La prima puntata del festival di Sanremo è stata un successo (quasi) senza precedenti: con 10,7 milioni di italiani incollati allo schermo della televisione e il 62,4% di share complessivo, la serata inaugurale della kermesse canora più importante di casa nostra è stata la più vista da 28 anni a questa parte, quando nel 1995, sul palco dell’Ariston Pippo Baudo era affiancato da Claudia Koll e Anna Falchi. All’indomani, però, non sono mancate le polemiche, arrivate soprattutto da Matteo Salvini, il vicepremier e leader della Lega, che è tornato sull’argomento Volodymyr Zelensky, e ha parlato anche di Paola Egonu e di Sergio Mattarella.
Se del presidente dell’Ucraina ha detto che non guarderà il momento in cui Amadeus leggerà in diretta la sua lettera – è prevista per l’ultima serata -, nel caso della pallavolista italiana (di pelle scura), il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha spiegato che vorrebbe che non facesse la morale agli italiani sul razzismo, perché in casa nostra siamo sempre pronti a tendere una mano. Anche Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e ora presidente del MoVimento 5 stelle, poi, è tornato a parlare di Zelensky, dicendo che la sua ospitata non era opportuna. A Salvini, dalla conferenza stampa di Sanremo, ha risposto il conduttore, che ha detto che sono quattro anni che il ministro fa polemica.
Matteo Salvini, ovvero il segretario federale della Lega, ministro per le Infrastrutture e per i Trasporti del governo di Giorgia Meloni, nonché suo vicepremier (assieme ad Antonio Tajani) si è perso tante emozioni e divertimento ieri non avendo guardato la prima serata del festival di Sanremo. Soprattutto non è entrato nel novero di quei 10,7 milioni di italiani che si sono sintonizzati su Rai Uno per vedere il debutto di Chiara Ferragni alla conduzione e la quarta volta (di fila) di Amadeus sul palco dell’Ariston, accompagnato stavolta da Gianni Morandi e non dal suo amico Rosario Fiorello.
Non ha visto neanche l’esibizione di Blanco, la seconda dopo quella con Mahmood, in cui il cantante che l’anno scorso ha vinto la kermesse canora ha praticamente distrutto i fiori presenti in scena, non ha ascoltato i 14 (dei 28) cantanti in gara e, soprattutto, non ha fatto le due di mattina. Ad ammetterlo, è stato lui stesso: “Ieri sera non ho visto il Festival, ero fuori per lavoro“, ha sentenziato il Capitano, prima di tornare sull’argomento che, prima dell’inizio, ha tenuto banco, soprattutto nel mondo della politica, ovvero l’ospitata, con un videomessaggio, del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che in realtà non sarà esattamente così, ma sarà solo il padrone di casa a leggere una lettera che il numero uno del Paese invaso dalla Russia invierà.
“Per molti italiani è un momento complicato – ha continuato Salvini – che non ci sia la presenza di Zelensky non mi dispiace. Portare la guerra in mezzo ai Cugini di Campagna mi sembra veramente fuori luogo“. Insomma, non si è spostato di un centimetro rispetto a quello che aveva detto quando si era diffusa la notizia e si erano scatenate le polemiche, da destra e da sinistra, e dal centro, senza alcuna distinzione. Anche nel merito della lettera, il leader del Carroccio ha spiegato che non la ascolterà: “Quando la legge? Io sabato sarò con i miei figli, non penso mi chiedano di ascoltarla. Ci guarderemo un film“.
In diretta a Mattino 5, anche il presidente del MoVimento 5 stelle, ed ex premier, Giuseppe Conte, è tornato a parlare della questione spinosa che riguarda l’ospitata del presidente ucraino, appena atterrato in Gran Bretagna per incontrare il primo ministro, Rishi Sunak, al festival: “Ne abbiamo anche parlato troppo – ha commentato l’avvocato di Volturara Appula -, mandi pure questa lettera e va bene così“. Lui sì, quindi, che ha cambiato idea, o forse no, perché dopo ha precisato che lui aveva “semplicemente ricordato che il nostro presidente della Camera, Roberto Fico, lo ha invitato a parlare al Parlamento dimostrando grande apertura. Ma nel contesto di Sanremo non mi sembrava opportuna” la sua presenza. E dunque no.
