Ci sarebbero un piano dell’Isis per entrare in Europa e “portare il caos” usando come “porta d’ingresso” la Libia e gli sbarchi degli immigrati. A rivelarlo è il Daily Telegraph che cita un documento scritto da un propagandista del cosiddetto Califfato e ritenuto, secondo il media inglese, un “importante reclutatore del terrore in Libia”. Ci sarebbero anche delle lettere di sostenitori dell’Isis: negli scritti sarebbe indicata la possibilità di infiltrazioni dei terroristi sui barconi degli immigrati. Il piano, scrive il giornale britannico, prevederebbe di “inondare lo stato nord africano con miliziani dalla Siria e dall’Iraq, per poi navigare attraverso il Mediterraneo e attaccare le compagnie marittime e le navi dei Crociati”.
L’idea sarebbe quindi quella di scatenare il panico tra i migranti e usare la Libia, ormai nel caos e con alcune roccaforti in mano ancora dell’Isis, come ponte per il Sud d’Europa.
La situazione è già critica lungo le coste della Sicilia: come ha ricordato il ministro Paolo Gentiloni, negli ultimi due mesi si sono registrati 58 sbarchi per un totale di 6.176 tra profughi e clandestini, il 59% in più rispetto a quanto registrato nello stesso periodo con il programma Mare Nostrum.
Lampedusa ha visto l’ennesima tragedia del mare con oltre 300 persone morti, dispersi nelle acque del Canale di Sicilia o per il freddo. I centri di accoglienza nel paese sono già al collasso. Sull’isola si contano 800 persone, il doppio della capienza, ma la situazione sta rientrando lentamente alla normalità.
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Uomini, donne e bambini vengono smistati in altre Regioni e città, ma i numeri sono molto elevati. Capita così che a Treviso una trentina di immigrati, giunti da paesi del Centro Africa, siano stati “abbandonati” davanti alla stazione e invitati a “disperdersi”. Dalla Prefettura avevano fatto sapere che non c’erano più posti disponibili e nessun paese si è fatto avanti per ospitarli.
Il rischio che i terroristi possano sfruttare la disperazione di migliaia di persone è tenuto in alta considerazione dagli analisti e dalle istituzioni italiane. In Libia a dirigere il traffico di esseri umani ci sono molti ex miliziani del regime di Muammar Gheddafi: le divisioni tribali del Paese hanno fatto il gioco dei jihadisti che si sono trovati a gestire a loro favore una situazione sempre più caotica.
Qui termina il viaggio degli immigrati che partono dai Paesi africani ma ci sono anche migliaia di egiziani che scappano dagli uomini del Daesh che hanno occupato alcune zone del Paese. L’orrore della decapitazione dei 21 egiziani copti ha scatenato la paura e il terrore nella popolazione, mentre l’Egitto è sceso in campo con un grande intervento militare, tra bombardamenti e un primo blitz terrestre e la Giordania continua le incursioni aeree in Siria e Iraq.
L’emergenza immigrazione è già enorme e rischia di aggravarsi sempre di più, con l’Italia come prima frontiera dell’Europa. Per questo il ministro Gentiloni ha richiamato l’UE a prendersi la responsabilità di gestire un’emergenza umanitaria ormai “evidente, drammatica e crescente” per non farsi trovare impreparata anche davanti a un presunto piano che sfrutti il dramma dei migranti.
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