La scuola è uno degli ambiti che più ha patito le conseguenze della pandemia. Chiusure, riaperture parziali, difficoltà della DAD e ora anche una ripartenza stentata e incerta dopo le vacanze di Natale. A rincarare la dose ci pensa Save the Children: l’organizzazione umanitaria ha raccolto la voce degli studenti, in molti abbattuti dalla situazione e altrettanti a rischio abbandono scolastico.
Insieme a IPSOS, è stata condotta l’indagine I giovani ai tempi del Coronavirus: sono stati intervistati un migliaio di studenti tra i 14 e i 18 anni in merito al proprio stato d’animo attuale, i pensieri e le prospettive future.
Ciò che è emerso, è che gli adolescenti si sentono inascoltati e il loro malessere è sempre più diffuso: si sentono stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), irritabili (16%), ansiosi (15%), disorientati (14%), nervosi (14%), apatici (13%), scoraggiati (13%). Ne parlano soprattutto in famiglia (59%) e con gli amici (38%).
L’incertezza per il futuro è tangibile come il malcontento per il sistema di lezioni a distanza, bocciato da 4 studenti su 10 soprattutto per la difficoltà a rimanere attenti e concentrati stando al computer (78%) e per la difficoltà nel seguire il programma di studio (50%).
A tutto questo, si aggiunge che il 35% degli intervistati sostiene di avere avuto un netto calo nella preparazione con la DAD e altrettanti hanno materie da recuperare dall’anno scorso.
Calo della socialità, interruzione delle attività extra scolastiche, sensazione di aver ridotto le proprie capacità, una distanza non solo fisica ma anche sociale sempre più ampia hanno come conseguenza che molti studenti potrebbero optare per l’abbandono scolastico.
Sono circa 34 mila i soggetti a rischio dispersione. Infatti, il 28% del campione dichiara che dalla prima quarantena, almeno un compagno non ha più frequentato le lezioni. Di questo 28%, un quarto sostiene che siano più di 3 i compagni che hanno lasciato la scuola.
Una delle cause è anche la difficoltà a reperire strumenti tecnologici adatti o non averne un quantitativo sufficiente per tutti i membri della famiglia: secondo l’Istat, 1 bambino o ragazzo su 8 (il 12,3%) tra i 6 e i 17 anni, circa 850 mila giovanissimi, non ha a disposizione né pc né tablet e nel 2018, in Italia risultava che oltre 4 minori su 10 (il 41,9%) vivevano in condizioni di sovraffollamento abitativo. Ciò si traduce in difficoltà a concentrarsi, a studiare, ad avere il proprio spazio di studio.
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