Il Gruppo Volkswagen, colpevole dello scandalo Dieselgate, non rimborserà nessun automobilista in Europa. Ad annunciare questa decisione è la stessa casa automobilistica tedesca con una nota che, nello specifico, dice: “non offriremo alcun tipo di compensazione in Germania o in Europa. Abbiamo già trovato una soluzione per risolvere il problema”.
La decisione del Gruppo Volkswagen è quantomeno controversa visto che per i proprietari dei veicoli che abitano negli Stati Uniti d’America è già stato preventivato un rimborso per lo scandalo che ha colpito i motori della casa automobilistica tedesca. Il Commissario Europeo per l’Industria e l’Imprenditoria, Elzbieta Bienkowska, ha espressamente consigliato di utilizzare lo stesso trattamento per gli automobilisti europei ma il Gruppo tedesco, rappresentato -all’incontro con i vertici di Bruxelles- da Herbert Diess e Mathias Müller, responsabile del marchio e Amministratore Delegato.
Secondo quanto affermato dai dirigenti del gruppo non ci sarebbe alcuna disparità tra il metodo utilizzato in America e quello utilizzato in Europa, poiché nel “vecchio continente” il problema dell’inquinamento verrà risolto grazie ad un nuovo strumento che, per la cronaca, ha un valore di circa 10 euro ed è già stato testato ed approvato dal Gruppo tedesco.
L’intervento per regolarizzare le auto incriminate durerà circa mezz’ora e sarà un aggiornamento al software, lo stesso programma che ha causato lo scandalo, e verrà anche installato un piccolo congegno per la regolazione del flusso, all’altezza, anzi poco prima, del misuratore della massa d’aria.
La vera motivazione, ovviamente non confermata dai dirigenti di Volkswagen, sarebbe la quantità di veicoli che sono stati truccati. Negli Stati Uniti, i veicoli con il software che altera le emissioni, sono circa 480.000, mentre in Europa, i veicoli “truccati” sono più di 8 milioni. Per la società con sede a Wolfsburg sarebbe un collasso economico scontato se il rimborso venisse dato anche in Europa, visto il numero di auto coinvolte.
Un’altra motivazione, però, può essere colta da questo gesto: la Volkswagen deve continuare a corteggiare la clientela americana, poiché il gruppo automobilistico non è, come invece è in europa, leader del settore. Ogni proprietario “truffato”, negli USA, ha percepito un indennizzo di 1000 dollari. Una cifra da non sottovalutare se moltiplicate alle 480.000 auto protagoniste dello scandalo.