Le manifestazioni in piazza contro Matteo Salvini, a Bologna prima e a Modena poi, a cui hanno aderito migliaia di persone sono state ideate in forma di flash mob dal cosiddetto movimento delle sardine, che in realtà non è un movimento. Le persone che tramite social hanno lanciato l’iniziativa sono quattro amici; si chiamano Andrea, Giulia, Mattia, Roberto, hanno poco più di trent’anni e nella vita fanno altro: non si occupano di politica, come ha spiegato uno di loro durante il presidio di Bologna. Le sardine sono il simbolo scelto per mostrare dissenso al leader della Lega, presente in Emilia-Romagna per la campagna elettorale, ma il fenomeno sociale sembra pronto per valicare i confini regionali.
Lo scorso 14 novembre, in occasione della presenza di Salvini a Bologna a sostegno della sua candidata, Lucia Borgonzoni, su Facebook è stato lanciato un evento chiamato 6.000 persone contro Salvini, con lo slogan Bologna non abbocca. L’idea era dimostrare a Salvini che in Piazza Maggiore c’erano 6.000 persone strette come sardine a protestare contro di lui: più delle 5.570 che può contenere il PalaDozza. Era stato chiesto anche che durante la manifestazione non ci fosse nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto, e che i partecipanti esponessero solo cartelli con raffigurate delle sardine. Il fenomeno poi si è ripetuto lo scorso lunedì 18 , sempre in Emilia-Romagna, a Modena, dove è stato organizzato un altro flash mob e si sono presentate circa 7 mila sardine in piazza Grande, nonostante la pioggia battente.
Ovviamente, la replica non si è fatta attendere. Infatti, gli esponenti della destra hanno subito accusato gli organizzatori di mentire sul loro essere apartitici e pacifici, ma di avere in realtà legami con il Partito Democratico e di aver pubblicato, in passato, post violenti contro il leader della Lega. Matteo Salvini ha ripreso un post vecchio di una delle organizzatrici che contiene un video capovolto di Salvini stesso con la frase: “Avremmo bisogno di un giustiziere sociale, di quelli che compaiono nella storia, che dopo aver ucciso vengono marcati come anarchici”. Salvini ha detto che una delle sardine democratiche fino a poco tempo fa invocava il suo “omicidio da parte di un giustiziere e mi raffigurava a testa in giù. Bella roba”. Il movimento delle sardine, invece, replica: “hanno già attivato la macchina del fango: ci accusano di essere assassini, figli di papà, cazzari. Ci accusano di non esistere. Vorrebbero non esistessimo. Perché se non ci fossimo, la pancia continuerebbe a prevalere sulla testa. Avevamo già detto che sarebbero stati tempi duri e che non si sarebbe tornati indietro. Ora abbiamo due possibilità. Tornare a nasconderci dietro responsabilità altrui oppure rispondere alla chiamata del vivere civile e democratico”.
Mattia Santori, il 32enne che finora ha parlato pubblicamente per raccontare e spiegare l’iniziativa, ha detto che dopo Modena ci saranno altre azioni di piazza. Un’espansione tanto inaspettata quanto sorprendente che vede un mare di sardine organizzare iniziative in tutto il territorio. Infatti, sono previste altre manifestazioni: in Umbria il prossimo 23 novembre sono previste 6000 persone ; a Firenze il prossimo 30 novembre è prevista una marea di sardine ; sotto lo slogan Torino non si lega anche nel capoluogo di regione piemontese si stanno raccogliendo adesioni online.
Il movimento sta crescendo sempre di più, raccogliendo consensi e seguito. La cosa che sorprende di più è che il movimento di dissenso sia nato proprio nel momento di massima apoteosi della Lega e di Matteo Salvini, e che sia nato in Emilia-Romagna, regione cruciale per la corsa al governo. Lo scenario diventa sempre più intrigato, proprio adesso che l’opinione pubblica si è destata ed è scesa in piazza per dire la propria. La cosa che più fa piacere, al di là di ogni fede politica, è che finalmente si è palesata la partecipazione alla vita politica di un paese che sembrava ormai assopito.
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