Ieri, attraverso un tweet, anche Carlo Calenda, leader del terzo polo e alleato di Matteo Renzi, aveva ribadito la sua posizione contraria su Zelensky e il palco dell’Ariston, e questo nonostante lui sia stato ed è tuttora uno dei più strenui sostenitori dell’appoggio incondizionato (e l’invio di armi) allo Stato sotto scacco di Vladimir Putin. Da qua a sabato, insomma, ne vedremo delle belle.
Tornando a Salvini, poi, le sue idee sugli ospiti (e co-conduttori del festival) non sono finite. Per quanto riguarda la presenza, ieri, e per la prima volta, del capo dello Stato, Sergio Mattarella, celebrato, invece, da Amadeus nel suo account Instagram nuovo di zecca, il ministro ha dichiarato che “se ha scelto di andarci, ha diritto di svagarsi anche il Presidente della Repubblica. Non penso che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa dal palco di Sanremo, che è la storia di Morandi e Ruggeri, di Luigi Tenco“. Per lui, infatti, “riempire il festival di contenuti extra festival, dalle guerre ad altro, non mi piace. Se c’è qualche causa che va difesa a Sanremo, significa che siamo un Paese indietro. I diritti delle donne vanno al di là dal Festival“.
E sul discorso di Roberto Benigni, nello specifico, è intervenuto anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e alleato di Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, di Europa Verde, in Parlamento. “E ti pareva che non partivano i mugugni della destra per Benigni ieri sera a Sanremo. Al di là delle parole sguaiate di Salvini verso Mattarella, il punto non è Benigni sul palco, ma il fatto che a milioni di italiani sia arrivato uno straordinario messaggio che valorizza, difende ed esalta la nostra Costituzione nata dalle ceneri della vergogna fascista“, ha detto il deputato, ma non solo perché si è anche soffermato sulla carta costituzionale dicendo che, su alcuni diritti dei cittadini, “è ancora purtroppo da attuare anche se sono passati 75 anni. A questo sono allergici, continuando a non voler riconoscere che il nostro Paese nasce da lì, da quella Resistenza a un regime a cui troppi nel governo hanno strizzato l’occhio o hanno ancora nostalgia, la vorrebbero – ha concluso Fratoianni – magari stravolgerla o metterla in un angolo“.
Ecco, a proposito di diritti, ancora il vicepremier ha parlato anche di Paola Egonu, la pallavolista della Nazionale italiana che sarà la co-conduttrice del festival per la serata di oggi. Salvini l’ha definita sì, una “grande sportiva“, ma si augura, ha specificato a Non Stop News su Rtl 102.5, che “non venga a fare una tirata al Festival sull’Italia Paese razzista, perché gli italiani possono avere tanti difetti ma non sono razzisti. È un popolo che accoglie, che allunga la mano a tutti. Mi auguro che gli italiani, che hanno già molti problemi, non si sentano colpevolizzati da chi usa la tv pubblica per fare la morale a qualcuno“. Quanto ai cantanti, il ministro ha concluso dicendo di apprezzare sia Gianluca Grignani, anche lui un grande, sia Giorgia, che “ha una voce straordinaria“, e sia Ultimo, a cui piace tantissimo.
Su questo, e sul resto ha risposto in conferenza stampa, Amadeus, che ha detto che “sono quattro anni che se la prende con il Festival: basta non guardarlo. So che sabato vedrà un film, spero sia bello“. Mentre sull’aver tenuto nascosta anche ai vertici Rai dell’ospitata del presidente della Repubblica, il conduttore ha risposto che “non è stata una mancanza di rispetto nei confronti dell’amministratore delegato, ma dal Quirinale, anche per motivi di sicurezza, era stato chiesto di mantenere il silenzio e ho obbedito“. “Secondo me il cda dovrebbe essere contento per quello che è successo e dire grazie a chi ha organizzato la partecipazione, non preoccuparsi di non essere stato informato“, ha concluso.
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