L’Isis ha rivendicato l’attentato in Afghanistan dove un commando armato ha assaltato la sede di Save the Children a Jalalabad City, nella provincia orientale di Nangarhar. L’attacco è avvenuto intorno alle 9 del mattino, ora locale, l’alba in Italia, e, dalle ultime notizie diffuse dalla tv afghana, dovrebbe essere concluso, con un bilancio parziale di due morto e 12 feriti: Save The Children ha momentaneamente sospeso tutte le sue attività in Afghanistan. La prima ricostruzione da fonti ufficiali parla di un kamikaze che si è fatto esploderecon un’autobomba davanti all’ingresso dell’edificio che ospita la Ong, permettendo agli altri membri del commando – di cui non si sa il numero preciso – di penetrare all’interno. Tre di loro sarebbero stati uccisi, mentre altri avrebbero preso in ostaggio il personale dell’organizzazione: secondo la Bbc sarebbero circa 50 le persone presenti nell’edificio. “Siamo devastati”, è il primo tweet lanciato da Save The Children.
L’attacco è andato avanti per ore, come dicono fonti ufficiali: la tv Tolo ha mostrato ancora immagini e suoni che sembrano quelli di un assalto in corso, con una colonna di fumo che si leva dall’edificio e colpi di arma da fuoco. Dopo qualche ora è arrivata la rivendicazione dell’Isis tramite l’agenzia di stampa Amaq, voce del gruppo terroristico: nel comunicato viene chiarito che tre attentatori e un’auto carica di esplosivo hanno preso di mira “istituzioni britanniche, svedesi e afghane a Jalalabad”.
Secondo il racconto di un testimone oculare rilasciato all’AFP, un uomo avrebbe colpito il portone d’ingresso con un lanciarazzi: l’ambasciatore britannico a Kabul, Nicholas Kay, ha definito l’assalto armato “un crimine contro l’umanità”
L’attacco è avvenuto alle 9 locali, le 5:30 in Italia, come confermato dal portavoce del governo provinciale Attaullah Khoghyani: in pochi minuti è scoppiato l’inferno ed è iniziato lo scontro a fuoco tra il commando e le forze di polizia, subito raggiunte dall’esercito e le teste di cuoio.
Testimoni oculari hanno riferito di scene di panico: gli alunni di una scuola privata che si trova vicino alla sede di Save The Children, hanno cercato di scappare, tra urla e colpi di arma da fuoco.
Una persona all’interno dell’edificio ha contattato un giornalista dell’AFP su WhatsApp: “Posso sentire due aggressori … Ci stanno cercando, pregate per noi … informate le forze di sicurezza”, il suo messaggio.
L’area presa d’assalto ospita altre agenzie umanitarie, insieme agli uffici governativi. Le sedi dell’Ong sono prese di mira dai terroristi o dalle bande di criminali che scorrazzano per il Paese perché meno protette: negli ultimi anni, nonostante la presa di posizione di alcune nazioni europee come la Norvegia, in Afghanistan è cresciuta la violenza e a farne le spese sono sempre più spesso i civili.
Come ricostruito dalla Bbc, Jalalabad, si trova vicino al confine con il Pakistan, è spesso bersaglio di militanti talebani, ma è anche una roccaforte dell’Isis che qui è attiva dal 2015. I talebani hanno subito negato la responsabilità. L’ultimo attacco arriva dopo l’assalto in un hotel di lusso a Kabul da parte di un commando di talebani che hanno ucciso almeno 22 persone, per lo più straniere.
“Siamo devastati dalla notizia dell’attacco al nostro ufficio a Jalalabad, in Afghanistan”, si legge sul profilo Twitter di Save The Children. “La nostra prima preoccupazione è la sicurezza del nostro staff”.
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L’organizzazione è operativa nel Paese dal 1976 e a oggi ha programmi attivi in tutte le 16 province dell’Afghanistan, dal sostegno all’educazione delle bambine alla campagna di vaccinazione porta a porta, finendo così nelle mira dei terroristi dell’Isis o dei talebani. Secondo quanto dichiarato dalla stessa agenzia, ogni anno Save The Children raggiunge 700mila bambini
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