Sono ancora in corso le operazioni di recupero del corpo di Saman Abbas, la 18enne scomparsa lo scorso anno da Novellara, provincia di Reggio Emilia.
A far ritrovare il cadavere della ragazza – o meglio, quel che resta di lei – lo zio Danish Hasnain, già in carcere con l’accusa di omicidio. È stato lui che lo scorso venerdì ha condotto i carabinieri nel punto esatto in cui – con la complicità di altre 4 persone, tra cui i genitori di Saman – è stato seppellito il corpo della giovane.
Diciotto mesi di ricerche, eppure il corpo di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara il 30 marzo dello scorso anno, era a poche centinaia di metri da casa. A condurre i carabinieri sul luogo dove è stata seppellita la ragazza – un casolare diroccato – è stato lo zio Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto. Recluso da mesi nel carcere di Reggio Emilia con l’accusa di omicidio, venerdì mattina è uscito dal carcere, scortato dai militari, per mostrare loro dove si trovasse il corpo senza vita della nipote.
“Abbiamo fatto un buon lavoro”
è in queste poche parole che è racchiuso tutto il dramma vissuto dalla 18enne e intercettato in un sms inviato dallo zio di Saman a un altro familiare, riferendosi, verosimilmente, alle fasi del delitto e al successivo occultamento del cadavere.
Le operazioni di recupero della salma sono in corso da giorni e dopo il recupero sarà necessario l’esame autoptico, anche se non sembrano esserci dubbi sul fatto che si tratti proprio della 18enne di Novellara.
Lo zio Danish Hasnain avrebbe ucciso Saman, con la complicità dei genitori di lei e di altri due cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, attualmente detenuti nel carcere di Reggio Emilia. Quella sera la ragazza sarebbe stata attirata dai genitori in una trappola. In un video ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona, risalente proprio alla notte della scomparsa, si vedono i genitori di Saman allontanarsi con lei e poi rientrare poco dopo senza di lei, della quale resta lo zainetto, portato a spalla dal papà.
Nei giorni scorsi il papà di Saman Abbas è stato arrestato in Pakistan con l’accusa di frode. Al momento si trova nel penitenziario della città, mentre la moglie, Nazia Shaheen, è ancora latitante. Shabbar avrebbe detto agli inquirenti di non cercarla in Pakistan, perché da mesi si sarebbe rifugiata in Europa. Il prossimo 24 novembre si terrà l’udienza di convalida del fermo di Shabbar, per il quale il governo italiano potrebbe presto chiedere l’estradizione.
Saman Abbas aveva 18 anni quando è scomparsa. Prima che se ne perdessero le tracce, era stata accolta in un centro antiviolenza di Novellara, perché aveva rifiutato un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan. Saman era pronta a sposarsi, ma con il ragazzo che amava, un suo connazionale, che si trova sotto protezione e che non si dà pace per quanto le è accaduto. L’ultima foto insieme li ritrae felici e spensierati per le stradine di Novellara. È stato quello scatto – secondo gli inquirenti – a firmare la condanna a morte di Saman.
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