Saman Abbas è sparita nel nulla il 30 aprile dello scorso anno. Per la sua scomparsa sono indagati 5 familiari – tra cui i genitori – che l’avrebbero uccisa perché la ragazza aveva rifiutato un matrimonio combinato con un cugino pakistano.
Ad ammetterlo – in un’intercettazione telefonica finita in procura – il papà di Saman Abbas, Shabbar, fuggito con la moglie in Pakistan dopo la scomparsa della figlia. I due coniugi risultano irreperibili dallo scorso giugno.
Il Paese straniero non ha concesso l’estradizione, come richiesto dal governo italiano.
Era il 30 aprile dello scorso anno quando Saman Abbas, 18enne di origini pakistane, ma residente a Novellara – Reggio Emilia – sparì nel nulla.
Le indagini hanno fatto emergere un quadro familiare di repressione e violenza domestica. Sembra infatti che la giovane fosse stata promessa in sposa a un cugino in Pakistan, ma Saman era innamorata di un suo connazionale che vive qui in Italia, Ayub Saqib, 23 anni, conosciuto sui social.
Avrebbe voluto viaggiare, sposarsi con l’uomo che amava e vedere il mondo, ma i suoi familiari – in primis suo padre – non riuscivano ad accettare quel suo modo di vivere ‘all’occidentale’.
Saman si era rivolta a un centro di accoglienza del reggiano e agli operatori aveva confidato tutte le sue paure e il clima di violenza che si viveva in casa.
Il padre la picchiava continuamente, spesso cacciava di casa lei, la mamma e il fratello e li costringeva a dormire fuori casa. Il più delle volte tornava a casa ubriaco e a rimetterci era sempre la figlia maggiore.
«Mi picchiava sempre. Una volta ha lanciato un coltello verso di me, non ha colpito me ma il mio fratellino. Nonostante perdesse molto sangue e io avessi detto di volerlo accompagnare al Pronto soccorso, nostro padre ha detto che non era possibile e ha chiuso la porta di casa. Era presente anche mia madre che però non ha detto né fatto niente»
è uno stralcio della drammatica testimonianza di Saman.
Dopo essere stata ospitata nel centro di accoglienza, la ragazza era tornata a casa, firmando di fatto la sua condanna a morte.
Lo scorso maggio, dopo la scomparsa di Saman, i genitori della ragazza, Shabbar Abbas e sua moglie Nazia sono fuggiti in Pakistan e da allora si sono resi irrintracciabili.
Il governo locale non ha concesso l’estradizione, come richiesto dall’Italia, mentre sono stati arrestati due cugini e uno zio della ragazza, accusati di concorso in omicidio e occultamento di cadavere.
Stando al racconto del cugino Ikram Ijaz, Saman sarebbe stata attirata in una trappola dai suoi genitori la sera della scomparsa.
Strangolata con una corda e fatta a pezzi, per poi essere gettata nelle acque del Po. Al momento del corpo senza vita di Saman non sembrano esserci tracce, nonostante le ricerche non si siano mai fermate.
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