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San Francesco d’Assisi, le frasi e le poesie più famose

[didascalia fornitore=”Ansa”]San Francesco d’Assisi nell’affresco di Cimabue, Sacro Convento di San Francesco, Assis[/didascalia]

San Francesco d’Assisi, di cui vorremmo offrirvi le frasi e le poesie più belle, è senza dubbio il santo più famoso della storia della Chiesa. Vissuto poco più di quarant’anni è riuscito, attraverso la sua ‘rivoluzionaria’ vocazione, a smuovere le coscienze dell’epoca, assumendo come stile di vita il Vangelo e dimostrando un amore incondizionato per i poveri, gli indifesi e le meraviglie del Creato. Nato ad Assisi tra il 1181 e il 1182, si spegne, dopo una vita di stenti ma vissuta ‘in letizia’, il 3 ottobre del 1226 ed è proclamato santo appena due anni dopo. E’ patrono d’Italia con Santa Caterina da Siena, oltre ad essere uno dei santi più amati e venerati della Chiesa. In occasione della festa dedicata a San Francesco d’Assisi (che ricorre, com’è noto, il 4 di ottobre), abbiamo scelto alcune delle frasi e delle poesie più belle, da quelle sulla famiglia e il matrimonio, a quelle sugli animali, senza dimenticare il Cantico delle Creature, tra i testi poetici più antichi della letteratura italiana.

San Francesco d’Assisi, breve biografia

Prima delle frasi più belle e delle poesie più famose che, oltre all’incommensurabile eredità spirituale, San Francesco d’Assisi ci ha lasciato, è bene accennare brevemente alla sua vita e a ciò che distinse la sua rivoluzionaria conversione.
Nato da un ricco mercante di stoffe, Pietro di Bernardone, e da una donna di nobili origini, Pica Bourlemont, Francesco studia fin da piccolo il latino, il volgare, la musica e il francese, con l’intento, da parte del padre, di avvicinarlo al mondo del commercio. Trascorre la giovinezza tra scorribande con gli amici ed attività commerciali, fino a che parte per la guerra (nel 1154, tra Assisi e Perugia) da cui torna profondamente cambiato.

La conversione di San Francesco d’Assisi inizia, se così si può dire, intorno al 1205: prima, col famoso episodio in cui scambia i propri abiti con quelli di un mendicante, poi con l’incontro col lebbroso che gli cambia definitivamente la vita. Abbandonate le allegre brigate e le feste con gli amici, San Francesco comincia la sua vita itinerante all’insegna del Vangelo, attirando su di sé le ire del padre e la derisione dei suoi concittadini che vedono in lui un matto delirante. La convinzione di voler servire Dio in gioia e in povertà lo spinge a restaurare personalmente la chiesetta di San Damiano e la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, che diviene la sua dimora abituale e luogo per eccellenza dove, di lì a poco, prende forma la Regola Francescana.

[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cultura/2017/08/01/perdono-di-assisi-storia-e-tradizione-dell-indulgenza-della-porziuncola/180867/” testo=”Cos’è il Perdono d’Assisi”]

Seguito prima da Bernardo da Quintavalle e poi da una serie di discepoli tra i quali anche Pietro Cattani, canonico e dottore in legge, San Francesco porta avanti la sua obbedienza al Vangelo assolutamente rivoluzionaria, seguendone il messaggio alla lettera, senza aggiustamenti o modifiche ‘di comodo’. Nel 1210, con l’appoggio di Innocenzo III, nasce così l’Ordine Francescano la cui regola principale è tanto semplice quanto difficile: vivere nell’assoluta povertà.

Nonostante la stanchezza fisica ed una vita tra gli stenti, San Francesco continua la sua opera di diffusione del Vangelo, forte di un carisma e di una sensibilità particolari ai quali perfino gli animali sembrano rispondere: le tradizioni, ma anche le opere, sulla vita del santo, ci parlano di un frate che predicava agli uccelli ed ammansiva gli animali feroci (celeberrimo è l’episodio del lupo di Gubbio), che amava la letteratura e componeva poesie, che compiva miracoli e riceveva le stimmate. Fino alla morte per gravi problemi di salute, il 3 ottobre del 1226. Due anni dopo, il 16 luglio del 1228, papa Gregorio IX lo dichiara santo.

San Francesco, le frasi e le poesie più belle

Non solo portatore di un’eredità spirituale straordinaria, San Francesco è stato anche tra gli iniziatori della tradizione letteraria italiana: la sua opera più conosciuta, il Cantico delle Creature, è il testo poetico più antico di cui si conosca l’autore. Si tratta di una lode a Dio resa attraverso la poesia e l’esaltazione della Natura, altro ‘ambito’ molto amato dal poverello che in essa vedeva la potenza del Signore.

Prima di procedere con le frasi e le poesie più belle di San Francesco, vale la pena riportare anche l’incipit e la fine di questo meraviglioso componimento:

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
(Cantico delle creature, incipit)

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate.
(Cantico delle creature, versi finali)

San Francesco d’Assisi, le frasi più famose sulla famiglia, il matrimonio e gli animali

Sono tra i temi, insieme alla Natura, preferiti da San Francesco che, nei suoi componimenti e nelle frasi più famose che ci ha lasciato, traducono il suo amore incondizionato verso Dio e verso il prossimo, vissuto nel pieno rispetto del messaggio evangelico. Ecco, tra le frasi più belle, quelle che abbiamo selezionato:

‘Ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, con quanto più affetto uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale?’
‘O mie sorelle tortore, semplici e timide, perché vi lasciate pigliare? Ecco io vi salverò da morte e vi preparerò il nido’.
‘Il lupo era nel bosco con gli occhi rossi e la bava alla bocca.
Quando vide San Francesco balzò per addentarlo.
San Francesco tese la mano verso di lui e lo chiamò: – Fratello.
Il lupo si fermò meravigliato. Fino allora tutti gli avevano gettato sassi, gridando parole cattive.
Come era bella quella parola di amore!’
(da I Fioretti di San Francesco)

‘Per il peccato del fratello non si adiri contro di lui, ma lo ammonisca e lo conforti con ogni pazienza e umiltà’.
‘Predica il Vangelo in ogni momento. Se necessario, usa le parole’.
‘Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova’.
‘Facciamo frutti degni di penitenza. E amiamo i prossimi come noi stessi. E se qualcuno non vuole amarli come se stesso, almeno non arrechi loro del male, ma faccia del bene’.
‘Predica il Vangelo in ogni momento. Se necessario, usa le parole’.
‘Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso e la saggezza per riconoscerne la differenza.’
‘Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre’.

San Francesco d’Assisi, le poesie più belle

Oltre al già citato Cantico delle Creature, infine, vale la pena riportare, tra le poesie più belle di San Francesco, anche questa, conosciuta tradizionalmente col titolo di Dov’è amore e sapienza:

Dov’è amore e sapienza,
ivi non è timore
né ignoranza.
Dove è pazienza e umiltà,
ivi non è ira
né turbamento.
Dove è povertà con letizia,
ivi non è cupidigia
né avarizia.
Dove è quiete e meditazione,
ivi non è affanno
né dissipazione.
Dove è il timore del Signore
A custodire la sua casa,
ivi il nemico
non può trovare via d’entrata.
Dove è misericordia e discrezione,
ivi non è superfluità
né durezza.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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