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Scandali sessuali dei politici americani: Trump è solo l’ultimo della lista

Le proteste delle donne contro Donald Trump hanno portato alla ribalta il tema degli scandali sessuali dei politici americani. Il tycoon arrivato alla Casa Bianca è solo l’ultimo della lista: i presidenti a stelle e strisce invischiati in torbide relazioni extra coniugali o in qualche vicenda a sfondo sessuale sono più d’uno. Il tema, se possibile, è quanto di più attuale possa esserci alla luce delle affermazioni misogine del 45esimo Presidente degli Stati Uniti. Trump è finito sulla graticola per alcune affermazione, fatte tempo fa, secondo cui per un uomo ricco e famoso (come lui) era semplice “grab’em by pussy“, “prenderle per la f***”. Trump non si è mai scusato, riducendo la sua dichiarazione a “semplici chiacchiere da spogliatoio”. Non solo. Durante la campagna elettorale, definì Hillary Clinton una “nasty woman“, espressione che possiamo tradurre con “donnaccia”, scatenando le ire delle elettrici.

Le manifestazioni di Women’s March nascono in opposizione alla visione delle donne in stile Trump che incarna lo stereotipo del maschio americano bianco, il tipico WASP (White Anglo-Saxon Protestant) per dirla all’americana. Lo choc culturale per l’America del dopo Obama, presidente afroamericano attorniato da donne forti come Michelle Obama (in 8 anni da First Lady mai uno scandalo o anche solo una parola fuori posto) è stato troppo forte e le proteste sono state spontanee. Non sono mancate le polemiche: lo stesso Trump ha liquidato la marcia delle donne con sufficienza, dicendo che “potevano andare a votare prima”.

Parole pesanti, d’accordo, fuori luogo, specie se dette dal Commander in chief, ma non nuove. Donald Trump è solo l’ultimo presidente USA con qualche scheletro nell’armadio di troppo: eccone alcuni.

La lista delle amanti di John Fitzgerald Kennedy potrebbe riempire pagine e pagine: per citare le più famose, ci limitiamo a Marilyn Monroe (il suo “Happy Birthday Mister President” è ancora oggi tra le fantasie sessuali di orde di uomini) ma soprattutto Judith Campbell Exner, sua amante dal 1960 al 1062. La donna fu anche l’amante di Sam Giancana, il boss della mafia di Chicago. La Campbell, morta di cancro nel 1999 a 65 anni, nel suo libro di memorie “My Story” raccontò di aver fatto da pontiere tra JFK e il boss che si sarebbero incontrati nel 1960: Giancana gli avrebbe mandato un suo uomo di fiducia, tale Paul “Skinny” D’Amato, per raccogliere consensi in vista delle primarie democratiche.

Quello che allora sarebbe stato uno scandalo, oggi sarebbe celebrato in mezzo mondo. James Buchanan passa alla storia come il primo presidente degli Stati Uniti gay. Quindicesimo inquilino della Casa Bianca, governò il paese tra il 1857 e il 1861 in quella che viene ricordata come una delle peggiori presidenze degli USA. Sotto di lui infuocò lo schiavismo e la sua politica del “non far nulla che le cose si sistemano da sole” trascinò il paese nella guerra civile. Buchanan visse per dieci anni condividendo una casa a Washington con l’amico William Rufus King, 13esimo vice presidente con Franklin Pierce: allora venivano chiamati “i cugini siamesi”, espressione usata per le coppie omosessuali. Nonostante le testimonianze raccolte nei decenni, per la biografia ufficiale della Casa Bianca è ancora l’unico presidente “scapolo a vita”.

Per la storiografia ufficiale Grover Cleveland è stato un presidente forte e molto amato, con due mandati non consecutivi (è stato il 22° e il 24° Presidente dal 1885 al 1889 e dal 1893 al 1897), ma le indagini di Charles Lachman hanno dimostrato che fu il primo inquilino alla Casa Bianca colpevole di stupro. Nel libro ” Secret Life: The Lies and Scandals of President Grover Cleveland”, Lachman mostra le prove della violenza sessuale ai danni di Maria Halpin, commessa di Buffalo violentata al termine di una serata danzante. La donna rimase incinta e diede a Cleveland un figlio illegittimo, mentre il futuro presidente diventava governatore di New York. Nel 1886, già insidiatosi alla Casa Bianca, sposò Frances Folsom che, a 21 anni, diventò la più giovane Firs Lady della storia.

