Samantha Comizzoli, l’attivista e blogger italiana arrestata in Israele è rientrata dopo l’espulsione

L’attivista per la causa palestinese Samantha Comizzoli era stata arrestata venerdì 12 giugno durante una manifestazione contro la presenza dell’esercito di Israele negli insediamenti palestinesi. La blogger italiana, in Palestina da oltre un anno, e conosciuta per i sui interventi a favore dei bambini, dopo essere stata prelevata alle porte del villaggio Kufr Qaddom in Cisgiordania, era stata portata nel carcere israeliano dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, e rinchiusa in cella di isolamento. E’ stata quindi espulsa ed è rientrata in Italia.

La donna, subito dopo essere stata fermata perché in possesso di passaporto scaduto, aveva cominciato lo sciopero della fame ritenendosi prigioniera politica e per attirare l’attenzione sui bambini palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane. Samantha vive da mesi nei territori palestinesi in veste di operatrice di una Ong e attivista dei diritti umani. L’attivista quarantacinquenne originaria di Novara e già candidata a Sindaco di Ravenna nel 2011, è dunque stata espulsa nel giro di una settimana e rimpatriata con un volo diretto la sera del 18 giugno.

Poche settimane fa era uscito il suo documentario ‘Israele – il cancro‘ in cui racconta le violenze e gli abusi dell’esercito israeliano ai danni dei palestinesi. Alla donna, in Palestina da oltre un anno e colpita di recente al seno da proiettili di gomma nel corso di una manifestazione, dal giorno prima dell’arresto era stato negato l’accesso all’account Facebook, mezzo tramite cui aggiornava quotidianamente amici e utenti delle sue attività. È riuscita comunque ad annunciare il suo arresto tramite tweet.

Intanto, gli amici di Samantha Comizzoli hanno organizzato, a ridosso della sua cattura, una manifestazione di solidarietà a Torino per sabato 13 alle 17 sotto la sede Rai di via Verdi. ”Il suo imprigionamento avviene in una fase in cui i rapimenti di palestinesi da parte dell’esercito sionista sono all’ordine del giorno”, dichiara un attivista amico di Samantha al megafono. ”Sosteniamo i prigionieri palestinesi, non permettiamo che a Samantha venga toccato un singolo capello”.

L’avvocato Luca Bauccio riassume la vicenda: ”Senza vittimizzarsi, ha commesso la violazione. È chiaro che per Samantha la violazione più grande l’ha commessa Israele che occupa la Palestina senza visti e senza autorizzazioni. Cioè in violazione delle risoluzioni Onu: il primo da espellere sarebbe Israele. Per questo ha rifiutato l’avvocato d’ufficio: non riconosce la giurisdizione di Israele. La sua posizione è coerente, ostinata, cocciuta. Samantha è espulsa, ma ha una sua forza morale e politica netta”.

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