Secondo il rapporto del centro studi Crea, il Servizio sanitario nazionale dovrebbe assumere 15 mila medici: pochi e pagati male gli infermieri.
Settore sanitario ancora in affanno secondo i recenti dati pubblicati dal centro Crea, le carenze del personale potrebbero rappresentare il forte rischio di non riuscire più a sostenere un servizio universale. Italia lontanissima dalla media europea, mancano infatti più di 30mila medici e 225mila infermieri.
Carenza nel personale e standard sotto la media europea: mancano medici e infermieri
Pare che il governo tenda a sottovalutare la problematica relativa alla Sanità nel nostro Paese. I fondi destinati infatti nella recente manovra finanziaria sono stati appena 2 miliardi, contri i 15 che probabilmente necessiterebbe il settore per far fronte alle gravi carenze soprattutto in termini di assunzione del personale. Un nodo sicuramente non nuovo, che diversi gruppi hanno sottolineato all’opposizione – punto fondamentale di diverse campagne elettorali nelle elezioni regionali imminenti tra Lazio e Lombardia – e che rischia di aggravarsi qualora il Paese dovesse passare alla gestione in maniera autonoma. L’autonomia differenziata potrebbe rappresentare infatti un vero cataclisma per alcune zone, soprattutto del meridione, qualora venissero queste lasciate a loro stesse pur di vedere Veneto, Emilia Romagna e Lombardia coronare i loro sogni nel cassetto.
Nello specifico, il rapporto dell’Università di Tor Vergata – centro per la ricerca economica nella sanità – ha fatto emergere preoccupanti scenari dal punto di vista del personale. Servirebbe, solo per mettersi al pari degli altri paesi europei l’assunzione di almeno 30mila medici, considerando che l’età in Italia è più alta rispetto a nazioni come Spagna, Francia e Regno Unito, per gli over 75 abbiamo solamente 34,3 medici ogni mille anziani; 38 invece negli altri paesi. C’è anche da considerare che circa 12mila medici andranno in pensione – solamente l’anno prossimo – e che quindi sarebbe necessario assumere 15mila nuovi medici. Numeri irraggiungibili, viste le 17mila borse messe a disposizione dallo Stato.
Sanità, il rischio per il nostro sistema
Peggiore la situazione per gli infermieri. Sono la metà i professionisti in questo settore in Italia rispetto alle altre nazioni. I numeri parlano di 5,7 infermieri per mille abitanti, contro i 9,4 di media europea. Per far fronte a questo calo bisognerebbe assumere dunque 40 mila infermieri (di cui 9 mila ogni anno andrebbero in pensione). Un obiettivo ancora una volta difficilmente raggiungibile, ma che il Pnrr aveva previsto con una proiezione di assunzioni dai 40 agli 80 mila infermieri. Mantenendo gli stipendi attuali, servirebbe una manovra da 30 miliardi di euro; ma anche qui sorgono dubbi.
In Italia i medici guadagno praticamente quanto i colleghi europei (6% sotto la media) mentre gli infermieri sono pagati addirittura il 40% in meno. Il rapporto dei ricercatori universitari parla di cifre irraggiungibili per colmare tali gap, con manovre che dovrebbero destinare circa 10 miliardi di euro l’anno per 5 anni alla Sanità. Ecco perché ha destato molte perplessità la decisione del governo di Giorgia Meloni di destinare solamente 2 miliardi di euro alla Sanità, che andranno solamente al personale del Pronto Soccorso e solamente per l’anno 2024.
Così facendo dunque il rischio di un Paese che non potrà occuparsi di tutto a livello di salute è in crescita. In futuro la sanità potrebbe accogliere le richieste solo di chi è esposto a situazioni particolarmente gravi, perdendo una delle peculiarità del nostro sistema ossia l’universalità, che spingerebbe verso una sanità privata. E già adesso le famiglie italiane spendono in media più delle altre famiglie europee, con una media di 1700 euro anni in cure da professionisti privati, con il risultato che circa 370mila famigli in Italia nel 2020 si sono di fatto impoverite per provvedere alle cure.