Alcuni giorni fa ci eravamo occupati della nave Geo Barents, di Medici Senza Frontiere, che ha tratto in salvo diversi migranti provenienti dalla Libia.
La nave è arrivata a salvare 568 persone in totale ma solo 357 sono sbarcate, ovvero chi aveva bisogno di maggiore assistenza perché considerati soggetti fragili. Situazione analoga per la Humanity 1 che ha soccorso due barche nel Mediterraneo.
La nave umanitaria di Medici Senza Frontiere si era occupata del salvataggio di molti migranti che erano partiti pochi giorni prima dalle coste libiche.
I migranti si trovavano a bordo di 4 imbarcazioni differenti e navigavano in una condizione molto pericolosa e fra l’altro in una zona tristemente nota come il “cimitero dei migranti“.
Tale zona si trova al centro del Mediterraneo e solo nello scorso anno vi hanno perso la vita 1500 migranti.
Seppure a poche miglia dall’Italia, la zona dove ha agito la Geo Barents è di competenza delle autorità maltesi e nonostante i migranti siano stati trovati in condizioni critiche, ancora molti di loro non possono sbarcare.
Tutti hanno ricevuto le prime cure mediche e l’assistenza di cui avevano bisogno, ma solo i bambini e le donne incinte sono stati accolti, dopo che gli ispettori sono saliti a bordo per valutare le condizioni di ognuno dei presenti.
Parallelamente alla vicenda della nave di Medici Senza Frontiere, si svolge nel medesimo porto quella della Humanity, da cui nella notte sono sbarcati 144 migranti in condizioni di salute precarie.
A bordo ci sono ancora 35 persone che non verranno accolte perché in buone condizioni ma il capitano, che ha ricevuto l’ordine di ripartire dal porto di Catania, si rifiuta di obbedire.
L’Humanity ha annunciato che presenterà ricorso al Tar di Roma per violazione dei diritti internazionali ed è illegale consentire lo sbarco solo ad alcuni e respingere gli altri.
Inoltre mandare questi migranti fuori dalla acque internazionali viola la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e quella di Ginevra sui rifugiati.
Ora la Procura catanese ha aperto un’inchiesta per chiarire la possibile presenza di scafisti sulla nave.
Il capitano Joachim Ebeling ha affermato di non poter lasciare il porto finché i migranti non saranno tutti sbarcati, anche perché la legge del mare lo obbliga ad assicurare un porto sicuro a tutte queste persone.
“è mio dovere salvare queste persone e in questo momento il porto di catania è un lugoo sicuro per farlo, mi aspetto a breve il via libera delle autorità perché tutti hanno bisogno di sbarcare non solo donne e bambini”.
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