbligatorietà “va nella direzione della tutela della salute dei nostri figli”. Silenzio dal M5S che è sempre stato quantomeno scettico (se non contrario).

Il tema dell’obbligo dei vaccini è stato molto sentito durante l’approvazione del decreto. A fronte di una diminuzione pericolosa della copertura vaccinale e l’epidemia di morbillo, con quasi 5mila casi nel 2017 e diverse vittime, la politica ha deciso di rendere i vaccini obbligatori: la legge è servita? Sembra di sì.

Il calo della copertura vaccinale in Italia

Il primo dato da cui partire è quello della copertura vaccinale. Come ha sempre ribadito l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i vaccini funzionano se c’è copertura di gregge, ossia se il 95% e oltre della popolazione è vaccinato. Solo così si possono evitare epidemie e solo così sono protetti anche coloro che non si possono vaccinare per problemi di salute o perché troppo piccoli.

Complici una serie di fattori, tra cui molta disinformazione – spesso diffusa online – e una mancata risposta immediata da parte delle autorità, in Italia negli ultimi tre anni la copertura vaccinale è scesa al di sotto della soglia di legge, come confermato dalle tabelle ministeriali riportate dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità.

Il Piano per la Prevenzione vaccinale 2017-2019 del Ministero, stabilito secondo i parametri del piano europeo (European Vaccine Action Plan 2015–2020 – EVAP), ricorda il calo drastico di alcune vaccinazioni, a partire da quella del morbillo e della varicella e rosolia. Le “coperture vaccinali (CV) a 24 mesi dall’anno 2000, dopo un andamento in crescita, si sono
stabilizzate a metà del decennio successivo”, si legge nel rapporto. Le vaccinazioni incluse nel vaccino esavalente (antidifterica, anti-tetanica, anti-pertossica, anti-polio, anti-Hib e anti-epatite B), avevano superato il 95%, ma nel 2015 anche le vaccinazioni obbligatorie erano scese sotto la soglia di sicurezza, con solo sei Regioni che la superava per l’antipolio e 11 sotto il 94%.

L’epidemia di morbillo e le vaccinazioni

A scendere in maniera drastica sono stati soprattutto i dati della copertura vaccinale per morbillo e rosolia che nel 2015 in Italia “hanno perso addirittura 5 punti percentuali dal 2013 al 2015, passando dal 90,4% all’85,3%, incrinando anche la credibilità internazionale del nostro Paese che, impegnato dal 2003 in un Piano globale di eliminazione del morbillo dell’Ufficio regionale europeo dell’OMS, rischia di farlo fallire”, continua il report.

Senza vaccini, il virus del morbillo è tornato a mietere vittime. Come ricorda l’OMS, è una delle malattie infettive più pericolose e tra le maggiori cause di mortalità infantile a livello globale: nel 2016 circa 89.780 persone sono morte di morbillo, di cui la maggior parte bambini sotto i 5 anni.

[didascalia fornitore=”altro”]La copertura vaccinale per il morbillo aggiornata in Italia/ISS[/didascalia]

In Europa, l’Italia, con la Romania, è stato il paese più colpito da una nuova epidemia di morbillo: con una soglia nazionale all’87,26% (quindi ben sotto la soglia di sicurezza), il nostro Paese nel 2017 ha registrato 4.885 casi di morbillo con 4 decessi dall’inizio dell’anno, come da dati ministeriali aggiornati al 10 dicembre 2017. Di questi, l’88% non erano vaccinati, il 35% ha avuto almeno una complicanza, il 44% è stato ricoverato (il 22% in Pronto Soccorso), facendo salire i 315 casi tra operatori sanitari. L’età media dei malati di morbillo? 27 anni.

L’obbligatorietà dei vaccini ha aumentato la copertura

È ancora troppo presto per dire se l’obbligatorietà dei vaccini ha funzionato, visto che non è ancora passato un anno, ma i primi dati raccolti dal Ministero della Salute sono promettenti e indicano che la legge sta funzionando. Da quando è stato introdotto l’obbligo, il ministero ha avviato un piano di controllo sui risultati in modo da averli in maniera tempestiva, affidando alla commissione per il monitoraggio dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) la rilevazione dei dati sui nuovi bambini vaccinati ogni due mesi per Regione.

I primi dati disponibili sono quelli riportati da Carlo Signorelli, della Società Italiana di Igiene, Stefania Iannazzo del ministero della Salute, e Anna Odone dell’università Vita-Salute di Milano in un articolo pubblicato su Lancet a gennaio 2018 dal titolo “L’obbligo della vaccinazione messo in pratica”. Gli autori hanno avuto accesso ai primi dati disponibili di 5 Regioni, constatando un aumento delle vaccinazioni. “Il 29,8% dei bambini non vaccinati nati dal 2011 al 2015 sono stati vaccinati da quando è stata applicata la nuova legge”, scrivono gli autori.

“Rispetto al 2016, questa vaccinazione di recupero ha comportato un aumento della copertura vaccinale da giugno a ottobre 2017 dell’1,0% per il vaccino esavalente contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, H influenza e di tipo b ed epatite B, e di 2,9% per il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia”.

Lorena Cacace

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