La sera del 21 ottobre un uomo è stato trovato in fin di vita lungo una strada a Sarzana, vicino a La Spezia, ma purtroppo è deceduto prima di poter raggiungere l’ospedale. La vittima di quella che gli inquirenti pensano possa essere un’aggressione si chiamava Giuseppe Di Negro, professione architetto, che è stato rinvenuto con una profonda ferita da corpo contundente alla tempia. A segnalare il corpo riverso poco lontano dalla sua auto, in località La Bradia, sono state due persone che transitavano lungo quella strada poco trafficata. Gli inquirenti stanno indagando per scoprire il giallo che si nasconde dietro questo omicidio. Ecco cosa sappiamo di questo caso.
L’architetto Giuseppe Di Negro, 50 anni, aveva una profonda ferita alla tempia, probabilmente causata da un corpo contundente, ed è stato trovato poco prima delle 22 di sabato, da due persone. Il suo corpo era riverso a terra, poco distante dalla sua auto posteggiata al lato di una via poco frequentata di Sarzana, in località La Bradia. La zona dove si trovava la vittima al momento dell’aggressione era pressoché deserta e non ci sono nell’area telecamere di sorveglianza le cui immagini possano aiutare chi indaga.
L’auto dell’uomo è stata posta sotto sequestro, mentre si attendono i rilievi effettuati dalla polizia scientifica e il referto dell’autopsia che verrà presto effettuata sul cadavere.
Da quanto riferito dal medico legale che ha eseguito i primi accertamenti, con l’ispezione esterna sul corpo dell’uomo, la ferita che ha portato alla morte l’architetto era profonda, situata nella regione parietale della testa. Sarebbe stata provocata da un colpo inferto da un oggetto contundente, non ancora ritrovato.
Sono pochi i dubbi degli inquirenti sul fatto che si tratti di un omicidio ma le indagini sono ancora all’inizio e gli uomini della squadra mobile di La Spezia, impegnati nelle indagini sul caso, stanno sentendo in queste ore familiari e conoscenti della vittima. Quello che sembra certo è che qualcuno ha aggredito l’uomo, su questo gli inquirenti non paiono avere dubbi. Il giallo è su chi possa esser stato e per quale motivo.
L’ipotesi che gli inquirenti ritengono più plausibile è quella di un incontro a cui è seguito un aspro litigio che ha portato all’omicidio. Non ci sarebbero le evidenze per pensare a una rapina: non sono state prelevate le carte di credito, non sono stati presi i soldi, le chiavi, il telefonino dell’architetto. Che però non è nemmeno utile all’indagine dato che da un primo controllo gli inquirenti non hanno trovato tracce di telefonate o messaggi relativi a un appuntamento.
Giuseppe Stefano Di Negro era un architetto, professionista stimato e persona “irreprensibile” a detta di chi lo conosceva. Nessun precedente penale, una bella famiglia con una moglie e una figlia che lo amavano, dei genitori anziani, conosciuti e stimati in zona, che aiutava. Nessuno dei testimoni ascoltati fino ad ora a fornito informazioni utili per risolvere il caso.
Formalmente non ci sono indagati e per il momento gli inquirenti sembrano escludere da eventuali responsabilità gli appartenenti alla cerchia più stretta delle conoscenze dell’uomo.
La sera in cui è stato ucciso, l’architetto Di Negro era uscito di casa per fare una commissione in casa dei genitori: pare stesse cercando un’antica stampa, o un poster, che però non aveva trovato. Al momento non è chiaro se questo particolare sia o meno legato al suo omicidio. Ma tra gli amici il sospetto che sta circolando è che Di Negro stesse cercando una pistola, probabilmente per difendersi. Gli inquirenti però non hanno dato conferma di ciò.
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