Nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati della Cpl Concordia, un altro manager ha deciso di collaborare. Si tratta di Nicola Verrini, responsabile commerciale ed ex membro del consiglio di amministrazione. Verrini ha contattato i magistrati tramite i suoi avvocati, i quali hanno chiarito che inizialmente, di fronte al giudice, il manager si era avvalso della facoltà di non rispondere, perché era sotto shock per l’arresto. Verrini detiene un ruolo importante all’interno della Cpl. Proprio lui si è dimesso dal consiglio di amministrazione e ha chiesto di essere spostato in un’altra zona commerciale dopo che è stata aperta l’inchiesta relativa ad alcune commesse ottenute in Campania.
Verrini ha raccontato molti dettagli e ha fatto riferimento a diverse circostanze. Ha fatto anche il nome degli interlocutori che hanno consentito alla cooperativa di avere una strada privilegiata nelle gare. Inoltre ha approfondito i legami che Casari avrebbe con esponenti del PD.
Le dichiarazioni di Francesco Simone
Lo scandalo corruzione ha portato agli arresti, tra gli altri, del sindaco dell’isola, Giosi Ferrandino, e di dirigenti della cooperativa rossa Cpl Concordia. Le prime conferme di quel “sistema corruttivo” teorizzato dagli inquirenti arrivano proprio da Francesco Simone, manager della cooperativa in carcere e accusato come gli altri di corruzione, turbativa d’asta, riciclaggio e false fatturazioni, che ha deciso di collaborare con i magistrati.
I primi interrogatori, avvenuti nel carcere di Poggioreale, hanno svelato particolari sulle modalità con cui tutto funzionava: il controllo dei bandi comunali grazie a una rete di contatti politici e istituzionali, il pagamento delle tangenti tramite la costituzione di società ad hoc, l’uso delle consulenze come arma per entrare negli appalti. Simone non è il solo ad aver parlato: a distanza di qualche giorno anche un altro dirigente ha iniziato a collaborare con i magistrati.
Il verbale di Simone reca ancora degli omissis, segno che alcune dichiarazioni devono essere ancora verificate, ma le prime perquisizioni e le rivelazioni del manager corrispondono con quanto emerso dalle indagini. I pm Henry John Woodcock, Celestina Carrano e Giuseppina Loreto hanno ascoltato le dichiarazioni: le prime notizie che filtrano dall’interrogatorio vedono al centro del sistema corruttivo le consulenze, la nuova arma della corruzione.
Corruzione tramite consulenze
Non più tangenti in contanti ma un giro di servizi e consulenze che vengono creati per gestire gli appalti. L’ex responsabile relazioni istituzionali di Cpl Concordia ha fatto l’esempio di un caso concreto, con tanto di nomi: anche a Procida, ha raccontato agli inquirenti, la metanizzazione è stata fatta con il solito metodo, usato poi a Ischia.
In quel caso, il referente era l’ex sindaco ed ex deputato An, Luigi Muro, che avrebbe usato i suoi legami con l’attuale sindaco per fare avere tutte le autorizzazioni necessarie da parte del Comune: in cambio, avrebbe ricevuto tra il 10% e il 20% delle quote di una società istituita apposta dalla Cpl Concordia per la metanizzazione. Una volta ottenuto l’appalto, la società avrebbe decuplicato il valore e Muro avrebbe ricevuto la sua parte per l’aiuto dato alla cooperativa. Una tangente in versione 2.0, insomma.
Niente più bustarelle ma una tecnica consolidata: si cercano contatti politici per arrivare nelle amministrazioni, ottenendo così gli aiuti per sbloccare la mole enorme di incartamenti per l’assegnazione degli appalti; si creano consulenze per fornitori segnalati dall’ente pubblico o per un subappaltatore tramite cui si ottiene l’appalto; si fondano società di scopo con amici o parenti di chi deve dare gli appalti e, quando le quote aumentano di valore, si rivendono o si incassa il valore.
Non solo Ischia
Il sistema raccontato dal manager Cpl Concordia potrebbe essere esteso a molte altre città italiane. Le indagini e le perquisizioni nella sede romana della cooperativa hanno portato alla luce alcune cartellette contenute nella borsa del direttore commerciale Nicola Verrini. Al loro interno i bandi di gara della Regione Campania, l’elenco dei lavori dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù e le attività della Cpl nel Lazio. Il quadro che si sta delineando è quello di una commistione tra poteri politici e il mondo delle cooperative in tutta Italia, un rete di malaffare e corruzione che unisce Nord e Sud.
I fondi neri in Tunisia
Il manager della Cpl Concordia non è il solo a collaborare con gli inquirenti. Anche un dipendente della cooperativa ha iniziato a parlare, svelando nuovi dettagli. Ci sono infatti intercettazioni ambientali e telefoniche, portate agli atti dai Carabinieri del Noe, in cui si evidenzierebbe la rete internazionale messa a punto da Simone. È lo stesso manager che parta di un ufficio a Tunisi e che si definisce “l’italiano più potente giù”, con “tutta Finmeccanica” da gestire.
Secondo gli inquirenti, qui la cooperativa avrebbe gestito i fondi neri da usare per la corruzione dei funzionari pubblici. La Tunisia sarebbe stata scelta per avere un regime fiscale più basso: da qui i soldi sarebbero fatti rientrare in Italia usando un sistema collaudato, tramite il capo scalo della Tunis Air, amico di Simone, e Bruno Santorelli, manager Cpl per il Nordafrica.
Le indagini stanno ricostruendo la complessa rete di rapporti che il manager della cooperativa aveva a livello politico: nomi e personalità che sentiva e di cui parlava, dall’attuale sindaco di Firenze Dario Nardella all’ex ministro Giulio Tremonti. Un intreccio ancora tutto da svelare.