La tragedia di Ischia, di Casamicciola per la precisione, oltre ad avere scatenato una polemica sul primo governo di Giuseppe Conte, potrebbe aver creato anche dei disagi all’interno della maggioranza dell’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Alle parole del ministro Gilberto Pichetto Fratin sui sindaci, che devono essere messi in carcere perché consentono l’abusivismo, ha risposto Matteo Salvini.
Il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega ha detto che lui, invece, i sindaci vorrebbe proteggerli e liberarli dalla burocrazia. In pratica, il contrario di quello che ha detto il suo collega di Forza Italia. Sulle parole di Pichetto Fratin era intervenuto anche il presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, definendole di una “volgarità inaccettabile” che “denota una grave ignoranza dell’argomento“.
Dal fango di Casamicciola, in cui si continua a scavare per cercare i corpi dei dispersi della frana che al momento ha ucciso otto persone, tra cui un neonato di appena 22 giorni, emergono anche attacchi politici, da cui nessuno si vuole tirare indietro.
A finire sotto il tritacarne mediatico (e politico) per la tragedia dell’isola di Ischia è stato soprattutto Giuseppe Conte, reo di aver dato il via a un’ulteriore serie di condoni con il decreto sul ponte Morandi in cui era presente anche un articolo, il 25, che doveva velocizzare “la definizione delle pratiche avviate da anni e per consentire risposte certe su domande relative a condoni decisi da precedenti esecutivi“, hanno scritto dal MoVimento 5 stelle.
Non è su quello, però, che si sono alzati i toni anche all’interno del governo di ora, quello guidato dalla prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Giorgia Meloni. In mattinata, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, oltre ad aver attaccato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ci è andato giù pesante con i sindaci, dicendo che sarebbero da mettere in carcere come “tutti quelli che lasciano fare“. Sono i primi cittadini, quindi, che per il deputato di Forza Italia “non devono lasciare costruire“.
Di diverso avviso è Matteo Salvini, suo collega nell’esecutivo, e leader della Lega. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto a Pichetto Fratin dicendo che lui, a differenza di qualcun altro, i sindaci “li voglio proteggere e liberare“. Che è una dichiarazione di intenti, sì, ma che viaggia praticamente nel binario opposto a quella del forzista.
Ma le parole del ministro non hanno scatenato un caso soltanto all’interno del governo, ovviamente. Il primo a commentarle, dal di fuori, è stato il coordinatore dei sindaci del Partito democratico e primo cittadino di Pesaro, Matteo Ricci – che potrebbe anche candidarsi per la segreteria -, che ha definito quello che ha detto Pichetto Fratin gravissimo. “Non ha idea di cosa significhi fare il sindaco oggi. Il suo è un vergognoso tentativo di scaricare tutta la responsabilità di tragedie come quella di Ischia sui sindaci. C’è poco spazio per le scuse, si dimetta“, ha detto.
Molto più pesante ci è andato, invece, il presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani, e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Per lui, “il commento del ministro Pichetto Fratinsulla tragedia di Ischia, mentre ancora si cercano i dispersi e si contano le vittime, è di una volgarità inaccettabile e denota una grave ignoranza dell’argomento“.
Quello che ha detto, è sicuro, non rappresenta “la linea del governo sul tema annoso e drammatico del dissesto idrogeologico del nostro territorio, delle sue responsabilità, e di chi e come ci si possa mettere riparo“. Infatti, scaricare la responsabilità solo sui primi cittadini è il contrario di quello che doveva fare da rappresentante delle istituzioni, ed è per questo che dal ministro “aspettiamo delle scuse verso i sindaci italiani“.
Anche perché, che ci fosse un problema in questo senso e che servisse un piano straordinario per la manutenzione del territorio, l’Anci lo aveva detto da anni e in tante occasioni, prima di tutto per la salvaguardia dei cittadini. “Se si trovasse un ministro disposto a impegnarsi in questa direzione, noi sindaci saremmo pronti a dare il nostro contributo come, del resto, facciamo sempre con uno spirito di collaborazione che non traspare certo dalle dichiarazioni di Pichetto Fratin“, ha detto ancora Decaro.
“Il dramma della fragilità del territorio italiano e della mancanza di una sua manutenzione va molto oltre le competenze dei singoli sindaci“, ha continuato. D’altronde, i primi cittadini hanno il compito di presidiare i territori e da anni chiedono anche delle politiche attive “per evitare lo spopolamento dei piccoli comuni e per contrastare il dissesto idrogeologico“.
Il presidente dell’Anci si è lamentato dei ritardi e degli errori che si accumulano, dei lavori che non iniziano sia a causa dell’erogazione delle risorse, sia per la programmazione, in cui i comuni non c’entrano nulla. “Ci sono risorse ferme da anni per gli interventi di risanamento del dissesto idrogeologico che, come certifica la Corte dei conti, non vengono spese, e ora altre ne sono previste all’interno del Pnnr“, ha spiegato.
Il governo e i suoi ministri, ha concluso Decaro, “dovrebbero innanzitutto preoccuparsi di accelerare e semplificare le procedure, come giustamente ha ricordato anche il presidente del consiglio intervenendo giovedì scorso all’Assemblea dell’Anci di Bergamo. Le polemiche e gli scaricabarile non sono degni di momenti così drammatici e non danno alcuna risposta alle esigenze e alla rabbia giustificata dei cittadini colpiti“.
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