Ennesimo scandalo nei Marines americani: a catalizzare la stampa internazionale, questa volta, è stata la pubblicazione su un gruppo Facebook di diverse centinaia di foto di soldatesse nude, accompagnate da commenti sessisti e violenti, scritti dai commilitoni maschi. Il gruppo, che è stato immediatamente chiuso, si chiamava ‘Marines United’ ed era collegato a Google Drive, dove era custodito un vero e proprio arsenale di scatti di marines donna in pose ambigue.
La rimozione immediata delle foto hard delle soldatesse non è stata sufficiente ad arginare lo scoppio dell’ennesimo scandalo. Secondo il Center for Investigative Reporting, le militari cadute nella rete dei colleghi sono almeno una ventina, tutte inconsapevoli di essere state fotografate.
Il fatto è stato denunciato da Thomas Brennan, veterano che ha combattuto in Iraq e in Afghanistan, sulla sua rivista ‘War Horses’: un migliaio di foto di donne nude con tanto di nome e unità di appartenenza pubblicate a loro insaputa sul gruppo Facebook ‘Marines United’ e corredate di commenti sessisti e in alcuni casi inviti allo stupro.
La Naval Criminal Investigative Service (Ncis) ha immediatamente aperto un’indagine a carico dei marines che hanno postato e condiviso le foto. Il comandante del corpo dei Marines, generale Robert Neller, non appena è venuto a conoscenza dell’accaduto ha dichiarato: ‘Prendere di mira in maniera inappropriata uno dei nostri Marine, sia online o in altro modo, è di cattivo gusto e mostra una mancanza di rispetto. Mi aspetto che i Marines diano il meglio di se stessi come esseri umani, colleghi e militari’.
I marines coinvolti direttamente in questa vicenda, circa un centinaio anche se il numero sembra destinato ad allargarsi, rischiano conseguenze piuttosto pesanti: i crimini commessi nei confronti di altri commilitoni vengono giudicati dalla Corte Marziale.
I protagonisti di questo scandalo, in tutta risposta, stanno sommergendo Brennan di minacce di morte sui social, non solo, hanno anche messo una taglia sulle foto di sua figlia e hanno minacciato di stuprare sua moglie.
Ancora una volta il Pentagono si trova a dover affrontare un altro scandalo, dopo quello delle violenze contro le soldatesse tra le Forze armate, che coinvolse anche inquirenti dell’Ncis. Secondo il Dipartimento della Difesa, l’86% delle vittime di violenza sceglie il silenzio, inoltre, secondo un sondaggio condotto dal Pentagono nel 2010 il numero reale di aggressioni ha superato i 19mila casi. In proporzione la maggior parte delle vittime sono donne, ma in numeri assoluti i più colpiti sono gli uomini.