Nonostante la polio e l’invalidità, Franklin Delano Roosevelt ebbe una relazione extraconiugale che lo portò sulla soglia del divorzio. Lucy Mercer, questo il nome dell’amante, era la segretaria della moglie Eleanor: i due iniziarono la loro relazione nel 1916, mentre moglie e figli erano in vacanza. La loro relazione viene allo scoperto nel 1918, quando Eleanor viene a conoscenza di un cartiglio tra i due, e minaccia di divorziare. Roosevelt cede e lascia la Mercer. Secondo diversi studi e libri, in realtà la loro relazione durò per tutta la vita, tanto che ci sarebbe stata lei al capezzale del presidente. Non bastasse, Eleanor Roosevelt potrebbe essere la prima First Lady bisessuale: famosa la sua relazione con Lorena Hickok, nota giornalista dell’American Press.

Se JFK era un noto “sciupafemmine”, il suo vice e poi successo come 36esimo Presidente degli Stati Uniti, Lyndon B. Johnson lo era ancora di più. Il Presidente “dei diritti civili”, della “guerra alla povertà” ma soprattutto della guerra in Vietnam, ebbe frotte di amanti, tanto da dichiarare di averne avute più lui per caso che JFK di proposito. La più famosa è Madeline Brown con cui ebbe una relazione durata 20 anni e un figlio (illegittimo).

La moglie dell’amico come amante e una figlia illegittima. Anche Warren Harding, 29° Presidente degli Stati Uniti, in carica dal 1921 al 1923, anno della sua morte, finisce nella lista. La sua presidenza, nel pieno del proibizionismo, fu caratterizzata da corruzione e scandali tra cui le sue relazione con Carrie Fulton Phillips, moglie dell’amico James Phillips, e con Nan Britton, figlia di uno suo vecchio amico di 30 anni più giovane, che dichiarò alla stampa di aver dato alla luce sua figlia. Secondo molti, la sua morte, dovuta ad avvelenamento da cibo, non fu del tutto casuale, ma ci fu lo zampino della moglie.

Thomas Jefferson, autore della Dichiarazione di Indipendenza nonché terzo Presidente degli Stati Uniti, ebbe più amanti e figli illegittimi di quanto possiamo immaginare. Tra le sue donne, si citano Betsy Walker, moglie del suo migliore amico, e Maria Cosway, con cui ebbe una relazione quando era ambasciatore USA a Parigi in un’epoca di rapporti burrascosi tra Europa e America. La più chiacchierata è però la sua presunta lunga relazione con Sally Hemings, sua schiava meticcia, da cui ebbe anche molti figli illegittimi. Voci indicano la Hemings come sorellastra della moglie, Martha Wayles Skelton Jefferson: il futuro presidente, nei suoi scritti, ha indicato quanti figli ebbe la donna (come era d’uso allora per i proprietari di schiavi), senza mai andare oltre. Non le ha mai concesso il freedom act, cioè l’atto di libertà.

Infine, e siamo ai giorni nostri, come non citare Bill Clinton e il Sexgate che quasi gli costò l’impeachment. Il presidente sassofonista, dalla parlantina sciolta, i modi amichevoli e il sorriso da star del cinema, aveva già una nomea come amante del gentil sesso, ma il caso di Monica Lewinsky rischiò di rovinargli la carriera. Il presidente fu portato davanti al Gran Giurì per dichiarazioni non veritiere sul caso, con l’accusa di spergiuro e la possibilità di essere incriminato pur se presidente. Il caso si risolse e Bill chiuse la sua seconda presidenza, ma il Sexgate è rimasto incollato all’immagine dei Clinton, arrivando a colpire la campagna per le presidenziale della moglie, Hillary Clinton.

Lorena Cacace

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