Colpo di scena nel caso di Sara Kruzan, oggi 43 anni e detenuta da 27 in un carcere degli Stati Uniti: la donna, all’ergastolo per l’omicidio dell’uomo che aveva abusato di lei fin da bambina, è stata graziata e ora è libera.
Il caso Kruzan si imprime nella storia statunitense e fa il giro del mondo con la notizia della grazia concessa dopo 27 anni di reclusione.
La protagonista di questa storia, Sara Kruzan, oggi ha 43 anni ed è ufficialmente una donna libera, ma avrebbe vissuto un inferno vero e proprio dall’orrore degli abusi alla detenzione senza apparente via d’uscita.
Condannata al carcere a vita per l’omicidio del suo aguzzino, è stata graziata dopo 27 anni passati in un carcere degli Stati Uniti dopo l’arresto avvenuto quando aveva 16 anni.
Per lei si sono battute associazioni e cittadini che, prima dell’epilogo dal sapore storico, hanno chiesto a più riprese la sua scarcerazione alla luce di un vissuto tragico e doloroso.
A segnare la svolta nella storia di Sara Kruzan è la decisione del governatore della California che le ha concesso la grazia.
Un provvedimento adottato con la motivazione del radicale cambiamento di vita della oggi ex detenuta, messasi al servizio della comunità in costanza di detenzione.
La donna era stata condannata all’età di 16 anni per aver ucciso, con un colpo di pistola al collo, l’uomo che avrebbe abusato di lei e la avrebbe indotta in una rete di prostituzione, vittima di traffico sessuale fin da bambina.
Una morte, quella del suo sfruttatore George Gilbert Howard, avvenuta nel 1995 all’interno di una camera di motel a Riverside, nello stesso Stato americano in cui la Kruzan è stata condannata.
Secondo quanto ricostruito, la donna avrebbe incontrato per la prima volta il suo aguzzino quando aveva 11 anni e da allora, fino all’omicidio commesso 5 anni più tardi, avrebbe subito reiterati abusi anche da parte di altri uomini a cui Howard l’avrebbe ceduta.
Riconosciuta responsabile del delitto, Sara Kruzan era stata condannata al fine pena mai.
Sarebbe stato Arnold Schwarzenegger, nel 2011, allora governatore, a permutare la condanna permettendole l’accesso alla libertà condizionale.
Una prima svolta che, 2 anni dopo, l’avrebbe vista lasciarsi le sbarre alle spalle e muovere i suoi primi passi verso la libertà. Infine la decisione del 2022 con cui le è stata concessa la grazia.
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