Sandra Milo violentata: lo stupro in treno nel 1981

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Sandra Milo violentata, la confessione choc. L’attrice rivela che lo stupro è accaduto nel 1981 ad opera di uno sconosciuto su un treno diretto da Roma a Torino, ma solo oggi, trentatre anni dopo, l’attrice ha avuto la forza d’animo di rivelarlo, al settimanale DiPiù. Nessuna denuncia venne infatti sporta all’epoca – fatto di cui la Milo si pente – e il trauma fu così grande che fino a due anni fa l’attrice non ha più preso un treno.

Sandra Milo violentata. La notizia choc è stata rivelata nei giorni scorsi al settimanale DiPiù, ad oltre trenta anni dai fatti: secondo la sua ricostruzione, durante un viaggio in treno da Roma a Torino, la Milo si addormentò, e il risveglio è stato choccante. “Ho sentito un peso enorme che mi schiacciava il viso: ho aperto gli occhi e mi sono accorta con terrore che era la mano di un uomo premuta sulla mia bocca”, il racconto della Milo.

L’attrice poi continua: “Ho sentito l’altra mano di quell’uomo alzarmi il vestito e poi torcermi un braccio, per immobilizzarmi. Mi ha strappato il vestito e ha messo le sue ginocchia tra le mie gambe, per costringermi ad aprirle. Con quella mano premuta sul viso non potevo gridare: ho cercato di divincolarmi, ma quell’uomo mi ha picchiato, con ferocia. Il naso e la bocca hanno cominciato a sanguinarmi, mentre lui faceva tutto quello che voleva: mi usava, mi trattava come una cosa. Una sensazione orrenda”.

Scientemente, la Milo scelse di non denunciare: “Avevo paura che si venisse a sapere tutto, che i giornali scrivessero: ‘Stuprata Sandra Milo’. L’idea che milioni di uomini potessero immaginare quella scena era insopportabile per me. Mi sarebbe sembrato di essere violentata milioni di volte. Anche se non fossi stata famosa, però, non avrei denunciato comunque il mio aggressore. Il mio è stato un errore, ora lo capisco. Ma, nella mentalità dell’epoca, se una donna veniva violentata tutti pensavano: ‘Se l’è cercata!’. (…) Comunque decisi di tacere e solo molti anni dopo riuscì ai confidarmi perfino coi miei cari”.

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