Il CSM, Consiglio Superiore della Magistratura, sta vivendo settimane difficili: un’inchiesta per corruzione ha scoperchiato un calderone di opacità che rischia di gettare discredito sull’intera magistratura. Il CSM è l’organo di autogoverno dei giudici che stabilisce carriere e sanzioni per i magistrati. Un organo di rilievo costituzionale di tale importanza dovrebbe brillare per trasparenza e invece le indagini hanno evidenziato una sorta di risiko politico-giudiziario che rischia di incrinare il rapporto di fiducia fra i cittadini e le toghe.
Tutto è iniziato con un’inchiesta per corruzione che ha visto coinvolto Luca Palamara, ex presidente dall’Anm (Associazione Nazionale Magistrati, l’associazione non sindacale che riunisce e tutela i giudici) ed ex membro del CSM. Palamara è accusato di avere ricevuto soldi e regali per influenzare alcune sentenze.
Palamara è inoltre accusato di avere cercato di orientare la nomina del nuovo procuratore capo di Perugia, dopo essere stato informato delle indagini sul proprio conto.
Secondo la Guardia di Finanza, Palamara avrebbe tenuto incontri segreti con politici e altre personalità per discutere nomine favorevoli negli uffici giudiziari.
Per riuscire a piazzare i propri candidati alla guida delle procure di interesse, Palamara e i suoi interlocutori si domandavano come aggirare le resistenze di piani alti del Consiglio Superiore della Magistratura e discutevano su possibili dossieraggi contro gli avversari. Fra gli interlocutori di Palamara c’erano altri componenti del CSM e i deputati del PD Cosimo Ferri e Luca Lotti. Come dimostrano le intercettazioni, Palamara discusse, fra gli altri, con Luca Lotti “delle possibili strategie di discredito” di Paolo Ielo, procuratore romano e coordinatore del procedimento Consip che vede lo stesso Lotti a rischio processo. Per questi fatti il CSM ha anche avviato una proceduta disciplinare ai danni di Palamara.
L’inchiesta ha dunque svelato una serie di presunte trame per favorire o affossare le carriere in magistratura secondo la logica dei giochi di potere fra fazioni.
Le indagini su Palamara hanno avuto strascichi anche su altri magistrati. Sono cinque i consiglieri del CSM che hanno deciso di dimettersi o auto-sospendersi: Luigi Spina, Gianluigi Morlini, Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli.
Pur dichiarandosi estraneo ai fatti e dicendosi “amareggiato”, Lotti per opportunità politica si è auto-sospeso dal PD.
La vicenda ha spinto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a indire elezioni suppletive per rimpiazzare i componenti del CSM che si sono dimessi. Si tratta di una mossa per scongiurare lo scioglimento anticipato del CSM.
Il presidente intende compiere il primo passo per ristabilire l’onorabilità del supremo organo giudiziario. I retroscenisti descrivono un Mattarella “molto contrariato” per gli sviluppi della vicenda e gli attribuiscono la volontà di caldeggiare nuove procedure di elezione del CSM.