La lettera di Sandro Veronesi a Roberto Saviano è stata pubblicata sul Corriere per denunciare quel che accade nel Mediterraneo, qualcosa di ”inaccettabile”, che va combattuto ”è ora di rompere gli indugi e metterci direttamente il corpo. Andiamo là dove si lascia morire la gente per far pressione o per opportunismo”, scrive Veronesi in una lettera lunga e articolata, che dopo aver fatto il giro delle bacheche sui social è andata a finire sotto l’occhio di Matteo Salvini, il quale ha risposto via Facebook.
”Caro Roberto Saviano,
ti scrivo per interrogarti su ciò che ultimamente sta assorbendo parecchie delle mie energie, e anche un bel po’ del mio sonno. Una riflessione che, per darle un titolo, potremmo chiamare sul ”tempo del corpo”. Mi sto chiedendo, cioè, nella frustrazione in cui non nascondo di annaspare, se non sia venuto un tempo diverso per tutti noi, uomini e donne non ”buoni” né tantomeno ”buonisti”, ma semplicemente ”di buona volontà”, come dicono gli angeli nel giorno della natività, augurando la pace sulla Terra.
Ciò che sta accadendo nel Mediterraneo non ha certo a che fare con la pace, ed è inaccettabile; […] perché inaccettabile è la propaganda che l’accompagna, e che rovescia la realtà chiamando ”pacchia” o ”crociera”’ la tortura cui quegli esseri umani sono esposti, e li vuole lasciare in balia degli scafisti o della guardia costiera libica, cioè i veri ”trafficanti di uomini”, calunniando con quella definizione le Ong che cercano di salvarli. […] ora che la mistificazione ha superato, in termini di consenso popolare, la corretta informazione, mi chiedo se non sia il caso di rompere gli indugi e metterci direttamente il corpo. Perché noi siamo un corpo, e anche le nostre parole vengono dal nostro corpo, e il corpo è ben più di esse — il corpo è la vita stessa —.
Ecco dunque che scrivo a te, caro Roberto, dato che il tuo corpo è già in ballo, da anni, è già sul campo — e infatti ogni tanto spunta la minaccia di ”toglierti la scorta”, cioè di lasciarlo indifeso, quel tuo corpo: una minaccia che a me, per esempio, non può essere rivolta —. […] Il corpo, il mezzo più estremo di lotta nella tradizione della non violenza. […] Che dici, Roberto, vaneggio? Ammesso che una di queste navi Ong che incrociano al largo delle acque libiche conceda qualche posto a bordo, pensi che i corpi più importanti del nostro Paese — cioè quelli più valorosi, più ammirati, più amati, più belli, più dotati, più preziosi, più popolari, più desiderati —, siano tutti impossibilitati a unirsi a me e a te, nell’occupare quei posti? Io, di certo, non basto. E nemmeno tu sei abbastanza, Roberto, dato che come abbiamo detto tu ci sei già, in ballo, e il tuo corpo è già il puntaspilli dell’attuale propaganda.
Ci vorrebbe, per dire, il commissario Montalbano, che ha il doppio di spettatori di quanti elettori abbia avuto la Lega a marzo. O Totti. O Checco Zalone. O Claudio Baglioni. O Federica Pellegrini. O Jovanotti. O Sofia Goggia. O Celentano. O Monica Bellucci che fa da interprete dal francese. O Chiara Ferragni che allatta. O Giorgio Armani che compie 84 anni. Sulla nave. Laggiù. In quel tratto di mare dove la gente viene lasciata morire per opportunismo, o far pressione su Malta, o su Macron. Ovviamente sto facendo nomi così, di getto, non sto convocando nessuno, non mi permetterei mai di farlo: dico solo, a te che sei perennemente convocato, che forse ora ci vorrebbe qualche persona veramente influente che ci metta il corpo — per interrompere perlomeno la barbarie della propaganda, della calunnia —. Ne basterebbe anche solo uno, secondo me. Cosa ne pensi?”
La lettera continua ancora, e dopo averla letta, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ritenuto opportuno condividerla commentando in tono sprezzante su Facebook: ”Ottima idea: buon viaggio”
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