Da 5 mesi la frazione di Andora, in provincia di Savona, sta affrontando un vero calvario perché dai rubinetti esce acqua di mare.
I residenti della cittadina ligure non possono beneficiare dell’acqua dolce ma questo oltre a disagi porta anche danni alle condutture.
Ci troviamo nella piccola cittadina ligure di Andora, in provincia di Savona, per riportare un fatto davvero assurdo che va avanti da ben 5 mesi.
I residenti infatti non possono usufruire dell’acqua dolce, quella che normalmente sgorga dai nostri rubinetti.
Invece, quella che esce azionando le manopole è acqua di mare, salata e quindi non potabile ma anche molto dannosa per le condutture poiché come sappiamo il sale arrugginisce le parti metalliche.
La situazione è diventata insostenibile e va avanti da un periodo molto lungo. La popolazione non ha una soluzione nonostante l’intervento di Provincia e Regione, nonché di un’interrogazione parlamentare.
I disagi sono moltissimi non solo nelle abitazioni private ma anche nelle attività commerciali, ad esempio nei negozio di parrucchieri le persone non possono lavarsi, nei ristoranti ci sono strumenti arrugginiti dalla salsedine e così via.
Ma come mai avviene questo fenomeno? Molto semplice, alla base di tutto ci sarebbe la siccità che ha colpito il nostro Paese nel corso di quest’estate ma anche in primavera, periodi in cui le precipitazioni sono state quasi nulle e le temperature estremamente alte.
Questo ha causato l’abbassamento del livello dei pozzi a livelli molto critici ma anche le rotture frequenti delle tubature vecchie. Così il cuneo salino si è insinuato nell’entroterra e quindi l’acqua di mare ha cominciato a defluire verso le abitazioni.
Il sindaco Mauro Demichelis non è voluto rimanere in silenzio di fronte al malcontento crescente dei propri cittadini, così ha detto la sua e ha puntato il dito contro la società che si occupa della gestione del Servizio Idrico Integrato del territorio, la Rivieracqua.
“abbiamo una media di 20 guasti a settimana sulle condutture dell’acquedotto. il cuneo salino danneggia i tubi e li rompe ma il comune per legge non può intervenire dal 2016. rivieracqua si è limitata a trasmettere all’asl e alla regione una relazione in cui evidenzia la sofferenza dei nostri pozzi per la siccità a causa delle caratteristiche naturali della vallata, nulla più”.
Il sindaco ha informato i cittadini che ancora non c’è una soluzione concreta e per il momento il problema è ancora in fase di studio da parte dell’Università di Firenze che grazie ai finanziamenti della Protezione Civile, cercherà di porre fine a questa situazione inverosimile.
Per lenire i disagi nel frattempo si pensa all’allacciamento con la rete idrica di comuni limitrofi ma prima di farlo bisognerà aspettare il via libera dei ricercatori di tale Università per confermare che sia una cosa fattibile.
Altra soluzione presa precedentemente in considerazione è stata quella di utilizzare dei desalinizzatori mobili ma questo aumenterebbe la gravità del cuneo salino e comprometterebbe l’ecosistema marino per la produzione di alti livelli di residui.
Al momento dunque l’amministrazione comunale ha optato per la consegna a domicilio dell’acqua dolce in boccioni, servizio garantito dai volontari della Protezione Civile che si occuperanno di ritirare il vuoto e riempirlo su richiesta.
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