La Regione Sardegna richiede lo stato di calamità per via dell’ennesima invasione di cavallette.
E’ il terzo anno di fila che la Regione Sardegna si ritrova invasa dalle cavallette, gli agricoltori sono impossibilitati a produrre foraggio, mentre gli allevatori sono costretti a bloccare il pascolo degli animali.
Il CSA, Centro Studi Agricoli, parla di una vera e propria emergenza, una calamità naturale, che ormai da tre anni il popolo sardo si ritrova a fronteggiare.
I territori maggiormente colpiti sono i campi delle città della Sardegna centrale, dove allevatori e agricoltori si ritrovano afflitti perché senza foraggio e con l’impossibilità di pascolare gli animali.
I comuni sardi interessati dal fenomeno crescono giorno dopo giorno e ad oggi sono arrivati ad essere addirittura ventidue.
Sono quadruplicati rispetto all’ultima volta.
Ecco la lista delle città interessate dal problema:
Anela, Benetutti, Bolotana, Bono, Bottida, Bultei, Burgos, Dualchi, Esporlatu, Illorai, Lei, Noragugumese, Nughedu, Olzai, Oniferi, Orani, Orotelli, Ottana, Santa Vittoria, Sarule, Sedilo, Silanus e Sorradile.
L’Università di Sassari e l’Agenzia Regionale Laore (Agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale della Sardegna) si stanno impegnando nel mappare tutti i nidi di cavallette presenti sul territorio.
Il Centro Studi Agricoli dà la colpa agli assessorati all’Ambiente e all’Agricoltura, perché non si sono mossi per tempo per evitare la schiusa delle uova delle cavallette con le dovute disinfestazioni; e per il ritardo e la mancanza di accredito dei ristori previsti per gli allevatori e gli agricoltori.
Il ritardo dei due assessorati è inammissibile, perché dopo quattro anni dalla prima comparsa delle cavallette, ogni anno prontamente segnala dagli organi competenti, non sono stati comunque in grado di evitare l’evento catastrofico.
Ogni giorno il CSA riceve decine di segnalazioni da parte degli allevatori sardi: sono in una situazione disperata, non gli è possibile produrre foraggio e sono impossibilitati nel far pascolare i loro animali.
Il Centro Studi Agricoli chiede al presidente della Regione spiegazioni sui ritardi dei due assessorati. Se il presidente si rifiuterà di rispondere all’appello, il CSA segnalerà la situazione alla Procura della Repubblica competente per il territorio, per capire se risulta una responsabilità di origine politica nella gestione dell’emergenza cavallette.
Vengono sollecitati anche i sindaci dei ventidue paesi interessati dal fenomeno di richiedere lo stato di calamità naturale da inviare alla Regione nella speranza di vedere attivate le misure previste in precedenza: disinfestazioni e finanziamenti.
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