Il Ris di Parma ha confermato la presenza del Dna di Saman Abbas sui vestiti dello zio Danish, indossati la notte del delitto.
I vestiti in questione sarebbero un giubbotto nero felpato, un paio di ciabatte e dei guanti da lavoro. In particolare sul giubbotto è stato riscontrato un alone biancastro che è stato poi sottoposto all’amilasi test specifico per la saliva, ottenendo un risultato “debolmente positivo”.
Come riportato da il Resto del Carlino di Reggio Emilia, le analisi attuate sui vestiti dello zio di Saman Abbas, hanno riportato la presenza del Dna della giovane.
La 18enne pachistana fu uccisa dalla sua famiglia a Novellara, nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021.
Gli inquirenti hanno dunque comunicato che, sulla base delle analisi condotte sugli indumenti indossati dallo zio Danish la notte dell’omicidio, sono stati riscontrate tracce di Dna riconducibili alla giovane.
Inoltre sul retro del giubbotto, in corrispondenza della spalla sinistra è stato trovato un alone giallastro. La scientifica l’ha poi sottoposto all’amilasi test, specificamente utilizzato per rilevare la saliva. Il risultato ha riportato un valore debolmente positivo che non può essere ricondotto a nessun individuo.
Al contrario invece non sono state rinvenute tracce di sangue su alcun indumento. Questo ha portato gli inquirenti a scartare l’ipotesi di smembramento del corpo. Teoria accennata durante una confessione attuata dal cugino Ikram Ijaz in carcere.
Attualmente dunque l’ipotesi più realistica è quella confessata dal fratello della 18enne, ossia che lo zio l’abbia strangolata in accordo con il resto della famiglia.
Saman Abbass era una semplice ragazza di 18 anni di origini pachistane, con tanti sogni e obiettivi. Voleva viaggiare, scoprire il mondo e soprattutto voleva sentirsi libera e indipendente.
Purtroppo Saman non ha potuto realizzare nessuno dei suoi sogni a causa di una famiglia despota, repressiva, legata a tradizioni a cui la giovane non voleva sottomettersi. Tutto ciò ha portato la ragazza a fuggire di casa per un determinato periodo. Questo purtroppo non è bastato.
Saman infatti non accettava l’idea di dover sottostare alla decisione dei familiari di farla sposare con uno sconosciuto in Pakistan. Per questo la 18enne ha tentato di scappare nuovamente. Purtroppo però la famiglia gliel’ha impedito nel modo più crudele possibile, togliendole la vita.
Una storia che mette i brividi, in quanto testimonia fin dove l’estremismo religioso e culturale può arrivare. Una giovane vita stroncata dalle persone più care, che probabilmente non riuscendo a controllare la vita di Saman hanno preferito toglierla, piuttosto che accettare le sue decisioni.
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