Le immagini della famiglia di Saman riunita a Novellara il giorno dopo il delitto mostrano la freddezza del padre e le lacrime del fratello.
La 18enne pakistana, secondo la Procura di Reggio Emilia, sarebbe stata uccisa dai parenti per punirla della sua resistenza al matrimonio combinato in patria. Quarto Grado ha diffuso i video inediti che ritraggono gli uomini della famiglia riuniti a casa della vittima la mattina seguente all’uccisione della giovane, il 1° maggio 2021.
Alcuni video inediti diffusi da Quarto Grado mostrano per la prima volta al pubblico le immagini della famiglia di Saman Abbas riunita a Novellara dopo l’omicidio della 18enne.
Nelle sequenze, registrate da una telecamera di sorveglianza esterna all’abitazione degli Abbas in provincia di Reggio Emilia, si vede il padre della giovane, Shabbar, uscire poco dopo le 6 del mattino e dirigersi verso le serre dove, verosimilmente, sarebbe avvenuto il delitto.
L’uomo scompare dall’obiettivo per diversi minuti e poi torna, apparentemente tranquillo e senza alcuna agitazione, all’interno della casa in cui, poco dopo, i genitori di Saman saranno raggiunti dal resto della famiglia oggi sotto accusa.
La telecamera ha infatti registrato l’arrivo di Danish Hasnain, zio di Saman ritenuto esecutore materiale dell’omicidio, e i due cugini della vittima Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
I tre che, secondo la ricostruzione dell’accusa, armati di pale sarebbero andati a seppellire il cadavere nel casolare abbandonato dove poi Hasnain, un anno e mezzo più tardi, lo avrebbe fatto ritrovare agli inquirenti.
I video mostrati dalla trasmissione di Gianluigi Nuzzi contengono anche una serie di sequenze che riguardano il fratello minore di Saman.
Il giovane, sempre la mattina dopo il delitto, viene immortalato dalla stessa telecamera esterna mentre, intento a parlare al telefono, si siede su una sedia e sembra in preda alla disperazione.
Testa china, singhiozza davanti all’obiettivo, respira affannosamente e si asciuga il volto dalle lacrime. Una reazione che sembra diametralmente opposta alla freddezza degli altri parenti dopo l’assassinio.
Le dichiarazioni del fratello di Saman agli inquirenti avrebbero giocato un ruolo fondamentale nella ricostruzione del delitto finora fatta dall’accusa.
Sarebbe stato proprio il ragazzo, stando a quanto emerso, a indicare lo zio Danish Hasnain quale esecutore materiale dell’omicidio.
Una versione alla quale lo stesso Hasnain si è sempre opposto fermamente, sostenendo di essere stato coinvolto dai parenti soltanto nella fase successiva e di essersi “limitato” ad accompagnare i cugini Ikram e Nomanulhaq nel luogo scelto per l’occultamento del cadavere.
Il processo per la morte di Saman Abbas si è aperto il 10 febbraio scorso a Reggio Emilia. Davanti ai giudici soltanto Hasnain e i due cugini della 18enne, mentre i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, ritenuti coinvolti nel delitto dalle autorità italiane, sono ancora in Pakistan.
Gli imputati si accusano a vicenda e sulla sorte giudiziaria dei coniugi Abbas incombe una grande incognita: non è per nulla scontato che arrivino alla sbarra.
Il padre di Saman, arrestato mesi fa nel Punjab, attende di sapere se verrà estradato in Italia oppure rilasciato, come chieso dal suo difensore, su cauzione.
La madre di Saman, Nazia, risulta irreperibile dal momento del suo arrivo in patria. Partita alla volta del Pakistan con il marito, all’indomani della morte della figlia, ancora oggi è latitante e non si sa se qualcuno la stia attivamente cercando perché risponda delle accuse che le sono mosse in merito alla tragica fine della 18enne.
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